Intorno alla ricorrenza della strage neofascista del 2 agosto, ogni anno si consuma qualche meschina provocazione “postuma” dello Stato. Nel 2009 ci fu il blocco delle pensioni ai familiari delle vittime, concesse solo pochi anni prima. Quest’anno invece c’è l’annuncio che fra breve il segreto di Stato non durerà più quindici anni rinnovabili una sola volta (cioè trent’anni), ma sarà prorogabile a piacere ogni qual volta i vertici statali ne sentiranno il bisogno o il prurito. E il segreto sui documenti verrà deciso dagli stessi servizi di sicurezza secondo regole interne e nuove prolungate decorrenze: segreto, segretissimo, riservato, riservatissimo…
Così, mentre i vecchi documenti segreti italiani vengono allontanati dalla luce pubblica, al tribunale di Bologna affluiscono invece camion di inutili carte segrete provenienti da Germania Est, Ungheria, Grecia ed ex Cecoslovacchia. Negli archivi ex-comunisti, dove la Stasi e altre polizie politiche fabbricavano dossier buoni per tutti gli usi, si vorrebbe trovare un qualche scarabocchio sbiadito che supporti l’ennesima “pista alternativa” che assolva lo Stato italiano. Insomma, si preparano altri armadi della vergogna e, se il mondo dovesse sopravvivere, forse nel 2099 un geniale archeologo rivelerà i nomi dei mandanti della strage. Quelli che stavano ai piani alti dello Stato, finanziavano gli assassini neofascisti e giocavano con la vita delle persone e con le speranze di un intero paese.
Oggi, se si vuol leggere un briciolo di verità, paradossalmente conviene rivolgersi piuttosto a un romanzo che ai quotidiani. Sui giornali si leggono tante indegne frottole depistaggi bugie, in Strage di Loriano Macchiavelli vi è invece una descrizione esatta della strategia della tensione, dei tentati colpi di Stato, dello stragismo neofascista, delle trame intossicanti dei “servitori dello Stato” e della regia occulta della loggia massonica P2. Tutte questioni ancora attuali per capire l’Italia di oggi. Ripubblichiamo la bella segnalazione di militant:
Strage di Loriano Macchiavelli
A pochi giorni dal trentesimo anniversario della strage di Bologna l’Einaudi pubblica, ma sarebbe meglio dire ripubblica, un romanzo del giallista emiliano Loriano Macchiavelli. Le vicissitudini subite da questo libro varrebbero da sole come motivazione all’acquisto e alla lettura.
Il romanzo venne infatti pubblicato per la prima volta nel 1990 dalla Rizzoli e uscì sugli scaffali a firma dello pseudonimo Jules Quicher, “esperto di sicurezza di una famosa multinazionale svizzera”. Il libro, che doveva essere il secondo di una trilogia sui “misteri” d’Italia iniziata con “Funerale dopo Ustica”, venne però sequestrato e tolto immediatamente dal commercio su ordine del giudice Pomarici. E questo perché un imputato del processo per la strage ritenne di riconoscersi (a ragione, secondo lo stesso autore) in uno dei personaggi del romanzo e querelò Macchiavelli per diffamazione, chiedendogli diversi miliardi di lire come risarcimento danni.
In realtà il libro merita d’essere letto al di la delle sue peripezie editoriali, per come è scritto e per quello che c’è scritto. Macchiavelli, di cui confessiamo con un certo imbarazzo di non aver letto nulla fino ad ora, con Strage riesce ad esprimere tutte le potenzialità narrative del noir, genere che adoriamo e di cui pure altre volte avevamo scritto. I personaggi vengono sapientemente trascinati in traiettorie che si incrociano lungo l’intero decennio della strategia della tensione e, pur se con altri nomi, è facile riconoscere in alcuni di loro i protagonisti di quella stagione di sangue. Certo, l’epilogo è frutto dell’immaginazione dell’autore che ha preso alcune delle verità emerse durante i processi solo come spunto narrativo. Eppure, a nostro avviso, il climax di quel periodo viene restituito con una precisione incredibile. Il partito del golpe, la mafia, la DC, i fascisti, la massoneria, i carabinieri, lo Stato, la Cia, i servizi segreti… in Strage ci sono tutti gli ingredienti di quel putrido verminaio che cercò con ogni mezzo di fermare il movimento dei lavoratori. E che, purtroppo, c’è riuscito.
Qualcuno mi sa dire chi sia il querelante di Macchiavelli?
Grazie