Quella di Genova non è una catastrofe naturale. Era un rischio noto da anni. Per produrre simili disastri non basta la «sfortuna». Ci vogliono istituzioni che usano la parola «sicurezza» sempre e solo per diffondere paura e razzismo, e null’altro. Ci vuole uno Stato che promuove l’affarismo delle «grandi opere», e non considera le persone altro che come numeri buoni per riempire le statistiche.
Un tempo le stragi le facevano i fascisti. Adesso, per intimidire e spaventare, bastano l’incuria, il cinismo e le leggi dello Stato. Ci sono le stragi in mare. Ci sono le stragi sui treni, come a Viareggio, ad Andria, a Pioltello… Ci sono i ponti crollati, come quello della statale 36 Milano-Lecco, della A14 a Osimo, della tangenziale di Fossano in provincia di Cuneo…
Tanto i viadotti non crollano mai sulle case dei ricchi.
Il cordoglio delle autorità è grottesco. Qualsiasi dichiarazione ufficiale è un oltraggio malamente travestito da pietà. Fanno affari sulla nostra pelle ed è tutto in regola, fino a quando non troveremo la forza, l’intelligenza e la determinazione di scardinare le loro regole.