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La diffamazione nera del passato

Una delle apparenti contraddizioni dell’estremismo di destra è quella di difendere i presunti Valori Identitari della Tradizione proprio mentre si impegnano pervicacemente a diffamare il passato effettivo e documentabile con fandonie e insulti bambineschi. E oggi tutto è reso più facile dal regno fatato di Facebook in cui ogni bugia e ogni oltraggio riscuotono consensi e like da altri frustrati…

Gli esempi sono tantissimi. Qualche mese fa, tal Giorgio Gallazzi ha pesantemente diffamato su Facebook Elio Bernardi, partigiano ucciso dai nazifascisti ancora 18enne il 17 aprile 1945, medaglia d’argento per aver salvato un compagno d’armi rimettendoci la vita. Ciò avviene dopo più di settant’anni, forse solo per invidia verso chi ha fatto qualcosa della propria breve esistenza…

Ci sono ad esempio i bambocci di LUCI, Belzebò & C. che continuano a divulgare le loro pernacchie revisioniste e rossobrune.

Ma ormai non c’è solo Facebook. A Vergato, il candidato sindaco Giuseppe Argentieri, 48 anni, farmacista di Castel D’Aiano, ha dichiarato dal palco durante un convegno del Movimento Nazionale per la Sovranità:

«Sono consigliere comunale a Vergato che confina con Marzabotto: immagino tutti conosciate Marzabotto che è stato elevato come simbolo della codardia e banditismo partigiano elevato ad eroismo».

Oltraggi simili accadono tutti i giorni. Perché lo spaccio d’odio è oggi uno dei modi più comodi per guadagnare consensi e voti e favori…

Eia eia alla larga!

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Fine dell’isolamento per Ocalan?

Oggi il carcere ha prevalentemente una funzione di distruzione umana del detenuto o di vendetta sociale contro i poveri e contro chi non riesce a “integrarsi”. Basta pensare alle sevizie e alla morte di Stefano Cucchi… Per questo le carceri vanno abolite e occorre denunciare con ogni mezzo l’ipocrisia delle istituzioni europee preposte alla “prevenzione della tortura”…

FINE DELL’ISOLAMENTO PER OCALAN?
di Gianni Sartori

Ma sarà poi veramente così? In molti lo speriamo, sinceramente.

Il 16 maggio, giovedì – al 190° giorno di sciopero della fame di Leyla Giuven – è piombato un fragoroso annuncio del ministero della Giustizia turco. Le misure che finora hanno impedito agli avvocati di Ocalan di incontrare il loro assistito stavano per essere tolte. Continued…

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[BO] ven 31 mag h.19: chiacchierata con Alberto Palladino su Europa identitaria e sovranista

Nella neolingua del razzismo identitario, ormai «sovranismo» è una parola di moda, coniugata a destra e a manca, e mescolata ai discorsi più diversi solo per nascondere la vasta crisi sociale, civile e ambientale che si aggrava ogni giorno di più, devastando la vita di milioni di persone.

«Sovranismo» è una parola costitutivamente fascista, perché storicamente l’ideologia del Fascismo è nata proprio da una rete di ibridazioni fra «destra» e «sinistra», combinando lotta di classe e nazionalismo, dittatura del proletariato e stirpe eletta, socialismo e razzismo. Tutti dicono che siamo nel futuro, ma finché il capitalismo non sarà abbattuto continueremo a rivivere l’orrore del Novecento ancora e ancora e ancora…

E sarebbe importante riflettere sulla poca chiarezza e la scarsa attenzione che, anche negli ambienti di sinistra, permette a iniziative sovraniste o rossobrune di mimetizzarsi e trovare margini di agibilità.

Venerdì 31 maggio alle ore 19 il Coordinamento Antifascista Murri promuove un dibattito intorno al recente libro di Alberto Palladino sull’Europa identitaria (Il Manifesto libri, 2019) al Circolo anarchico “Camillo Berneri”. Sarà un’occasione per riflettere sul nostro presente e sui modi più efficaci per contrastare la propaganda identitaria, sovranista e rossobruna.

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[BO] lun 20 mag h.18.30: comizio di Forza Nuova in Piazza Galvani

Si sa: le elezioni sono quel triste momento dell’anno in cui, con la scusa della campagna elettorale, i più odiosi partiti e partitini di destra fanno i loro sordidi banchetti e comizi per diffondere le loro cupe istigazioni all’odio e alla discriminazione provando a prendere qualche voto e a dare una parvenza di «legittimità democratica» alle loro propensioni squadriste e violente.

Così lunedì 20 maggio alle 18.30 in Piazza Galvani si terrà il comizio di Roberto Fiore e di tal Fiorenzo Consoli per propagandare le tesi neonaziste e xenofobe di Forza Nuova. In Piazza Galvani arriveranno  le solite bande di neonazisti in trasferta per ascoltare la fandonia razzista della «sostituzione etnica degli italiani» e il ridicolo grido d’odio secondo cui «ci stanno già sostituendo»…

Per non farci mancare niente venerdì 17 e sabato 18 maggio si terrà a Bologna in luogo ancora imprecisato il concerto dell’estrema destra suprematista e identitaria «White Kriminals Party» con le solite band i cui nomi sono tutto un programma, i «Legittima offesa», i «Brutal Attack», i «Katastrof Arian Rock»…

È la musica che piace alla gente che a Torre Maura ha calpestato il pane pur di non darlo alle persone di un centro d’accoglienza. È il tipo di gente che a Casal Bruciato gridava «Troia, ti stupro!» a una signora rom con quattro figli. E le Questure d’Italia continuano a dare copertura alle provocazioni dell’estrema destra…

Riteniamo inaccettabile che, autorizzando anche questa manifestazione nella centralissima Piazza Galvani, la Questura di Bologna continui a contrapporsi al sentire di questa città. Una città che rifiuta il razzismo, l’antisemitismo, l’islamofobia, l’omofobia, il sessismo, il militarismo e lo squadrismo. Una città che – dalla strage del 2 agosto 1980 alla banda dei poliziotti della Uno bianca – ha pagato a caro prezzo le strategie autoritarie dei neofascisti e delle loro sponde negli apparati dello Stato.

È un fatto inoltre che quando Forza Nuova cala su Bologna ci sia sempre qualche anonima intimidazione, qualche monumento antifascista vandalizzato, qualche corona bruciata, qualche aggressione, qualche attentato incendiario a sfondo razzista.

Invitiamo tutte e tutti alla vigilanza, alla resistenza e alla creatività antiautoritaria.

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La popolazione di Afrin dice “No” al muro per annetterla alla Turchia

Muri, sempre muri, in ogni angolo del mondo. All in all it was all just bricks in the wall… Dietro le manipolazioni della propaganda, alla fine c’è solo e sempre, e in tutta la sua concretezza, la violenza autoritaria e discriminatoria del potere. È ora di riprenderci il futuro!

LA POPOLAZIONE DI AFRIN DICE “NO” AL MURO PER ANNETTERLA ALLA TURCHIA
di Gianni Sartori

Già da alcune settimane Erdogan & C. hanno intrapreso la costruzione di un muro per annettere la regione di Afrin (nel nord della Siria) alla Turchia.

Il muro, alto mediamente tre metri, si va allungando per oltre 70 chilometri allo scopo di inglobare la maggior parte della regione curda per isolarla dal territorio siriano.

Ufficialmente realizzato per “proteggere” l’area dalla guerriglia curda, in realtà dovrà fornire protezione ai gruppi islamisti – alleati di Ankara – qui ormai stabilmente insediati. Non solo. Rappresenterà il suggello definitivo del cambiamento demografico (eufemismo per “pulizia etnica”) in atto.

Ma la popolazione non sembra volersi rassegnare. Infatti dall’annuncio della costruzione numerose manifestazioni di protesta si sono svolte in Rojava. Particolarmente numerosa e combattiva quella del 12 maggio nella cittadina di Amude (centro amministrativo del cantone di Cizir) contro l’occupazione turca avviata più di un anno fa in totale violazione del Diritto internazionale.

Nel suo intervento Selva Sileman, copresidente del Consiglio popolare di Amude, ha sottolineato che “così come proseguono le pratiche di espulsione e di sterminio utilizzate dalle truppe di occupazione turche e dai loro alleati jiadisti in Afrin, ugualmente prosegue, sotto gli occhi indifferenti del mondo intero, la costruzione illegale del muro”.

I manifestanti portavano in corteo le foto delle vittime civili – centinaia – provocate dall’attacco dell’esercito turco (soprattutto tra gennaio e marzo 2018).

Altri ostentavano striscioni e cartelli molto espliciti: “Abbasso lo stato turco!”; “La determinazione delle donne fermerà l’occupazione”; “No alla guerra!”.

Gianni Sartori

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Riza Altun è vivo e smentisce le dichiarazioni dei politici turchi

“Sicurezza”, guerra e disinformazione vanno sempre a braccetto, ma le bugie hanno le gambe corte…

RIZA ALTUN È VIVO E SMENTISCE LE AVVENTATE DICHIARAZIONI DEI POLITICI TURCHI
di Gianni Sartori

Lo riconosco. Due mesi fa anch’io avevo preso – se pur con “beneficio d’inventario” e facendo ampio uso del condizionale – se non proprio per autentica, almeno per verosimile la notizia della presunta morte di tre esponenti curdi del PKK e del ferimento di Riza Altun. Il fatto sarebbe accaduto nel corso di un attacco aereo su Qandil il 21 marzo (tra l’altro giorno del Newroz, per cui l’evento acquistava un alto valore simbolico).

Invece il 10 maggio l’esponente del Consiglio Esecutivo della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) è apparso per una lunga intervista su Medya Haber. In buona salute e assai determinato. Riza Altun ha pubblicamente definito la notizia della sua morte come “propaganda della guerra speciale”.

Ha poi confermato che quel giorno c’era stato un attacco aereo (presumibilmente lo stesso documentato con un video), ma “io non mi trovavo nel luogo che è stato bombardato”. Tuttavia, anche se Altun non era sul posto “evidentemente c’era la necessità di tale propaganda, non solamente rispetto alla mia persona”. Infatti la stessa cosa era già accaduta ai danni di altri militanti curdi. Ossia, ha proseguito Altun “si fa propaganda con le liste rosse (dei militanti curdi n.d.a.) e cose simili. Non bisogna attribuirvi valore. Si tratta di un metodo della guerra speciale”.

Alla fine di marzo la notizia della morte di Altun era stata diffusa con clamore dai media turchi e vari esponenti del governo turco, come il Ministro degli Interni, avevano rilasciato dichiarazioni trionfalistiche. Con affermazione del tipo: “Abbiamo fatto fuori un altro uomo di Apo a Qandil. Con questo gli abbiamo fatto un bel regalo elettorale…”.

Invece un portavoce del presidente Erdogan (citando l’agenzia stampa Anadolu Ajansi) aveva dichiarato che “abbiamo dato un altro colpo al PKK. Il terrorista del PKK Riza Altun, ritenuto ministro degli Esteri del PKK e altri, sono stati colpiti in un’operazione efficace delle nostre forze di sicurezza”.

Affermazioni che ora come ora appaiono quantomeno precipitose e avventate. E comunque, dopo la lunga intervista di Riza Altun in televisione, avranno tutto il tempo per rimangiarsele.

Gianni Sartori

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A Casal Bruciato il fascismo non passa…

Ecco la lettera delle maestre di Casal Bruciato che stanno facendo turni di guardia giorno e notte contro le intimidazioni e le minacce razziste dell’estrema destra. Forse bisognerebbe mettere le maestre elementari a dirigere la polizia, e rimandare i dirigenti di polizia sui banchi di scuola perché imparino l’ABC dello stare al mondo…

Siamo genitori e insegnanti dell’I.C. Simonetta Salacone, la scuola che frequentano tre delle quattro figlie di Suzana, la donna rom (nata in Italia) che ha finalmente avuto la possibilità di dare una casa alla sua famiglia con l’assegnazione di un alloggio popolare a Torrenova. Continued…

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Per Igor e tutti i ragazzi torturati e uccisi dal potere

Riceviamo e condividiamo un frammento di memoria storica di un tempo insieme lontano e vicino. In ogni angolo di questo paese resta traccia di tante violenze del potere rimosse e dimenticate. Ricordare la barbarie di ieri vuol dire prepararsi a combattere quella che abbiamo di fronte.

VITTIME DIMENTICATE NEL BASSO VICENTINO
di Gianni Sartori

Il paesaggio del Basso Vicentino che si può contemplare dall’alto dei Colli Berici – per esempio dalla Croce di Lumignano – ha subito negli ultimi vent’anni vistose trasformazioni. O meglio, deturpazioni.

Al posto dei grandi pioppi incolonnati lungo le strade, delle folte siepi di opio (acero campestre) o di quelle – più raffinate – di carpino, oggi come oggi è tutto un dilagare irrefrenabile di capannoni (per non parlare della inquinatissima – metalli pesanti – A31 con tutto il suo accompagnamento di complanari, bretelle e rotatorie).

Entrambi comunque, le ecologiche siepi e i devastanti capannoni, potrebbero aver contribuito a celare una miriade di drammi dimenticati o rimossi.

Grandi e piccoli, hanno comunque segnato questa contrade. Apparentemente, ma solo apparentemente, pacifiche e un tempo bucoliche.

Qualche pro-memoria.

La morte atroce di Paolo Floriani, un ragazzino del campo nomadi di viale Cricoli annegato nel Bacchiglione. A Debba, novembre 1987. Inseguito, braccato, aveva attraversato a nuoto il fiume – sicuramente gelido in quella stagione – ben quattro volte per sfuggire alla polizia.

Oppure, lo avevo già scritto anche qui mi pare, il calvario della bambina ebrea Sara Gesses a Vo’ Vecchio (tecnicamente in provincia di Padova, ma solo per qualche centinaio di metri), riconsegnata ai nazifascisti – dalle suore – dopo che la mamma era riuscita a nasconderla.

Non ho invece potuto risalire al nome di un ragazzo russo massacrato dai soldati tedeschi a Monticello di Barbarano. Secondo Aldo Viero avrebbe potuto chiamarsi “Igor”, ma era più che altro una sua ipotesi, non una certezza. Continued…

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Una storia dimenticata, una storia da ricordare…

La storia dell’Irlanda del Nord è ormai finita nel dimenticatoio. Pochi compagni e poche compagne, in Italia e altrove, ricordano il bagno di sangue perpetrato dalle forze coloniali britanniche dalla fine degli anni ’60 fino alle soglie del terzo millennio. Ma i sopravvissuti continuano a lottare per far emergere una verità che hanno conosciuto fin troppo bene sulla propria pelle. Leggi il resto sul blog di Nicoletta Poidimani.

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Il fascismo che viene dallo smartphone

Oggi uno stato totalitario avrebbe sistemi di controllo e persuasione enormemente più potenti e capillari di qualsiasi dittatura del passato…

ALGORITMI DI CONTROLLO IN CINA
di Gianni Sartori

Risale a pochi mesi fa una relazione con cui Human Rights Watch denunciava l’esistenza in Cina di un innovativo “sistema di sorveglianza di massa” denominato Integrated Joint Operation Platform.

Da tempo ampiamente utilizzato dalla polizia nella provincia del Xinjang, IJOP funziona come raccoglitore di informazioni attinte a svariate fonti. In primo luogo dalle videocamere di sorveglianza (anche notturna, con riconoscimento facciale e utilizzo di infrarossi) posizionate in luoghi ritenuti strategici (supermercati, scuole, luoghi del tempo libero, abitazioni di esponenti religiosi…).

Classificata come “strumentazione mobile per smartphone android”, viene utilizzata per localizzare, identificare e segnalare indirizzi, numeri telefonici, password… (e quant’altro circoli in rete) di PC e smartphone.

Stando a uno studio dell’azienda tedesca Cure53 (specializzata in cybersicurezza), le informazioni raccolte con l’applicazione IJOP avrebbero lo scopo – principalmente – di “individuare i comportamenti sospetti”. Tuttavia non sono solamente le attività illegali ad essere indagate. Infatti l’app analizza anche i titoli dei libri consultati dagli internauti, i loro consumi elettrici e di carburante, targhe automobilistiche, opinioni politiche e religiose, tenore dei rapporti con il vicinato, viaggi e relazioni all’estero. Oltre – ovviamente – all’eventuale utilizzo dei cosiddetti “programmi sleali” ossia messaggi e VPN (Virtual Private Network, Rete virtuale privata) cifrati per impedire l’identificazione degli utilizzatori. Fino al punto di controllare se per entrare e uscire da casa propria si utilizza la porta principale o una secondaria (non si hanno invece notizie su come venga classificato l’eventuale uso della finestra, sicuramente una aggravante). Alquanto sospetto viene poi considerato il fatto di non possedere o non utilizzare lo smartphone.

In genere l’allarme scatta non appena un soggetto sembra cambiare atteggiamento o comunque quando interviene un fatto anomalo, non previsto. Per esempio se la persona che fa il pieno a una pompa di benzina risulta non essere l’intestatario dell’auto. Al momento sarebbero 36 i principali comportamenti classificati come “sospetti” nell’ambito delle normali attività quotidiane. Comportamenti assolutamente legali, ma comunque in grado di allertare le forze dell’ordine.

Vi sentite osservati? No!?! Fate male, a mio parere.

Gianni Sartori

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