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[Rimini] «Fellini è vivo e lotta insieme a noi»

L’immensa ruota luminosa sul lungomare di Rimini improvvisamente si accende al rosso dei fumogeni nella notte del sabato sera. I lounge bar regalano, senza accorgersi, aperitivi ai dimostranti, mentre un pianista nel dehors di una piadineria intona Bella Ciao. E un corteo improvvisato alza i pugni e le bandiere stretto a panino tra polizia e caramba. Questo il finale della giornata di sabato a Rimini. Leggi tutto il resoconto su Malamente.

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Europa nera? No, grazie!

A Chemnitz erano in 65.000 per dire no al neonazismo e al razzismo dopo che gruppi di estrema destra avevano compiuto una terribile caccia all’immigrato per le vie della città, in seguito alla morte di un tedesco 35enne ucciso a coltellate in strada, per il cui omicidio sono inquisiti un richiedente asilo iracheno 22enne e un presunto complice siriano. Al megaconcerto hanno partecipato le più note band del punk tedesco e tanti sono stati gli slogan e gli striscioni contro il razzismo e l’estrema destra. Cose, insomma, che in Italia non succedono e a cui i media danno poco rilievo…

Intanto in Svezia, dopo mesi e mesi in cui i media prospettavano il trionfo elettorale dei neonazisti, le elezioni che avrebbero dovuto segnare una forte svolta a destra hanno alla fine riservato meno sorprese del previsto. Nonostante le intimidazioni e aggressioni ai seggi e il gran spazio sui media, i neonazisti sono cresciuti solo di un 5% passando al 17%, ma non hanno sfondato né andranno al governo. Invece, l’ex Partito Comunista pare sia andato oltre l’8%…

Nello stesso tempo, a Barcellona un gruppo di nazionalisti gridavano «Nazi, nazi!» mentre facevano il saluto fascista, rivolgendosi a un gruppo di antifascisti. Questa è una delle immagini più sorprendenti della giornata di mobilizzazione della estrema destra spagnola a cui hanno partecipato 8000 persone. L’imprenditore José Manuel Opazo, ex guardia civil e residente in Svizzera, ha finanziato le spese di mobilitazione, includendo una quarantina di autobus provenienti da tutta la Spagna. Più dettagli qui

È evidente che, dinanzi alla crisi, vi è una radicalizzazione della politica istituzionale che cerca di travestire le solite ricette con nuovi nomi e nuovi slogan. Non è una strada che porterà lontano. Ma è evidente che organizzarsi e resistere è possibile e bisogna farlo ogni giorno ovunque ci troviamo!

Ora e sempre resistenza!

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Contro la normalizzazione del fascismo, tante mobilitazioni antifa e un fumetto d’inchiesta sul terrorismo neonazista

Oggi i media danno ampio spazio a qualsiasi notiziola idiota che possa contribuire a legittimare e normalizzare il nazionalismo, il razzismo e il fascismo. A Bagnacavallo un giardiniere neofascista scrive DUX con il tagliaerba su un prato, e subito il «Resto del Carlino» dà l’importante notizia manco si trattasse dei cerchi extraterrestri nel grano… A Rimini pare che tutti vogliano fare feste di nozze a Villa Mussolini, e il «Resto del Carlino» dà la notizia con lo strascico di polemiche su chi sia stato il marito più fedifrago fra Mussolini e Togliatti… A Modica invece tiene banco la foto di Mussolini in un bar, prima sequestrata dalla magistratura e poi dissequestrata come espressione di «libero pensiero». E si potrebbe continuare all’infinito con queste significative notizie

Quasi nessuna attenzione riscuotono invece le mobilitazioni di questo fine settimana contro sta gran rottura di cojoni dei fascisti. A Padova gli antifascisti occupano la piazza in cui doveva manifestare Forza Nuova. A Brescia è andata in frantumi la vetrina della sede di Forza Nuova proprio mentre i neonazisti facevano la loro riunione settimanale. A Grosseto la manifestazione di Maremma Antifa ha sfilato per le vie della città contro il raduno dei neofascisti di CasaPound. A Rimini il presidio di Rimini Antifascista non si è fatto intimidire dal grande spiegamento di poliziotti con cani ed elicottero, e i neonazisti di Forza Nuova non hanno potuto sfilare indisturbati.

Anzi, a Rimini si è avuta la netta impressione che i neonazisti di Forza Nuova, ampiamente superati a destra da Salvini, se la passino davvero male. Una «manifestazione nazionale» di 200 persone in jeans e camicia bianca, provenienti da tutto il Nord con prevalenza di veneti e friulani. Un Roberto Fiore con panza sempre più grande e una retorica sempre più fiacca e ripetitiva. Un clima di fanatismo identitario frustrato e insoddisfatto, tanto che anche il solito sventolìo di bandiere aveva un che di malinconico e stanco.

Basta guardare questo video esilarante di neonazisti smarriti e malcontenti. «Il forzanovista è uno pettinato, bello, sano e italiano…», strilla al megafono un dirigente. «Quando parla il Segretario, le bandiere vanno sventolate! Ve le ho portate per sventolarle, non per tenerle chiuse!…», dice un altro dirigente dinanzi allo sconforto generale, prima che Roberto Fiore si metta a parlare.

Non che la cosa non sia allarmante. Anzi, quando l’estrema destra fa i conti con la sua idiozia e insensatezza, c’è sempre chi non si contenta di qualche svastica e bandiera nera agitata in piazza e sogna violenze e attentati come l’AFO in Francia con il suo «survivalismo identitario».

Per questo ci pare un’iniziativa editoriale importante e da sostenere quella di BeccoGiallo che ha pubblicato un graphic reportage del giornalista d’inchiesta David Schraven e del disegnatore Jan Feindt:

David Schraven e Jan Feindt, Lupi bianchi. Rapporto sul terrorismo neonazista in Europa, 226 pp.

Questa la scheda del libro:

I gruppi nazisti di tutta Europa sono uniti da un’ideologia brutale, quella della superiorità della razza, dell’annientamento, della voglia di uccidere. Spuntano fuori sempre nuovi nomi: organizzazione clandestina nazionalsocialista (NSU), Blood & Honour, Combat 18, Hammerskins.

Molti altri gruppi rimangono sconosciuti e agiscono ancora oggi nell’ombra, compiono attentati contro le moschee, contro gli immigrati e contro chiunque non la pensi come loro.

L’origine di questi gruppi terroristici è quasi sempre la stessa. Molti si rifanno ai «Diari di Turner» come modello ideologico e si organizzano in piccole cellule operative senza un unico capo.

In questo graphic reportage il giornalista d’inchiesta David Schraven e il disegnatore Jan Feindt si mettono sulle tracce di un gruppo di estremisti nazisti tedeschi, portando alla luce le loro relazioni internazionali e mostrando quanto le idee contenute nei «Diari di Turner» influenzino lo sviluppo degli ambienti dell’estrema destra in Europa.

Conoscere per resistere! Ora e sempre resistenza!

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[Francia] Un «survivalismo identitario» tra armi, bombe e fanatismo

Fra giugno e luglio sono stati indagati in Francia tredici estremisti di destra che progettavano attentati contro persone di religione islamica: l’assassinio di 200 imam radicali, attacchi alle moschee, avvelenamento del cibo halal nei supermercati, lancio di granate per strada contro i musulmani. Sono alcuni dei progetti della cosiddetta «Action des forces operationnelles» (AFO), che disponeva di un sito web per istruire la cittadinanza alla guerra di religione, «Guerre de France», gestito da un ex poliziotto. E la maggior parte degli affiliati proviene dalle fila della polizia e dell’esercito francese. Hanno fabbricato bombe artigianali e fatto sopralluoghi per individuare i loro obiettivi, con l’intento di prepararsi a una «guerra civile etnica». Era pieni di armi da fuoco e munizioni, essendo appassionati di caccia e di tiro sportivo. Gente non schedata, «insospettabile».

Si sono giustificati dicendo che era tutto uno scenario ipotetico: «Siamo survivalisti, non terroristi». E sono andati tutti liberi, con una tirata d’orecchie da parte dei loro colleghi poliziotti e dei magistrati.

In tutt’Europa sono tanti i gruppi come l’AFO ai margini dell’area dell’estrema destra identitaria e sovranista. Sono gruppi piccoli, al massimo di una decina di persone, che si radicalizzano fantasticando nel loro angolo, incoraggiati dalla propaganda razzista di politici, partiti, media e istituzioni.

Nel 2016 un’accurata inchiesta del Royal United Services Institute for Defence and Security e dell’Università di Leiden ha dimostrato che lo stragismo neonazista e neofascista in Europa è altrettanto pericoloso e persino più letale del terrorismo islamista.

Delle 72 stragi effettuate fra il 2001 e il 2016 in 31 paesi europei, quelle di ispirazione religiosa hanno provocato solo l’8% dei decessi, mentre gli attacchi terroristici della destra razzista e identitaria hanno causato poco meno del 50% dei decessi.

Ma di questo non si parla. Anzi, è «survivalismo identitario»…

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[BO] 74 anni fa l’eccidio di rio Conco

Bologna e la sua provincia hanno subito numerosissime stragi nere. Era l’8 settembre 1944 quando quindici persone, fra cui un ragazzo di diciassette anni, vengono uccise dai militari nazisti e fascisti nei pressi del Palazzo de’ Rossi di Pontecchio Marconi. La sera precedente a Rioveggio due ufficiali della Wehrmacht erano stati uccisi dai partigiani. Per rappresaglia, furono rastrellate una trentina di persone fra cui anche famiglie e bambini, pur avendo il lasciapassare dell’esercito occupante. L’8 settembre tutti gli uomini furono portati in camion sotto i calanchi di rio Conco. I nazisti li obbligarono a scavarsi la fossa e poi li fucilarono.

Il fascismo sembra sempre una farsa finché non diventa tragedia e morte.

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Quando lo Stato spara sulla folla

Come era prevedibile, l’adozione delle cosiddette «armi non letali» o «armi con letalità attenuata» coinvolge ora anche gli apparati di polizia italiani. Nel marzo 2018 il governo ha dato il via libera a una sperimentazione del Taser in Italia. E si tratta di comprendere la logica dell’uso di queste armi e non cadere nelle banalizzazioni che hanno accompagnato il loro impiego in Francia.

Proiettili di gomma, granate a frammentazione o assordanti, spray urticanti a lunga gittata, ma anche vere e proprie armi da guerra con carica di tritolo «attenuata» sono i pericoli che i manifestanti devono schivare in Francia allorché disturbano l’ordine pubblico. Proiettili che, diversamente da una carica frontale dei celerini, sfrecciano nell’aria silenziosi fino a colpire, ferire, mutilare, uccidere qualcun* accanto a te: lo stato spara nel mucchio, sulla folla. Questi dispositivi hanno la caratteristica di isolare il bersaglio dal resto della folla, riescono a imporre l’individualizzazione anche negli scontri di piazza, là dove il sentimento di solidarietà si manifesta e la forza collettiva può costruirsi. Sulla questione si può leggere utilmente questo testo che ripercorre alcuni episodi avvenuti dal 2009 ai giorni nostri tra Francia e Italia:

QUANDO LO STATO SPARA SULLA FOLLA.
Le armi non letali come ingrediente della repressione. Le armi non letali e il loro uso contro i movimenti sociali: le novità in Italia e l’esempio della Francia.

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[BO] sab 22 set h.9.00: Trekking Antifascista ai Caduti di Sabbiuno

Per sabato 22 settembre il Coordinamento Antifascista Murri ha organizzato un Trekking Antifascista dall’ex-carcere di San Giovanni in Monte fino al monumento ai caduti di Sabbiuno.

Ritrovo alle ore 9.00 in Piazza San Giovanni in Monte, di fronte al Dipartimento di storia, dove ci sarà un intervento del prof. Alberto Preti. Dopo l’intervento si inizierà il trekking con prima tappa all’Eremo di Ronzano, dove vi sarà un pranzo offerto dal Coordinamento Antifascista Murri, e poi si ripartirà verso il Sacrario di Sabbiuno.

Chi fosse interessato può mandare una mail di iscrizione a murri at inventati punto org in modo da organizzare al meglio il pranzo.

Era il 5 dicembre 1944 quando i nazifascisti effettuarono un massiccio rastrellamento nelle retrovie del fronte, tra Anzola Emilia, Calderara e Amola di Piano. Con la collaborazione di alcune spie, catturano decine di partigiani e molti abitanti della zona. Tra le 200 e le 300 persone furono portate nelle sedi delle SS naziste a Bologna e, dopo gli interrogatori e le torture, furono trasferite nel carcere di San Giovanni in Monte, dove si trovavano già centinaia di detenuti. E altri se ne aggiunsero nei giorni successivi.

Coloro che furono ritenuti partigiani per la delazione delle spie, vennero portati a Sabbiuno di Paderno sulle colline a sud di Bologna, e fucilati in massa. Per nasconderli, i corpi furono gettati nei calanchi verso il Reno. La strage fu compiuta in due tempi: il 14 e il 23 dicembre 1944. Sul sempre reticente «Resto del Carlino» un trafiletto annunciava genericamente solo la fucilazione del 14 e non quella del 23.

Numerosi rastrellati scampati alla fucilazione furono deportati a Mauthausen.

Non si conosce il numero esatto dei partigiani fucilati a Sabbiuno, fra cui tanti giovani fra i 16 e i 21 anni, perché i resti di molti di loro potrebbero essere rimasti sepolti nei calanchi. Erano operai, manovali, ferrovieri, braccianti. Erano comunisti e partigiani. Le salme furono recuperate, e solo in parte identificate, nei giorni successivi alla Liberazione. Qui le biografie dei caduti che sono stati identificati.

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Appello per una mobilitazione antifascista verso l’8 settembre contro Forza Nuova a Rimini

Riceviamo e condividiamo quest’appello di Rimini antifascista per la mobilitazione di sabato 8 settembre a Rimini contro Forza Nuova. Oggi l’aut aut è, ancora una volta, rivolta o barbarie. Di qui bisogna ricominciare!

Sabato 8 settembre il partito neofascista di Forza Nuova vorrebbe sfilare a Rimini con un corteo addirittura nazionale.

Si tratta dell’ennesimo attacco (benchè finora mai di questa portata) al nostro territorio, all’interno di un progetto politico che vede le nuove destre all’assalto delle cosiddette “regioni rosse”. Non a caso nello stesso weekend anche CasaPound avrà la sua festa nazionale a Grosseto.

Ora, quel rosso che consideriamo da tempo tradito è intriso di sangue partigiano e dal sacrificio di chi ne ha raccolto l’eredità. E non è tanto il passato, ma il presente che ci mette davanti la triste realtà classista di un paese in mano a una banda di sciacalli che ha nella guerra ai poveri e nella militarizzazione della società il proprio programma politico. A noi il compito di segnare un solco oltre il quale non è concesso a fascisti e leghisti e accoliti vari di passare. La settimana che ci separa dall’8 settembre potrebbe essere un ottima occasione per provarci.

In tutto questo c’è qualcosa che proprio non ci va giù. A Rimini Forza Nuova è debole, diciamo che sono poche facce del circondario che per la città nemmeno ci girano, se non scortati. Evidentemente subiscono pressioni dall’esterno perchè Rimini e la Romagna sono viste dal loro partito come un luogo di richiamo dove fare passerelle e provare a insediarsi. E come già a luglio con i nazisti polacchi, mettono in campo un livello di mobilitazione che poi, partiti gli ospiti, non possono proprio permettersi.

Questa dinamica da colonizzatori, tipica dello squadrismo, va rotta. Se il loro “intento” è una calata nazionale sulla città di Rimini, la risposta deve saper superare i confini cittadini ed estendere l’azione antifascista ovunque questi personaggi vivono e fanno politica: consapevoli che contro i fascisti la miglior difesa è l’attacco, facciamo appello a tutte le forze sensibili, singole e collettive, per una settimana di mobilitazione in cui ognuno come più ritiene opportuno faccia sentire ai fascisti che vivono nei propri territori che fare gli squadristi oggi in Italia è una scelta sgradita e non priva di conseguenze.

Abbiamo un governo a trazione leghista che strizza di continuo l’occhio ai neofascisti, dando contemporaneamente sempre più strumenti e copertura alle forze di polizia. Ma la nuova forza politica con cui governa tradirà gran parte delle aspettative di cambiamento di buona parte della popolazione. Non si esce dalla dittatura liberista senza rottura rivoluzionaria…

La sinistra non sa che pesci pigliare e, come sempre, fa più danni della peste. I fascisti continueranno a sgomitare per guadagnare terreno con il servilismo e l’arrogante opportunismo che li contraddistingue. La grossa mobilitazione neonazista di questi giorni nell’est della Germania sta lì a dimostrarcelo. Ma dimostra anche che si possono fermare. Il nostro tempo è qui e ora, non abbiamo scelta: se non riparte adesso un ciclo di lotte proletarie e antifasciste, verremo travolti da questa immondizia della storia.

Lavoro gratuito e polizia a scuola, sgomberi in vista per case occupate e spazi sociali, precarietà e carovita dilaganti, oltre 1000 morti sul lavoro all’anno e fascisti che vorrebbero prendersi le strade copiando slogan di chi quelle strade le vive davvero, grandi opere infrastrutturali che ci cadono sotto i piedi o in testa, e in tutto questo disastro il dibattito pubblico è schiacciato sull’immigrazione… rimbocchiamoci le maniche e diamo una spallata a questo mondo in declino.

L’autunno è alle porte, poi verrà una nuova primavera. Chiediamo a chi ha a cuore il superamento di questo nefasto presente, e alle compagne e ai compagni che ci hanno conosciuto in questi anni di mobilitarsi. Lottando insieme possiamo cambiare il corso della storia e vincere.

Vi invitiamo a una settimana di mobilitazione antifascista e ci vediamo a Rimini sabato 8 settembre 2018, dalle ore 16.30 (maggiori dettagli in seguito).

Rimini Antifascista

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[Pescara] La ronda di CasaPound non passa!

Oggi tanta gente è sempre più alienata in una quotidianità priva di eventi e di emozioni condivise. Vive per procura immedesimandosi nei discorsi dei media, nei concetti della propaganda, dei talk show, dei serial televisivi come surrogati sbiaditi di un’effettiva esperienza. Forse anche per questo il razzismo si diffonde fra chi ha poco o niente, o è più influenzabile dal sistema dei media. Solo negli ultimi giorni, ad Agrigento alcuni giovani hanno picchiato un 16enne tunisino. A Bagheria un 30enne nigeriano è stato aggredito con un cric per auto da un proletario 25enne. A Roma due ragazzi hanno preso a pugni un fioraio egiziano gridandogli «Così impari, negro di merda». E i media ci sguazzano…

Poi c’è il miserabile squadrismo leghista e neofascista, che cerca di propagandare la violenza come surrogato fittizio di una finalità e di un senso d’appartenenza. A Trieste una squadraccia di Forza Nuova in pettorina rossa ha aggredito in Stazione alcune persone africane dopo una presunta segnalazione secondo cui alcune «giovanissime ragazze quasi certamente minorenni si intrattenevano con alcuni stranieri africani molto più anziani di loro», ipotizzando che fossero «disposte a concedersi per pochi euro a stranieri di origine africana». E anche nel caso delle ronde nere, i media ci sguazzano, mentre tacciono su ogni episodio di dissenso o di protesta…

Proprio per questo i gesti anche minimi di resistenza e antirazzismo hanno grande importanza ed è importante divulgarli e farli conoscere. Per mostrare che un mondo meno triste, chiuso e insensato è possibile. Perché restare umani e lottare non è un dovere morale, ma il solo modo autentico e felice di stare al mondo. Riceviamo e condividiamo la notizia di una favolosa resistenza contro CasaPound a Pescara e abbracciamo tutti coloro che lottano contro sbirri e fascisti.

Le strade sicure le fanno le compagne che le attraversano, non i fasci e gli sbirri

Ieri, sabato 1 settembre, mentre facevano la loro solita camminata pomeridiana lungo il corso, i/le pescaresi hanno trovato in pieno centro, Cas(s)aPound in presidio al terminal bus. Indetto in seguito allo stupro avvenuto sabato 25 agosto nella zona terminal bus, questo presidio, con chiamata regionale, intendeva opporsi al “degrado” della zona della stazione, farcendo il discorso di sessismo e razzismo, con la solita retorica contraria all’immigrazione. Ovviamente da buoni fascisti servi del potere quali sono non è mancata la richiesta di maggiore presenza di sbirri nelle strade.

Quello stesso pomeriggio, però, i fascisti non si aspettavano che delle persone, compagni e compagne, immigrati ed immigrate, spontaneamente e autorganizzandosi, si opponessero alla loro presenza, dimostrando che per stare in strada non c’è bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Leggi tutto su Transumanze.

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Memoria antifascista in Tirolo

Sabato 8 settembre Alessandra Kersevan, scrittrice e nota esperta dei crimini fascisti, interverrà alla cerimonia di scoprimento della lapide in memoria del “Campo di concentramento Prato Isarco”. Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa di SudTiroler Heimatbund (sotto in traduzione italiana).

Pressemitteilung/ Comunicato stampa:

Faschismus-Expertin Alessandra Kersevan kommt zur KZ-Gedenkstein-Enthüllung nach Blumau

Alessandra Kersevan, Italiens wohl namhafteste Buchautorin und führende Expertin auf dem Gebiet italienischer Besatzungsherrschaft und Blutverbrechen in den Balkanstaaten und in den Provinzen Nordwestitaliens, wird nach Südtirol kommen. Continued…

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