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[BO] ven 10 mag h.15: Femminismi e nuovi fascismi

SPOILER FESTIVAL – II EDIZIONE
DEMOCRACY NOW! L’Università è un’altra cosa!
9/10/11 Maggio, in Via Filippo Re, 2

????VERRANNO AL CONTRATTACCO CON ELMI ED ARMI NUOVE: FEMMINISMI E NUOVI FASCISMI con Lidia Cirillo e Maddalena Gretel Cammelli????

In un momento in cui le rivendicazioni femministe subiscono un forte attacco politico, culturale e mediatico, vogliamo esplorare i nessi che collegano la regressione in Europa e nel mondo e l’avanzata delle destre, interrogandoci soprattutto sul rapporto fortemente dicotomico che esiste oggi tra femminismi e nuovi fascismi. Più dettagli qui.

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Isolare i neofascisti, boicottare il Salone del Libro di Torino

Dopo le polemiche seguite a un ampio servizio televisivo sulla commemorazione di Benito Mussolini a Predappio lo scorso 28 aprile, il caporedattore della TGR Emilia-Romagna, Antonio Farnè, si è dimesso dall’incarico. Ma la propaganda di regime ormai attecchisce un po’ ovunque…

Sugli Stradelli Guelfi, appena fuori Bologna, lungo la vecchia strada che porta al mare per evitare gli ingorghi estivi dell’A14, c’è un bar che catapulta i clienti in un cupo passato che sembra sempre dietro l’angolo. Si chiama “Bar Nerini”. Sul bancone, accanto alle solite bustine di zucchero, ce ne sono alcune griffate con il volto e le frasi di Benito Mussolini: “Chi osa vince”, “Molti nemici molto onore”, “Grazie a Dio sono italiano”, “Duce sei sempre nel mio cuore”. A destra della macchina del caffè c’è il volto del dittatore con sotto la scritta “Me ne frego” e una tazza con la faccia di Mussolini e due parole: “Caffè nero”. Vedi “Repubblica”.

Intanto, si moltiplicano le prese di posizione contro la scelta di accogliere l’editoria neofascista all’interno del Salone del Libro di Torino. Fra l’altro, la casa editrice Altaforte, vicina ai neofascisti di Casapound, ha per responsabile un noto squadrista distintosi per aggressioni 14 contro 4… Normalizzare il neofascismo vuol dire essere complici della violenza squadrista, sessista, omofoba e razzista. E si potrebbero ripetere anche a proposito del Salone del Libro di Torino le parole della madre del giovane stupratore di CasaPound che ha dichiarato «CasaPound mi ha rubato il figlio» e già nel febbraio del 2017, dopo l’ennesima aggressione squadrista, scriveva:

«‘La banalità del male’ colpisce sempre, e vedere come trasforma i propri figli, toglie il respiro. So per certo che questi quattro deficienti hanno bisogno di visibilità per esistere e per sentirsi appagati. Togliamogliela e isoliamoli il più possibile. Devono stare da soli e cibarsi le loro Acca Larentia, le ‘loro’ foibe, le spade di Thor, le loro cinghiamattanze, i loro falsi miti romani. Dico alle mamme di controllare i loro figli. So per certo che ci sono nuove prede attratte dal miele di questi quattro soggetti deliranti. Non li fate avvicinare a loro».

Con la copertura politica del governo Lega-M5S, CasaPound sta rubando il futuro e la serenità civile di questo paese. Invitiamo tutte e tutti a boicottare il Salone del Libro di Torino e a togliere legittimità e visibilità a neofascisti, razzisti e squadristi.

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Rompere l’isolamento, lottare contro la barbarie: 11-12 maggio con i 7000 in sciopero della fame

Aggiornamento. Un presidio in solidarietà con i prigionieri curdi si terrà domenica 12 maggio alle ore 17 in Piazza Nettuno.

In questi mesi, fuori e dentro le carceri turche si lotta per la fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan ed è in corso uno sciopero della fame di massa: circa 7000 persone si trovano in sciopero della fame a tempo indeterminato, 8 persone hanno già posto fine alla loro vita per protesta, 7 delle quali in carcere.

Per dare il massimo risalto a questa lotta, la Rete Jin invita tutte e tutti a un momento di azione e di presa di parola l’11 e il 12 maggio in solidarietà con la rivoluzione curda e con la lotta per il confederalismo democratico contro stato, patriarcato e capitalismo.

Proprio la resistenza curda ci ha insegnato che ci si può opporre alla barbarie qui e ora, dall’interno di un mondo devastato dal potere e dalla violenza militare degli stati. Sta a noi non piegarci all’oppressione ed essere la goccia che fa presagire la tempesta…

Al riguardo riceviamo e condividiamo questa testimonianza di Gianni Sartori.

GLI EROI? ESISTONO E SONO SEMPRE GIOVANI E BELLI. IN MEMORIA DI AYDIN MUSTAFA HAMIT
di Gianni Sartori

Chi era Aydin Mustafa Hamit? Un soldato, anzi un ufficiale dell’aviazione irachena. Ma il suo eroismo non si manifestò in maniera incancellabile sui campi di battaglia. Tutt’altro. Continued…

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Anche in Turchia cresce la violenza contro donne e bambini

Oggi a pagare il prezzo più alto del fascismo dilagante sono anzitutto le donne e i bambini, ovunque nel mondo, ieri come oggi… Riceviamo un intervento di Gianni Sartori e segnaliamo, per chi volesse approfondire, il video della presentazione del libro «Difendere la “razza”» di Nicoletta Poidimani.

TURCHIA: UNA QUESTIONE DI DONNE
di Gianni Sartori

“Lo Stato non ci ha trattato come esseri umani. E quindi noi non riconosciamo più lo Stato”

Brutti tempi – ma non è certo una novità – per le donne a cui è toccato la malasorte di nascere e vivere entro i confini dello Stato turco.

Solo in aprile – stando a quanto riporta l’agenzia ANF citando l’associazione “Noi fermeremo i femminicidi” – almeno 20 donne sono state assassinate in Turchia. Inoltre, sempre secondo ANF, altrettanti bambini avrebbero subito abusi.

Entrambi, i femminicidi e gli abusi su minori, risultano in preoccupante aumento. Sempre in aprile, quindici donne hanno denunciato di aver subito aggressioni sessuali e tre bambini sono stati uccisi. Contemporaneamente, i tribunali hanno concesso consistenti riduzioni di pena per “buona condotta” (!) a una mezza dozzina di stupratori. Continued…

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Ratti neri e rifiuti tossici

Attaccare i partigiani, colpire la memoria resistenziale, vandalizzare i suoi simboli e farlo a ridosso del 25 aprile.

Che vi sia un esplicito lavoro di logorio culturale e ideologico sul patrimonio resistenziale di questo paese, da parte delle formazioni destrorse, è risaputo da tempo. Ma il clima torbido di questo periodo ha permesso ai camerati di alzare il tiro e allora ecco moltiplicarsi le corone di fiori bruciate, le lapidi e i monumenti sfregiati, le spacconate con striscioni provocatori. Leggi tutto su Carmilla.

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Ancora stupratori del terzo millennio, ovvero «i camerati che sbagliano»

Oggi i neofascisti di CasaPound amano ripetere che non sarebbero «né rossi né neri» e che non sono né razzisti né sessisti. Ma si tratta solo di parole ipocrite per propagandare la loro cultura del vittimismo autoritario, familista e nazionalista. Se li si guarda per quello che fanno e non per quello che dicono, si vede bene che i neofascisti non hanno dismesso né le pratiche squadriste, né la violenza razzista e sessista.

Qualche anno fa, a Napoli, alcuni indagati nell’ambito di un’inchiesta su CasaPound progettavano di picchiare e stuprare una studentessa universitaria in quanto ebrea e attivista di sinistra. Indottrinavano i ragazzini con il Mein Kampf di Hitler e spiegavano loro di non parlarne con nessuno e di non manifestare all’esterno posizioni antisemite o violente.

Allora, fra gli arrestati vi fu anche Emanuela Florino, nota fra i camerati napoletani come «la Ducessa», responsabile regionale di CasaPound Campania e figlia di un papà ex senatore prima dell’MSI e poi di AN: l’avvocato neofascista Michele Florino, indagato per rapporti con la Camorra, prosciolto per insufficienza di prove dall’accusa di aver commissionato ben tre omicidi…

Ed ora, dopo la violenza sessuale e le sevizie compiute a Viterbo da alcuni militanti di CasaPound, è proprio la «Ducessa» Emanuela Florino a cercare di ripulire l’immagine dei «fascisti del terzo millennio» lamentandosi che il neofascismo «sconta sempre il vizio di un pregiudizio» (poverini!) e dichiarando che «i due di Viterbo sono camerati che sbagliano»…

Quelli di CasaPound hanno persino cercato di fare un po’ di scontri con la polizia il 29 aprile a Milano pur di distogliere l’attenzione da un episodio atroce e odioso che sembra tuttavia il portato di un modus operandi già sperimentato ed è comunque un esito del culto neofascista della virilità e della sopraffazione.

Non che sia esatto e sensato dire che «ogni stupro è fascista». Occorre invece coltivare una consapevolezza di fondo: ogni uomo è potenzialmente uno stupratore, ma il neofascismo non fa che promuovere e coltivare un senso autoritario e maschilista di possesso e un’idea gerarchica e violenta dei rapporti fra le persone.

Solidarietà verso tutt* coloro che hanno subito e subiscono violenza sessista!

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[BO] Ancora rossobruni al Centro Costa di via Azzo Gardino

A volte ritornano… Così gli illuminati rossobruni di L.U.C.I., dopo aver cercato tre mesi fa di presentare al Centro Costa di via Azzo Gardino 48 un libro contro la società multiculturale in difesa della «razza bianca caucasica» minacciata, ahinoi!, addirittura di «estinzione»…, ora ecco che ritornano al Centro Costa sabato 4 maggio alle ore 19 per promuovere la proiezione di un film melenso e nostalgico che finge di opporsi al neoliberismo solo per propagandare il nuovo pensiero unico identitario e prima-gli-italiani

Interverrà Eduardo Zarelli, fondatore di «Arianna Editrice», casa editrice d’area che pubblica Alain De Benoist, i teorici del sovranismo nazionalsocialista o sproloqui reazionari come Non celebro il 25 aprile per sette motivi di Marcello Veneziani…

Ecco lo scombiccherato rullo di tamburo con cui questi venditori di vecchie pentole ideologiche vorrebbero attirare un po’ di pubblico:

«Un documentario che rompe il silenzio sulle miserie della Globalizzazione, che coglie la Poesia dove ancora essa non appassisce, che regala squarci di paesaggi sbalorditivi violentati ogni giorno dalla distrazione e che vibra di accoramento di fronte alla resa imbelle del mondo contemporaneo».

Rompe il silenzio!? Ma dov’era il regista Michele Vietri negli anni Novanta quando la lotta contro la globalizzazione portava in piazza migliaia e migliaia di persone? Ce lo dice lui stesso: provava a fare carriera in RAI come «assistente di programma»…

Insomma, un film all’insegna della mediocrità e del sovranismo identitario, condito di quel «lusso spirituale» che Furio Jesi considera tipico della cultura di destra.

Invitiamo tutte e tutti a vigilare affinché queste iniziative pseudoculturali non si trasformino in occasioni oblique di propaganda xenofoba o di discorsi inaccettabili sulla «razza bianca caucasica» minacciata di «estinzione» o «sostituzione»…

E sarebbe importante riflettere sulla poca chiarezza e la scarsa attenzione che, anche negli ambienti di sinistra (vedi qui e qui), permette a iniziative rossobrune di mimetizzarsi e trovare margini di agibilità.

Per ulteriori segnalazioni: staffetta at riseup punto net.

Nessuno spazio al razzismo, nessuno spazio alla disumanità!

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Amnesty International: ma da che parte stai?

Mentre i livelli di violenza, disciplinamento e razzismo crescono un po’ ovunque in Europa, persino Amnesty International fatica a capire da che parte stare…

AMNESTY INTERNATIONAL: MA DA CHE PARTE STAI?
di Gianni Sartori

Certo, notoriamente in Gran Bretagna lo sciopero della fame non gode di grande popolarità. La morte di dieci militanti repubblicani irlandesi nel 1981 e quella di Barry Horne, anarchico antispecista, nel 2001 stanno lì a confermarlo.

Ma che anche Amnesty international…?!?

Un riepilogo. La mattina del 27 aprile la polizia inglese ha interrotto con la forza l’azione di protesta pacifica dei militanti in sciopero della fame da tre giorni all’interno dei locali di Amnesty International a Londra.

Venti persone sono state arrestate. Con questa iniziativa intendevano incrinare il muro di silenzio calato sulla situazione carceraria di Ocalan – in isolamento totale – e sullo sciopero della fame condotto da Leyla Guven e da migliaia di prigionieri e militanti curdi.

I funzionari di Amnesty International avevano bloccato le porte dei locali, installato un sistema di sicurezza e impedito l’uso delle toilette ai militanti pro-curdi.

A coloro che erano stati costretti a lasciare la sede di Amnesty international (per ovvie ragioni, non potendo utilizzare i bagni all’interno) era poi stato impedito di rientrare.

Secondo alcuni osservatori la richiesta dell’intervento della polizia per liberare i locali occupati veniva direttamente da esponenti di Amnesty international. L’operazione repressiva contro i militanti – tra cui alcune persone in sciopero della fame da oltre 40 giorni – sarebbe stata alquanto dura. Stando alle ultime notizie, gli arrestati sono stati condotti direttamente in vari commissariati londinesi (la maggior parte a Barnet).

Gianni Sartori

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Nasce il battaglione armeno di autodifesa “Nubar Ozanyan”

Oggi risulta sempre più evidente che il fascismo non può essere considerato una parentesi eccezionale e isolata nel cammino della civiltà, ma un fenomeno ricorrente le cui condizioni di possibilità sono ancora tutte presenti nell’attualità in cui viviamo. E ovunque la resistenza continua…

NASCE IL BATTAGLIONE ARMENO DI AUTODIFESA “NUBAR OZANYAN”
di Gianni Sartori

Dalla Grande Catastrofe (Metz Yegherni) sono ormai trascorsi 104 anni, ma la ferita non si è ancora rimarginata. E come potrebbe? Di certo non finché il responsabile, lo Stato turco, non avrà ammesso le proprie responsabilità e chiederà – almeno – scusa al popolo armeno.

Il genocidio era cominciato il 24 aprile 1915 quando oltre duecento intellettuali armeni vennero sequestrati ed eliminati. Si continuò con la deportazione e l’esilio per centinaia di migliaia di persone. E per moltissimi di loro fu il massacro. Un genocidio pianificato per uniformare la popolazione dello Stato turco, per cancellare le differenze e creare una società omogenea: una sola razza, una sola religione, una sola lingua. Uno stile che lo Stato turco ha sostanzialmente mantenuto. Ieri per gli armeni, oggi per curdi.

Due giorni prima dell’anniversario, il 22 aprile, l’evento era stato ricordato con la costituzione del primo Battaglione armeno di autodifesa, denominato “martire Nubar Ozanyan”.

L’annuncio è stato dato con un comunicato dalla formazione politica TPK/ML (Partito comunista di Turchia/marxista- leninista) spiegando che “questo battaglione andrà a rafforzare la rivoluzione nel territorio di Rojava per difenderlo dagli attacchi dei fascisti dello stato islamico e dello stato turco”. Consentendo contemporaneamente “l’autodifesa del popolo armeno contro ogni tipo di oppressione, persecuzione, massacro o tentativo di assimilazione”. Nel comunicato si sottolineava come con la creazione di tale battaglione venissero realizzati una parte dei sogni e delle speranze del comandante Nubar Ozanyan. Il militante comunista armeno era nato nel 1956 e caduto combattendo contro Daesh nel 2017 durante la battaglia di Raqqa.

Nell’agosto di due anni fa il suo sacrificio era stato commemorato a Parigi e a Zurigo da qualche centinaio di esponenti di diverse organizzazioni di sinistra, sia europee che turche e curde (Revolutionarer Aufbau, Secours rouge de Suisse, OCML-VP, Partizan, KCK…).

Gianni Sartori

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[BO] 23-26 apr: Festa d’Aprile: Giornate Resistenti

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