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[BO] BelzeBò? Toglietevi i baffi, vi abbiamo riconosciuto!

Secondo la tradizione cabalistica Belzebù è un diavolo che comanda gli spiriti della menzogna.

Non sorprende affatto che un gruppo di rossobruni bolognesi si sia ispirato a quel nome chiamandosi BelzeBò.

Non sorprende nemmeno che BelzeBò abbia pubblicizzato la presentazione del libro L’inganno antirazzista in difesa della «razza bianca caucasica» (cioè ariana), presentazione che è stata cancellata non appena si è chiarito di che cosa trattava quel testo…

Non sorprende che BelzeBò abbia organizzato alla Sala del Baraccano una serata per denigrare e diffamare le ONG definite «Organizzazioni Non Grate» perché salvano vite umane del colore sbagliato

Non sorprende infine che BelzeBò abbia preso dimora nella Sala del Baraccano come poltergeist del nuovo pensiero unico sovranista e xenofobo con una serie di conferenze varie, ma tutte rivolte verso la stessa ideologia identitaria e vittimista… Continued…

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[BO] Azione Universitaria smemora le foibe

Pare che venerdì 8 febbraio alle ore 18.30, nel solito angolo fra Via D’Azeglio e Farini, Azione Universitaria abbia intenzione di commemorare «le decine di migliaia di italiani torturati e gettati nelle foibe».

Insomma, in tale circostanza lo slogan non è più «Prima gli italiani!», ma «Solo gli italiani!». Gli jugoslavi che finirono nelle foibe per mano dei fascisti non verranno «commemorati» in questa «Giornata del ricordo» a scartamento ridotto e con numeri a piacere.

Ogni anno infatti il numero dei morti «italiani» aumenta e, con questo tasso di crescita, nel giro di trent’anni forse giungerà ad eguagliare quello dello sterminio nazifascista di 6.000.000 di ebrei più tra i 220.000 e i 500.000 rom e sinti, più gay, lesbiche, trans, asociali…

Qualcuno potrebbe dire che non è una questione di numeri. Tuttavia, dal breve e scarno comunicato di Azione Universitaria non traspare alcuna pietà, o interesse per il passato, o senso della storia, ma campeggia solo ed esclusivamente un’astratta indicazione numerica e un richiamo quasi freudiano a un presunto «genocidio» degli italiani.

Già, è la storiografia ai tempi di Facebook.

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Contro ogni silenzio! Contro ogni sessismo!

Riceviamo e condividiamo il racconto di una violenza sessuale avvenuta in ambito anarchico. Non conosciamo i fatti, ma esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a tutt* coloro che subiscono violenza e riteniamo importante che queste vicende siano note e servano a tutti come occasione per riflettere, per mettersi in discussione e per problematizzare costantemente le proprie pratiche di ogni giorno, anche sul versante della vita quotidiana e dei rapporti fra i generi.

Ormai più di un anno fa, in Umbria, mi sono ritrovata in un rapporto sessuale in un momento in cui ero completamente sbronza. Solo dopo mesi e mesi di inferno sono riuscita a riconoscere quell’episodio per quello che era: una violenza sessuale. Si è trattato di uno stupro molto vischioso da riconoscere perché perpetuato da un compagno anarchico che conoscevo da 16 anni, con il quale avevo condiviso affetti, lotte, fiducia ma soprattutto un progetto politico. Già era capitato di dormire nello stesso letto sia solo noi che con altre persone a casa mia (ho una stanza in affitto fuori dall’Umbria) e sapeva che da parte mia non c’era disponibilità sessuale nei suoi confronti. Ma quando è stato lui ad ospitare me, come già ci eravamo accordati per non tornare al mio paese umbro da bevuta che erano giornate di festa, le cose sono andate diversamente. Si tratta del classico copione di stupro di quando lei è molto ubriaca (mi ha svegliata dal collasso post-vomito) e lui si approfitta viscidamente per fare sesso. E senza preservativo. Ho scritto una lettera rispetto a questo episodio con analisi e richieste. Ero certa che fosse chiaro ed evidente che se ero così ubriaca non poteva esserci consenso e che quell’atto sessuale era un umiliante atto di dominio. Ma le cose sono andate di male in peggio. La violenza sessuale non è stata riconosciuta. Sono stata processata, insultata e minacciata. Ancora una volta la linea di difesa adottata per proteggere chi stupra è stata quella di screditare la persona che si ritrova violentata. Sono state dette e si diranno cose orribili. Ancora una volta la reputazione di un maschio è più importante della vita di una femmina. Di fatto sono stata tagliata fuori dal branco. Poco male. Non possono essere mie compagne e compagni chi commette violenza sessuale, chi ancora non ha ben chiaro che se lei è ubriaca vuol dire semplicemente no, chi sceglie di stare dalla parte di chi abusa e contro chi denuncia (informalmente) l’abuso. Continued…

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Ancora anarchici arrestati e torturati in Russia

Riceviamo e condividiamo un aggiornamento di Gianni Sartori sulla repressione e l’uso della tortura in Russia contro anarchici e libertari. Solidarietà con chi lotta contro il dispotismo e il fascismo!

MOSCA: ARRESTI E TORTURE PER GLI ANARCHICI
di Gianni Sartori

Primo giorno di febbraio all’insegna della repressione a Mosca. Contro un gruppo di anarchici accusati di “complotto” e arrestati dalle FSB. Quella che dai compagni russi viene definita come un’autentica “incursione” (o rastrellamento, se preferite), è stata condotta dalla Federal’naja sluzba bezopasnosti Rossijskoj Federacii (il servizio segreto erede del KGB) nei confronti di una decina di militanti (o presunti tali) libertari, la maggior parte dei quali è stata poi rilasciata. Ma non prima di aver subito minacce, maltrattamenti e in qualche caso anche torture. Rimane ancora nelle mani della polizia Azat Miftahov, accusato di far parte dell’organizzazione anarchica “Autodifesa del popolo” e della fabbricazione di ordigni esplosivi. Continued…

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La strumentalizzazione delle Foibe e la storiografia ai tempi di Facebook

«Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato» (George Orwell, 1984)

Nel 2004 il centrodestra ha istituito, per bilanciare la Giornata della Memoria (il 27 gennaio, in ricordo dello sterminio nazifascista di circa 6.000.000 di ebrei), una mistificante «Giornata del Ricordo» (il 10 febbraio, in memoria dei presunti eccidi delle Foibe: 326 vittime accertate, 6.000 vittime ipotizzate, ma finora senza concrete prove storiografiche). E il messaggio ignobile e semplicistico che i postfascisti volevano far passare era che due torti fanno una cosa… meno sbagliata…

Certo è che oggi il «ricordo» manipolato delle Foibe non è pietà verso i morti, ma una strumentalizzazione unilaterale volta solo a rivalutare storicamente l’esperienza della dittatura fascista, screditando la Resistenza partigiana, mettendo sullo stesso piano nazifascisti e antifascisti, sfruttando tragici episodi del passato per riscrivere la storia in modo parziale e fazioso.

È quello che si vorrebbe discutere sabato 9 febbraio alle ore 16 nell’incontro su «Foibe e confine orientale: analisi di una strumentalizzazione politica».

Proprio per questo non possiamo che solidarizzare con quegli studiosi e con quei ricercatori che hanno accuratamente indagato e documentato l’effettiva realtà storica delle Foibe e la strumentalizzazione politica che sta dietro la «Giornata del Ricordo»: Sandi Volk, Alessandra Kersevan, Claudia Cernigoi…

Tanto per confondere le acque, adesso la destra li chiama «negazionisti» o «revisionisti». Finora negazionista significava una cosa sola: negare il genocidio di milioni di ebrei per mano dei nazifascisti. Finora revisionismo indicava la storiografia che cerca di inventarsi presunti «crimini» della Resistenza senza alcun elemento concreto.

Ma la storiografia ai tempi di Facebook non necessita né di prove, né di metodo storico, né di ragionamenti, né di pietà per i morti. Basti qui a dimostrarlo un esempio fra tanti, tratto dal sito Facebook di un politico di centrodestra.

Vediamo di che si tratta.

Elio Bernardi si unì ai partigiani il primo maggio del 1944 e venne ucciso dai nazifascisti ancora 18enne il 17 aprile 1945. Per favorire la fuga di un compagno, cadde in uno scontro a fuoco.

Gli fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione: «Valoroso combattente, essendo stato scorto nel corso di un’azione di collegamento da una forte pattuglia nemica, non esitava ad attaccarla da solo permettendo ad un compagno d’arme che stava con lui di mettersi in salvo e di continuare il compito intrapreso e di assolverlo. Colpito a morte nell’impari lotta, immolava la giovane vita alla patria».

Sono passati più di 70 anni, quelli che avevano qualche ricordo di quegli eventi sono tutti morti da tempo, ma il livore dell’estrema destra e il risentimento per essere stati dalla parte sbagliata della storia non si attenua. Così, tutt’a un tratto un diciottenne cresciuto sotto la dittatura e che ebbe il coraggio di combatterla può rappresentare ancora oggi, nel 2019, un motivo di odio, di turbamento e di menzogne per chi vorrebbe sminuire o addirittura negare i crimini e le atrocità del Nazifascismo e per chi cerca di giustificare le scelte vili o complici dei propri padri:

Ecco un esempio di storiografia della diffamazione ai tempi di Facebook. Tutte le pie menzogne inventate nelle famiglie per giustificare la collaborazione al regime e per tenere a bada il senso di colpa, ora diventano la storia

Queste persone non fanno rabbia, fanno pena. Sono così piene di risentimento che mentono prima di tutto a se stesse. Non hanno alcuno spessore umano, ma solo malanimo, arroganza e cialtroneria. Absit iniuria verbis.

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[Forlì] Resoconto del presidio “Una casa per Tutt*!”

Riceviamo e condividiamo un breve resoconto del presidio “Una casa per Tutt*!” che si è tenuto sabato a Forlì.

Nonostante la pioggia, circa una settantina di persone ieri pomeriggio (2 febbraio) hanno partecipato al presidio per il diritto alla casa – “Una casa per Tutt*!” – in Piazza Saffi a Forlì. Continued…

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Anche a Istanbul prosegue la mobilitazione al fianco della rivoluzione curda

Prosegue la mobilitazione internazionale al fianco della rivoluzione curda. Sabato 16 febbraio anche a Roma vi sarà una manifestazione nazionale per la libertà di Ocalan e di tutte/i le/i prigioniere/i politiche/i. Da Bologna, YaBasta e Vag61 organizzano un pullman che partirà alle ore 8 dall’Autostazione, al costo di 20 euro: per prenotare un posto ci si può rivolgere ai banchetti del martedì a Vag61 e a quelli del mercoledì a Làbas. Intanto, riceviamo e condividiamo un intervento di Gianni Sartori.

ISTANBUL, 3 FEBBRAIO: I CURDI SCENDONO IN STRADA, SENZA PAURA DI NIENTE E DI NESSUNO
di Gianni Sartori

Un piccolo ripasso storico. Nell’ormai lontano 2012 centinaia di prigionieri curdi in sciopero della fame da 68 giorni avevano accettato di sospendere la loro protesta soltanto dopo una precisa richiesta in tal senso di Ocalan.

Ora ci risiamo, pare.

Domenica 3 febbraio Istanbul è stata “invasa” da decine di migliaia di manifestanti – in maggioranza curdi – che hanno risposto entusiasticamente all’appello del Partito democratico dei popoli (HDP) a sostegno di militanti e prigionieri in sciopero della fame per protesta contro l’isolamento a cui viene sottoposto Abdullah Ocalan. Continued…

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Jean Ziegler, l’inossidabile

Oggi come non mai è necessario essere antenati di un avvenire migliore e lottare per la libertà dall’oppressione per tutte e tutti. Riceviamo e condividiamo un intervento di Gianni Sartori.

JEAN ZIEGLER, L’INOSSIDABILE
: DA CHE GUEVARA A LUMUMBA, DA MANDELA A OCALAN… CON GLI OPPRESSI CONTRO GLI OPPRESSORI, SEMPRE!
di Gianni Sartori

Nella vita di ognuno ci sono libri come pietre miliari.

Per quanto mi riguarda, citando a casaccio:

Lettera a una professoressa” dei ragazzi di Barbiana (letto all’inizio del 1968 – in epoca non sospetta – ben prima della beatificazione postuma di don Milani); “La breve estate dell’anarchia – Vita e morte di Buenaventura Durruti” di Hans Magnus Enzensberger; “Omaggio alla Catalogna” di George Orwell (anche questo in epoca non sospetta – 1969-70 – molto prima della tardiva riabilitazione di POUM e FAI-CNT con il film “Terra e Libertà”); “Un’eterna Treblinka” di Charles Patterson; “Euskadi guduan” di Davant, Apalategui, Cereceda, Castells e del MVLN; “Come mantenersi sani in un mondo inquinato” (detto per inciso: una pia illusione) di Harald Taub; “Oltre lo stato, il potere e la violenza” di Abdullah Ocalan…

Potrei continuare naturalmente, a lungo…

Fondamentale, nella seconda metà degli anni settanta, la lettura di “Le mani sull’Africa” di Jean Ziegler. Un libro che l’autore dedicava – non certo a caso – a Lelio Basso, Mehedi Ben Barka, Carlos Lamarca, Henri Curiel. Continued…

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[BO] Contest musicale antirazzista per il Pratello R’Esiste 2019

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[BO] Una difesa della razza ariana al Centro Costa di via Azzo Gardino?

Aggiornamento. Ci pareva davvero strano che il Centro Costa potesse ospitare un’iniziativa del genere! E pare che la nostra denuncia abbia sortito come effetto l’immediata cancellazione dell’evento. Riteniamo dunque che non sussistano più le ragioni di boicottare il Centro Costa, e ritiriamo conseguentemente l’appello diramato ieri.

Resta comunque grave, a nostro parere, la poca chiarezza e la scarsa attenzione che, anche negli ambienti di sinistra (vedi qui e qui), permette a iniziative del genere di mimetizzarsi e trovare margini di agibilità. Per segnalazioni: staffetta at riseup punto net. Nessuno spazio al razzismo, nessuno spazio alla disumanità!

* * * * * *

L’inganno oggi va di moda.

Ed è così che venerdì 8 febbraio il Centro Costa di via Azzo Gardino 48 ospiterà la presentazione del libro di Stelio Fergola «L’inganno antirazzista. Come il progressismo uccide identità e popoli», un «saggio» (inganno!) che attacca la società multiculturale in quanto progetto di «ingegneria sociale che sta avviando i bianchi caucasici all’estinzione», minando la «sopravvivenza della nostra civiltà millenaria».

A tale dibattito in difesa della razza «caucasica», ossia ‘ariana’, minacciata dal perfido complotto di «ingegneria sociale» parteciperanno Gualtiero Via (Assessore alla Cultura del Comune di Budrio), Galeazzo Bignami (nella foto sotto) e tal professor Gaetano Sorbetti…

Dalla pagina web del Centro Costa, spesso sede di iniziative promosse da associazioni e/o gruppi più o meno legate alla sinistra cittadina, apprendiamo che tra i principi su cui il Centro organizza le proprie attività vi sono «la solidarietà, la tolleranza tra uomini e donne, le culture diverse»: ed ecco che torna l’inganno!

È l’incapacità di dire un NO forte e chiaro, negando spazi e legittimità a razzisti, sovranisti, nazionalisti, neonazisti, neofascisti o revisionisti di turno.

È la stessa incapacità di dire NO che caratterizza da sempre il Quartiere Santo Stefano che a metà gennaio ha concesso la Sala del Baraccano a Gianfranco Stella per presentare le bugie diffamatorie di «Compagno Mitra», al gruppo rossobruno Belzebò per diffamare le ONG in quanto «Organizzazioni Non Grate» e al sedicente filosofo Diego Fusaro editorialista dell’organo di stampa di CasaPound…

Ora, se mai l’iniziativa del Centro Costa fosse fondata su un equivoco e non su un deliberato inganno, ci rivolgiamo ai soci dell’associazione affinché vi sia una presa di posizione pubblica e si annulli la presentazione dell’8 febbraio.

In caso contrario, invitiamo tutt* a boicottare d’ora in poi il Centro Costa di via Azzo Gardino 48. Non andateci. Smettete di frequentarlo. Scrivete mail di protesta al Centro Costa: mail: csgiorgiocosta at gmail punto com, e tel. 051-551278.

Siamo stanch* di questi inganni e saremo sempre vigili nel contrastarli affinché la barbarie razzista non trionfi sui resti della civiltà umana.

Ora e sempre, Resistenza!

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