Purtroppo una parte dell’antifascismo bolognese é caduto vittima della propaganda di guerra russa.
Anni passati piú o meno consapevolmente ad addobbarsi di simboli militaristi russi (uno su tutti: l’indifendibile nastro di san giorgio) hanno creato una situazione paradossale.
Dei compagni che si dicono antifascisti ma si fanno vessiliferi di formazioni come la brigata prizrak, ai margini del neonazismo e impegnata nello sforzo bellico russo.
Che rivendicano un pacifismo radicale per poi difendere l’eulogia di edy ongaro, morto combattendo per Putin e per la Federazione russa.
Queste contraddizioni palesi scaturiscono da un enorme sforzo di disinformazione russo, che a partire dalla strage del due maggio in Odessa ha lavorato in modo capillare ( tramite i propri fantocci di Borotba e altri bugiardi, incluso Salvini) per diffondere violenza, polarizzare, intorbidire le acque e impedire unitá a sinistra contro l’imperialismo russo.
Il risultato é che questi antifascisti e pacifisti, vittime dell’arma piú raffinata a disposizione della federazione russa (la propaganda), hanno aperto le porte a bologna a un po’di quella guerra a cui credevano di opporsi (con il linguaggio e i simboli di chi quella guerra la fa attivamente).
E´una situazione terrificante. Per fortuna qualcun* si prende la briga di denunciarla per quello che é (vedere volantino).