Skip to content


[Iraq] Granate lacrimogene assassine contro le proteste di piazza

Anche in Iraq il governo prima promette riforme e poi spara sui cortei… Ovunque le rivolte sociali riescono a imporsi, è perché sono acefale, non vi sono leader, non vi sono portavoce, quindi i politici non riescono a delegittimare la protesta, non hanno nessuno da esibire come «criminale», sono contro tutti e tutti sono contro di loro. E il potere mostra il suo volto…

A BAGDAD SI UTILIZZANO GRANATE LACRIMOGENE ASSASSINE
di GIANNI SARTORI

Dalle impressionanti immagini di granate completamente incastrate nel cranio di manifestanti uccisi, certificate da vari medici e analizzate dagli esperti di Amnesty International, si intuisce facilmente quale livello di repressione si sia scatenato in Iraq contro le manifestazioni di protesta.

Si tratta di granate lacrimogene pesanti tra 220 e 250 grammi, mentre quelle abitualmente utilizzate da tutte – o quasi – le polizie del pianeta pesano tra i 25 e i 50 grammi.

La potenza dell’impatto sui corpi delle persone (e in Iraq a quanto pare si preferisce mirare alla testa) viene amplificata di almeno dieci volte.

Non solo. In genere le granate lacrimogene sono costituite da numerose cartucce più piccole che al momento del lancio si separano e si espandono a largo raggio. Invece quelle utilizzate a Bagdad nell’ultimo periodo sono costituite da una sola cartuccia di maggiori dimensioni.

Si calcola che già durante la fase iniziale della ribellione, nella prima settimana di ottobre, il 70% dei manifestanti uccisi fossero stati colpiti alla testa, talvolta al petto. Dal canto suo lo Stato iracheno ha dichiarato di non essere in grado identificare i responsabili di questo autentico tiro al bersaglio per uccidere.

Dal 24 ottobre, giorno in cui sono riprese le proteste, non risulta vi siano stati nuovi episodi di fuego real (ossia da arma da fuoco). Tuttavia almeno quaranta persone sono rimaste nella strada uccise dalle forze dell’ordine.

In totale, in un mese di proteste, i morti sarebbero già oltre 250, almeno secondo i dati ufficiali. Si sospetta, legittimamente, che le vittime della repressione siano molte di più.

UN BREVE RIEPILOGO

Dall’inizio di ottobre a Bagdad si svolgevano manifestazioni contro il governo mentre nel sud del paese queste si caratterizzavano come rivolte contro la disoccupazione e la corruzione. Man mano che il movimento tendeva ad allargarsi, la repressione si inaspriva. A Bagdad (ma parzialmente anche in molte aree del sud) veniva instaurato il coprifuoco notturno, da mezzanotte alle sei del mattino. Allo scopo tra l’altro di svuotare piazza Tahrir occupata giorno e notte dai partecipanti alla protesta (e dove erano già state ammazzate una mezza dozzina di persone). Oscurata – ovviamente – Internet nella stragrande maggioranza del territorio statale. Stando alle testimonianze, almeno inizialmente oltre all’armamentario classico (cannoni ad acqua, gas lacrimogeni…) in diverse occasioni le forze di sicurezza hanno utilizzato anche armi da fuoco contro i manifestanti. Solo nella prima settimana di protesta venivano così uccisi una cinquantina di manifestanti e diverse centinaia erano rimasti feriti. Da allora – grazie all’utilizzo delle granate di nuova generazione – la lista è andata allungandosi tragicamente.

Gianni Sartori

Posted in General.

Tagged with , , , .


[BO] lun 4 nov h.18: biciclettata pro Rojava e cena benefit per la Mezzaluna Rossa

Posted in General.

Tagged with , , , .


Rojava: per la gioia di fascisti e rossobruni, il massacro continua

Prosegue la strage della popolazione curda per mano dell’esercito turco armato dall’Europa, con il silenzio dei «democratici» e il plauso di rossobruni, fascisti e sovranisti. A Bologna lunedì 4 novembre alle ore 18 si terrà una biciclettata in centro allo scopo di informare sulla situazione in Rojava e sui crimini di guerra compiuti in questi giorni dal governo di Erdogan.

ROJAVA: PER LA GIOIA DI FASCISTI E ROSSOBRUNI, IL MASSACRO CONTINUA
di Gianni Sartori

Immagino quanta soddisfazione stia circolando tra quei disgraziati che – pur continuando a definirsi di “sinistra” – gioiscono della sconfitta dei Curdi. Quei Curdi che nel loro delirio hanno talvolta definito “invasori e pulitori etnici”. Rispettivamente, nei confronti della Siria e delle popolazioni arabe presenti nel nord-est. Un delirio, appunto.

Personaggi – ripeto – che si considerano di “sinistra”, ma che contendono a Forza Nuova e CasaPound il primato nell’esaltare il presunto (molto presunto) “antimperialismo” di Assad e talvolta anche della Repubblica islamica iraniana.

Come definirli? Rosso-bruni? Fascisti rossi? Stalinisti di ritorno…? Chissà.

Se c’è un briciolo di giustizia in questo mondo prima o poi tutto il fango che hanno riversato su questo popolo fiero e perseguitato gli si ritorcerà contro, seppellendoli di vergogna.

Correttamente, diversi osservatori hanno individuato una possibile analogia tra l’occupazione del Libano da parte di Israele nel 1982 e quella attuale del Rojava da parte di Ankara.

Come l’esercito israeliano si era portato appresso le milizie maronite collaborazioniste (in particolare l’Esercito libanese del sud a cui si aggiunsero miliziani della Falange), così quello turco ha riportato sul campo i suoi ascari islamici.

Nel settembre 1982, dopo aver costretto i combattenti palestinesi a lasciare Beirut e mentre all’OLP venivano date garanzie internazionali (da parte degli USA, coincidenza), Tsahal – nel frattempo entrato a Beirut ovest nonostante gli accordi – illuminava a giorno il quartiere di Sabra e il campo profughi di Shatila lasciando mano libera ai fascisti maroniti. Le vittime palestinesi (civili disarmati, donne, bambini…) furono centinaia.

Qualcosa del genere, sotto forma di stillicidio quotidiano, sta accadendo in diverse località dei territori curdi occupati da Ankara. Ieri è giunta una notizia – anche sotto forma di immagini agghiaccianti – dell’agenzia ANHA. Altre tre vittime indifese, altri tre scalpi per Erdogan che vanno ad allungare la lista dei civili assassinati da soldati turchi o dai loro alleati.

Come si vede chiaramente nelle foto, le tre persone – non ancora identificate – assassinate nel villaggio di al-Dabash (distretto di Zarzan/Abu Rasin nella regione di Al-Jazeera) erano ammanettate. Dopo averle uccise gli aguzzini le hanno anche sgozzate. Un vero crimine di guerra, un crimine di cui è responsabile uno stato membro della NATO. E, aggiungo, con il tacito consenso – di fatto almeno – del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Da quando – il 9 ottobre – questa seconda invasione (dopo quella di Afrin nel 2018) è cominciata con la benedizione di USA e Russia, non si contano i crimini di guerra commessi dall’esercito turco e dai suoi alleati islamisti: torture, centinaia di esecuzioni extragiudiziali, stupri.

Inoltre Ankara – oltre che di violazioni del cessate-il-fuoco – è stata accusata di fare uso di armi  proibite dalle convenzioni internazionali come il fosforo bianco (quello sparso abbondantemente dagli statunitensi a Falluja in Iraq, ricordate?).

Il 13 ottobre molti civili, tra cui bambini, sono stati colpiti da questa micidiale sostanza a Sere Kaniye.

Altri villaggi (come Firehan d’Ayn Issa) sono stati bombardati ancora il 28 ottobre, sia dall’esercito turco che dalle milizie islamiche di al-Nusra.

Un’ultima analogia tra la tragedia del popolo palestinese e quella del popolo curdo. Permane nella memoria di chi ha iniziato la sua militanza in anni lontani del secolo scorso, l’amaro ricordo di un altro massacro. Analogo sia a quello di Sabra e Shatila, sia a quello odierno in Rojava. Nel 1976 il campo di rifugiati palestinesi di Tel al-Zaatar (sempre a Beirut) veniva assediato dalle milizie cristiano-maronite (oltre che dalle truppe comandate del generale Aoun). Anche in questa circostanza i falangisti uccisero migliaia di palestinesi, soprattutto dopo che si erano arresi (11 giugno 1976). Con una piccola differenza. In quel caso a coprire le spalle dei fascisti maroniti era l’esercito di Damasco (all’epoca di Assad padre), provvisoriamente “alleato” dei falangisti. Rimanendo ugualmente a far da palo durante il massacro.

Tanto per la cronaca, sicuramente a Tel al-Zaatar – e molto presumibilmente anche a Sabra e Shatila – insieme ai falangisti agirono anche fascisti italiani.

Gianni Sartori

Posted in General.

Tagged with , , , , , , .


[Parigi] Non si ferma l’accanimento giudiziario contro l’antifascista Antonin Bernanos

Uscito finalmente di prigione dopo sei mesi, l’antifascista Antonin Bernanos continua però a subire un particolare accanimento giudiziario da parte della magistratura francese. Solidarietà con tutt* coloro che subiscono la repressione per essersi mobilitat* contro fascismo e razzismo!

PARIGI: MILITANTE ANTIFASCISTA SCARCERATO (ALMENO PROVVISORIAMENTE)

di Gianni Sartori

Domani, martedì 29 ottobre Antonin Bernanos si presenterà in libertà, per quanto provvisoria, all’udienza di appello. Con il rischio di un rapido rientro in carcere qualora venissero accolte le richieste del Tribunale che si è immediatamente opposto.

Il giovane militante antifascista appena rimesso in libertà (per ordine di un giudice della JDL – l’equivalente del nostro Tribunale della Libertà – con una cauzione di 10mila euro) era in carcere da sei mesi.

La prima udienza nei suoi confronti risale al 18 aprile. I fatti contestati (“violenza di gruppo” e “furto con violenza” avendo, secondo l’accusa, causato lesioni guaribili in più di otto giorni) risalivano agli scontri della notte tra il 15 e il 16 aprile tra fascisti e antifascisti davanti alla Cattedrale di Notre-Dame in fiamme. Tra l’altro questo era avvenuto pochi giorni dopo che Antonin Bernanos aveva finito di scontare una pena di cinque anni (di cui due condonati) per aver partecipato all’assalto contro un’auto della polizia nel maggio 2016, in quai de Valmy.

Una mobilitazione di sostegno a Bernanos e contro una sua nuova carcerazione è prevista per le ore 9 martedì 29 ottobre davanti al Palais de justice di Parigi (métro Cité).

Gianni Sartori

Posted in General.

Tagged with , , , .


Fascisti, rosso-bruni e qualche sedicente “antimperialista” hanno tirato la volata ad Erdogan…

Silenzi, reticenze, ipocrisie e falsità hanno variamente segnato il discorso pubblico di questi anni e di questi giorni intorno alla rivoluzione curda. A ciò si unisce ora l’ambigua solidarietà di sovranisti, nazionalisti, rossobruni e qualche “antimperialista”. Ma fosse anche soltanto per il breve tempo di un lampo, la rivoluzione confederalista del Rojava ha proiettato una intensa luce di verità dentro le cupe profondità della notte in cui viviamo. E alla fine la verità è sempre più forte della notte. Riceviamo e condividiamo una riflessione di Gianni Sartori.

FASCISTI, ROSSO-BRUNI E QUALCHE SOIDISANT “ANTIMPERIALISTA” HANNO TIRATO LA VOLATA A ERDOGAN…
di Gianni Sartori

La prendo larga. Vedere la firma di Fernando Aramburu in calce all’appello di Saviano per i Curdi mi ha fermato in tempo, prima di sottoscriverlo. Giusto o sbagliato, sarebbe stato comunque imbarazzante per entrambi.

Sull’autore di “Patria” penso di aver già detto la mia. Chissà, se nasceva curdo invece che basco, forse avrebbe sparlato del PKK…

Stesso discorso, o quasi, per Vargas Llosa, pure lui firmatario dell’appello (insieme ad altre migliaia di brave persone comunque) e transitato da ideali progressisti all’apologia del neoliberismo.

E poi Saviano, il giovane Saviano… Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , .


[Cesena] sab 19 ott h.15: presidio contro l’occupazione turca del Nord-Siria e in solidarietà con le comunità del Rojava!

Anche Cesena si mobilita in difesa della rivoluzione del Rojava! Riceviamo e volentieri condividiamo l’appello dell’Assemblea antifascista di Cesena.

Sabato 19 ottobre, ore 15:00, in Piazza Almerici a Cesena
Presidio contro l’occupazione turca del Nord-Siria e in solidarietà con le comunità del Rojava!

EVENTO FB:
https://www.facebook.com/events/2135334486568837/?active_tab=about

EVENTO SU BLOG:
https://romagnantifascista.noblogs.org/post/2019/10/17/sabato-19-ottobre-presidio-contro-loccupazione-turca-del-nord-siria-e-in-solidarieta-con-le-comunita-del-rojava/

PORTATE CARTELLI, TESTI, COMUNICATI E LETTURE DA LEGGERE PUBBLICAMENTE!!!
SOPRATTUTTO FATE GIRARE LA NOTIZIA, PROMUOVETE E CONDIVIDETE L’EVENTO FB E I POST!

Il 9 ottobre le forze armate turche, approfittando del ritiro del contingente americano, hanno lanciato un attacco (aereo e via terra) al Rojava, regione a maggioranza curda nel nord della Siria, nazione a sua volta sconvolta da una guerra a tutto tondo. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , .


Secondo Amnesty International la Turchia ha commesso crimini di guerra nel Nord della Siria

Riceviamo e condividiamo un intervento di Gianni Sartori sul terribile gioco delle parti con cui i grandi potentati internazionali cercano di soffocare la rivoluzione del Rojava. Domani 19 ottobre tutte e tutti in piazza, a Bologna e ovunque!

SECONDO AMNESTY INTERNATIONAL LA TURCHIA HA COMMESSO CRIMINI DI GUERRA NEL NORD DELLA SIRIA
di Gianni Sartori

La denuncia – 18 ottobre – proviene da Amnesty International. Nel suo rapporto A.I. accusa l’esercito turco e i suoi alleati (o meglio: i suoi ”ascari”) di aver commesso molteplici crimini di guerra nel corso dell’offensiva in atto (una vera e propria invasione della Siria). In particolare, esecuzioni sommarie e attacchi indiscriminati contro i civili. A cui bisognerebbe aggiungere l’utilizzo di armi proibite dalla Convenzione di Ginevra.

La ONG riporta le testimonianze di 17 persone (operatori sanitari, giornalisti, sfollati, esponenti di organizzazioni umanitarie…) che hanno appunto visto – e documentato – di persona quanto stava avvenendo. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , , .


[BO] sab 19 ott h.15: Mobilitazione contro la guerra di Erdogan: al fianco del Rojava!


Da Bologna aderiamo alla chiamata internazionale di RiseUp4Rojava mobilitandoci nella nostra città contro la guerra di Erdogan in Siria del Nord e anche contro l’Italia e l’Europa che continuano a fare affari con la vendita di armi ai peggiori regimi del mondo.

SABATO 19 OTTOBRE alle ore 15 tutte e tutti in PIAZZA XX SETTEMBRE!

Posted in General.

Tagged with , , , .


Appello per una ribellione internazionale in difesa del Rojava

Riceviamo e volentieri condividiamo l’Appel à une rébellion internationale pour le Rojava diffuso l’11 ottobre dai movimenti francesi. Alla nostra traduzione italiana, segue in corsivo il testo originale in francese.

Appello per una ribellione internazionale in difesa del Rojava

Noi, collettivi ambientalisti, gruppi di Gilets gialli, organizzazioni sindacali, organizzazioni nazionali, collettivi autonomi che occupano la Place du Châtelet a Parigi, membri di Extinction Rebellion, chiediamo un forte sostegno al Kurdistan siriano invaso dall’esercito turco da mercoledì 9 ottobre. Le bombe che piovono su questo territorio riguardano tutti noi. Continued…

Posted in General.

Tagged with , , .


Onore al popolo curdo e fanculo il mondo!

La guerra che è in corso non si combatte solo lontano da qui. Nel Mediterraneo ogni anno migliaia di persone vengono lasciate affogare. In Italia ogni giorno almeno tre lavoratori vengono uccisi sul lavoro da una sempre più violenta e inumana ricerca di profitto e “sviluppo”. I mari, i fiumi, i boschi vengono avvelenati… Armi e bombe le producono nelle fabbriche dietro le nostre case. La guerra è già qui e l’ipocrisia del potere non può più nasconderlo.

ONORE AL POPOLO CURDO E FANCULO IL MONDO
di Gianni Sartori

Fanculo Erdogan. Fanculo gli USA. Fanculo Putin… Ma sì, a sto punto fanculo anche Assad che ha preferito lasciarsi invadere da Ankara piuttosto che riconoscere l’autonomia (il Confederalismo democratico) ai curdi.

E fanculo anche il regime iraniano che – non dimentichiamolo – mantiene il record di impiccagioni di uomini e donne curde.

Fanculo il Mondo intero che sceglie l’indifferenza e l’inerzia di fronte all’ennesimo genocidio. Così come ha sempre fatto. Con gli indiani, gli armeni, gli ebrei, gli herero, i tamil, gli aborigeni australiani, gli adivasi… Continued…

Posted in General.

Tagged with , , , , .