«Ci ricordava qualcuno, qualcosa. Non riuscivamo a rammentarci a chi somigliasse. Finalmente uno di noi lo identificò: somigliava a un refuso!» (E. Cecchi, Stampar bene e stampar male, 1929).
Negli ultimi tempi un refuso si aggira assiduamente per il web. Un refuso curioso, insistente, sintomatico.
Pare che il sindaco di Bologna voglia sostituire XM24 con un commissariato, fare di Bologna una caserma e forse anche ripristinare la Signoria.
È un sindaco che, se i notabili della Lega Nord o del PDL lo richiedono, sgombera a ripetizione gli insediamenti di migranti e invoca strette autoritarie sulla «sicurezza».
È quello che aspira a cancellare ogni segno di appropriazione collettiva della città da parte di chi la abita. Uno che sponsorizza le squadrette o ronde di pattuglianti cittadini e promuove l’impiego estensivo di telecamere e polizia. Uno che ha pensato a un’ordinanza anti-kebab come «misura di salvaguardia per il commercio nazionale». Uno che ha speso una fortuna per rifare la pavimentazione di Piazza Verdi perché non restasse nemmeno una pietra di quelle su cui era passata la rivolta del 12 marzo 1977…
È un sindaco che assomiglia davvero al grafema nero di un refuso. Per provare ad emendarlo, si terrà un’assemblea cittadina «contro la repressione, per l’autogestione» mercoledì 8 febbraio alle 20.30 in via Fioravanti 24, «per continuare insieme a immaginare un quartiere e una città diversi».