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Spaccio e truffe per i neofascisti italici

È cosa nota che i neofascisti spacciano soprattutto un’ideologia della violenza autoritaria e razzista e smerciano menzogne culturali, ciarpame filosofico e revisionismi storici di ogni genere. Ma non solo.

Roberto Fiore detto «Crisantemo», gran capo di Forza Nuova, pare abbia la tendenza a pagare i dipendenti con assegni a vuoto e ad accusarli di furto per metterli a tacere. Così è accaduto con un simpatizzante neonazista, allora autista del «Crisantemo», tal Massimo Perrone. Dapprima Fiore gli ha rifilato un assegno a vuoto da 8mila euro e poi lo ha denunciato falsamente per furto aggravato di 44mila euro.

A Bologna, lo spaccio di menzogne e d’altro da parte dei neofascisti conosce un nuovo, ridicolo episodio. Gabriele Catellani, camerata e amico di Marco Lisei, di Sergio Tedesco e di Michele Facci, oggi collocato nell’area minuscola di CasaPound, era sempre in prima fila in manifestazioni «anti droga, spaccio, degrado e illegalità», ma spacciava sotto banco per arrotondare i guadagni della sua osteria in via Silvio Pellico 4.

Intanto, a Salerno proseguono le faide interne a CasaPound, con i neofascisti locali che abbandonano il circuito nazionale di CasaPound e rifondano la finta associazione culturale Salerno Futurista. E i neofascisti dei «liberi pensieri» subito hanno applicato i loro metodi consueti contro i fuoriusciti «sotto forma di minacce, furti e danneggiamenti».

A Bologna, invece, il vicequestore Giovanni Preziosa ha cercato inutilmente di tirarsi fuori dai guai patteggiando la pena. Preziosa, di cui «Umanità Nova» ebbe a scrivere nel 1999, senza tema di smentite o di querele, «Giovanni Preziosa, ex picchiatore di compagni e manifestanti, ex amico di Roberto Savi», era stato arrestato perché indagava sì, ma «al soldo degli indagati». E forse non era la prima volta

Certo è che – mentre in Europa riesce variamente ad imporsi – in Italia l’estremismo di destra pare sempre più in disfacimento, anche perché il clima delle «grandi intese» e il PD stesso tendono a superarlo a destra promuovendo un nuovo, appiccicoso nazionalismo metaideologico, «al di là della destra e della sinistra».

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