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[Parma] rinviata a maggio la manifestazione antifascista “Foibe e fascismo” alternativa al “Giorno del ricordo”


Per il maltempo l’iniziativa è stata rinviata. Riceviamo e condividiamo dal Comitato antifascista e per la memoria storica di Parma:

A causa del maltempo, previsto anche per i prossimi giorni, e dell’impossibilità per i relatori di raggiungere Parma, la manifestazione antifascista “Foibe e fascismo” alternativa al “giorno del ricordo delle vittime delle foibe” programmata per venerdì 10 febbraio al cinema “Astra” è rinviata, è rinviato anche il presidio di sabato 11 in via Tito.

La manifestazione, settima edizione, si terrà sempre al cinema “Astra” all’inizio di maggio; la data precisa sarà comunicata in seguito.

In relazione allo spot televisivo sul “giorno del ricordo” in onda in questi giorni sulle reti nazionali statali si segnala che il citato sig. Graziano Udovisi era nel 1945 tenente della fascista Milizia Difesa Territoriale, sottoposta direttamente ai tedeschi, e rastrellatore di partigiani in Istria; il suo racconto è messo in discussione dal libro “La foiba dei miracoli” scritto da Pol Vice (Paolo Consolaro) e pubblicato dalla casa editrice Kappa Vu nel 2008.
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“Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato” (George Orwell, 1984)

Oggi la crisi economica è sempre più grave: cala il potere d’acquisto dei salari, cresce la precarietà e la disoccupazione, aumenta ogni anno il numero dei morti sul lavoro. Di fronte alla crisi, il governo restringe sempre più i diritti dei lavoratori, opera tagli indiscriminati al settore pubblico, opprime i migranti, fomenta l’insicurezza e propone nuove forme di autoritarismo. Proprio il clima di dispotismo ha offerto in questi anni nuova agibilità a gruppi e partiti neofascisti che rivendicano apertamente l’eredità nazionalista, razzista, omofoba e sessista del Fascismo.

Nel 2004 i partiti di destra hanno istituito, per bilanciare la “Giornata della Memoria” (il 27 gennaio, in ricordo dello sterminio nazifascista di circa 6 milioni di ebrei), una mistificante “Giornata del Ricordo” (il 10 febbraio, in memoria dei presunti eccidi delle Foibe: 326 vittime accertate, 6.000 vittime ipotizzate senza concrete prove storiografiche). Vedi 1, 2, 3. Video. Operazione foibe di Claudia Cernigoi.

Smontare le falsificazioni revisioniste e nazionaliste, costruire memoria del nostro passato, è oggi tanto più necessario di fronte al riproporsi di progetti corporativi e autoritari.

da ECN antifa

Settima edizione della manifestazione antifascista “Foibe e fascismo” alternativa al “Giorno del ricordo” del 10 febbraio. Alternativa alla celebrazione del “Giorno del ricordo delle vittime delle foibe” che fa una ricostruzione storica parziale e mistificante, che prescinde dai fatti precedenti cause del fenomeno e ne dilata le reali dimensioni, che tende a rovesciare le parti, a far passare l’Italia fascista e i fascisti – aggressori – come vittime e la Jugoslavia e gli jugoslavi – aggrediti – come carnefici.

a Parma

– venerdì 10 febbraio 2012 dalle 17.30 al cinema “Astra” (piazzale Volta) conferenza, filmato, e dibattito

– sabato 11 febbraio 2012
ore 11: presidio in via Tito (lato via Budellungo) simbolo della Resistenza Jugoslava
ore 11.30: volantinaggio per le case di via Tito
ore 12: bicchierata

– mostra documentaria “Testa per dente” sui crimini fascisti in Jugoslavia, in data da definire

Finita l’iniziativa al cinema, venerdì 10 alle 20.30 cena con i relatori Davide Conti e Giuliano Calisti al circolo ARCI “Solari” (costo 13 euro)

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da ParmaAntifa

Foibe e fascismo
Parma, 10 febbraio 2012
ore 17,30 – Cinema Astra
Conferenza con Davide Conti (storico, Fondazione Lelio e Lisli Basso) e proiezione di “Pokret!” (video intervista a italiani partigiani in Jugoslavia con la presentazione del regista, Giuliano Calisti, ANPI Viterbo)

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Non si cancellano la storia e il valore della Resistenza jugoslava

Fascisti, leghisti e destre anticomuniste vorrebbero fosse eliminata l’intitolazione a Tito della piccola strada di Parma esistente dagli anni ’80, e in alternativa introdotta “via martiri delle foibe”. È una richiesta grave e assolutamente inaccettabile, espressione di quel “revisionismo storico” mirante a sminuire il valore della Resistenza antifascista, oscurare i crimini fascisti e nazisti, e rivalutare in qualche modo il fascismo.

Morti delle foibe, nel settembre-ottobre ’43 e nel maggio ’45, furono alcune centinaia di italiani (migliaia aggiungendo dispersi e fucilati in guerra, deportati e morti in campi di concentramento jugoslavi, ecc.) in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell’amministrazione italiana occupante la Jugoslavia, collaborazionisti.

Morti per atti di giustizia sommaria, vendette ed eccessi, da parte di partigiani jugoslavi, derivanti dall’odio popolare e dalla rivolta nei confronti dell’Italia fascista. Considerare questi morti indistintamente, accomunarli tutti insieme, non rende giustizia a quella parte di loro che furono vittime innocenti. Vittime, non martiri. La stessa legge statale del 2004 istitutiva del “giorno del ricordo delle vittime delle foibe” non usa mai la parola “martiri”.

Violenza di proporzioni di gran lunga superiori, sistematica e pianificata, e precedente, è stata quella del fascismo a partire dal 1920. Azioni delle squadracce contro centri culturali, sedi sindacali, cooperative agricole, giornali operai, politici e cittadini di “razza slava”, poi, nel ventennio, la chiusura delle scuole slovene e croate, il cambiamento della lingua e dei nomi, l’italianizzazione forzata, infine, nell’aprile del ’41, l’aggressione militare, l’invasione della Jugoslavia da parte dell’esercito del re e di Mussolini, pochi giorni dopo quella da parte della Germania nazista. L’Italia si annesse direttamente alcuni territori (come Lubiana e parte della Slovenia), altri tenne sotto controllo, in condizioni di occupazione particolarmente dure e crudeli, non meno di quelle naziste. Distruzione di interi villaggi sloveni e croati, dati alla fiamme, massacro di decine di migliaia di civili, campi di concentramento. Di qui la rivolta contro l’Italia fascista, lo sviluppo impetuoso del movimento partigiano delle formazioni repubblicane e comuniste guidate da Tito, la grande lotta antifascista e antinazista nei Balcani.

Enorme è stato il tributo jugoslavo alla guerra contro il nazifascismo: su una popolazione di 18 milioni di abitanti dell’intero Paese, furono al comando di Tito 300.000 combattenti alla fine del ’43 e 800.000 al momento finale della liberazione, 1.700.000 furono i morti in totale, sul campo 350.000 i partigiani morti e 400.000 i feriti e dispersi. Da 400.000 a 800.000, ovvero da 34 a 60 divisioni, furono i militari tedeschi e italiani tenuti impegnati nella lotta, con rilevanti perdite inflitte ai nazifascisti. Una lotta partigiana su vasta scala, che paralizzò l’avversario e passò progressivamente all’offensiva, un’autentica guerra, condotta da quello che divenne un vero e proprio esercito popolare e che fece di Tito più di un capo partigiano, un belligerante vero e proprio, riconosciuto e considerato a livello internazionale.

La Resistenza della Jugoslavia è stata di primaria grandezza in Europa e da quella esperienza la Jugoslavia è uscita come il paese più provato e al tempo stesso più trasformato. La Resistenza jugoslava ancor più di altre è stata più di una guerriglia per la liberazione del proprio territorio, è stata empito universale di una nuova società, ansia di superamento delle barriere nazionali, anelito di pace, libertà e giustizia sociale, da parte di tanti uomini e tante donne del secolo scorso.

Ai partigiani jugoslavi si unirono, l’indomani dell’8 settembre ’43, quarantamila soldati italiani, la metà dei quali diedero la vita in quell’epica lotta nei Balcani; essi, col loro sacrificio, riscattarono l’Italia dall’onta in cui il fascismo l’aveva gettata. A questi italiani devono andare il ricordo e la riconoscenza della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.

COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA

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