Quando una cosa riesce bene pare non faccia notizia. Ieri si è tenuta una giornata antifascista di quartiere prima in Piazza Santo Stefano e poi a Porta Santo Stefano, una bella festa antiautoritaria, antisessista e antirazzista, per ribadire che una parte di questa città non accetta le politiche di normalizzazione del Comune, né la propaganda d’odio dei gruppuscoli neofascisti, a cui Questura e amministrazione locale concedono immancabilmente spazi di agibilità politica. Vedi Zic.it.
Quello che pare faccia notizia è invece il presidio regionale di Forza Nuova di ieri. Quindici (15) neonazisti quasi tutti provenienti da fuori Bologna, protetti da uno schieramento ingente di forze dell’ordine (6 camionette, 2 jeep e più di 50 agenti), in un deserto surreale da guerra civile, rallegrato solo da scritte antifasciste fatte la notte prima, e con i residenti che li contestavano dalle finestre: uno ha esposto una maglietta rossa con il volte di Che Guevara; un altro, quando i neonazisti hanno finito di cantare «Fratelli d’Italia», ha urlato un sonoro «vaffanculo» e fatto partire da un paio di casse audio messe sul davanzale la canzone «Antifa 2.0» dei 99 Posse. Vedi Rcdc, Repubblica.
È un fatto che a Bologna i neofascisti non siano affatto benvoluti. E continuando ad autorizzare tutte le possibili provocazioni nere in una città che ha pagato un prezzo altissimo alla violenza neofascista, la Questura di Bologna mostra bene di che pasta è fatta.