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La guerra ad Afrin, una guerra contro i curdi, una guerra contro la libertà!

È con gli F-16 regalati da USA e Nato che lo Stato turco bombarda oggi la popolazione curda, nell’indifferenza e nel silenzio generale dell’Europa. Ma anche in passato la politica fascista e stragista dello Stato turco non ha mai risvegliato la minima reazione fra i ceti dirigenti delle democrazie occidentali. Riceviamo e condividiamo una nota di Gianni Sartori.

MA ALLORA… PER ANKARA L’UNICO CURDO BUONO È QUELLO MORTO?
di Gianni Sartori

Certo deve averne di coraggio l’accademico turco Ismail Besikci, a lungo imprigionato (circa 17 anni) per i suoi scritti sulla questione curda. Con le ultime dichiarazioni rischia quantomeno di rendersi ulteriormente inviso al regime turco. Continued…

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[MO] Neonazisti con ex dell’eversione nera: un tipico venerdì sera a Terra dei Padri

«Lotta armata per la Terza Posizione», cantava nel 1978 il neofascista Marcello De Angelis, mentre l’estrema destra effettuava attentati, omicidi e stragi un po’ ovunque…

Scappato a Londra nel 1980 dopo la strage di Bologna, De Angelis riesce a evitare l’estradizione in Italia. Dopo una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata, torna in Italia e dopo meno di tre anni esce dal carcere nel 1989 riciclandosi qualche anno più tardi in Alleanza Nazionale.

Ora anche lui farà la sua comparsata a Modena nella sede fascista Terra dei Padri venerdì 2 febbraio come «personalità di spicco della Destra Italiana», in compagnia dei neonazisti e antisemiti del Veneto Fronte Skinhead. Più dettagli sul sito di Emilia Antifa.

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[Roma] Sab 17 feb h.14: corteo nazionale contro il regime di Erdoğan e i bombardamenti su Afrin


Nel 2002 il Mein Kampf di Hitler era terzo nelle classifiche dei libri più letti in Turchia proprio quando era stato appena eletto Recep Tayyip Erdoğan, leader del partito della destra islamica AKP. Nel 2016 il premier Erdoğan citava proprio Hitler fra i modelli di presidenzialismo a cui era ispirata la sua «politica».

Con l’appoggio politico ed economico delle istituzioni europee, in questi anni il governo fascista di Erdoğan si è reso responsabile di arresti di massa, pestaggi, violazioni dei diritti umani, torture, rappresaglie e stragi contro civili in Kurdistan. Nel contempo, il governo turco ha chiuso giornali e siti internet, mandato in carcere i giornalisti scomodi, intimidito chiunque si sia azzardato a esprimere il minimo dissenso.

Oggi l’aggressione militare al Cantone di Afrin rappresenta un ulteriore passo per reprimere e costringere all’angolo l’esperienza della rivoluzione in Rojava.

Ogni sperimentazione di una società libera e alternativa rappresenta una possibilità di sconfiggere autoritarismo e fascismo. Per questo il municipalismo libertario sperimentato dalla resistenza curda è una realtà sociale così intollerabile per lo Stato turco e per il fascista Erdoğan. E per questo difendere quell’esperienza è per noi fondamentale.

Parteciperemo e invitiamo tutti e tutte a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato 17 febbraio per fermare i bombardamenti sul cantone di Afrin-Rojava, per la libertà di Apo e di tutti i prigionieri e le prigioniere politiche, per la libertà e l’autonomia del Kurdistan!

Per prenotare posti in pullman, 3357277140

Per sostenere le spese di viaggio:

lunedì 5 febbraio mensa popolare autogestita dalle 20 alle 23, presso il Circolo anarchico C. Berneri, P.zza di Porta S. Stefano, 1.

martedì 6 febbraio cena “qualchemartedì” a Vag61 – Spazio libero autogestito, via Paolo Fabbri 110, Bologna (bus 37 20 93 20N 14N 61N).

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[BO] Rimozione, autoritarismo & affari all’Università di Bologna

Per il Rettore dell’Università di Bologna ogni scusa è buona per dirottare a imprese private i fondi per il diritto al studio. «La bravata degli antagonisti costa 15 mila euro», titola il «Resto del Carlino» dopo il ripristino dei murales di via Zamboni 38, subito cancellati.

In passato, le cronache locali si sono ampiamente soffermate sulla «battaglia del 36», ma hanno sempre taciuto il fatto che i famosi «tornelli» erano una prima regalia di 90.000 euro a privati smaniosi di lavori e affari…

Intanto, decine di migliaia di volumi dell’Università di Bologna restano tuttora sequestrati e chiusi in container nei sotterranei bui di Via Zamboni. Sul catalogo on-line si legge «Volumi indisponibili per lavori»…

Appunto, indisponibili per lavori e affari…

Nel febbraio del 2017, le cariche e le manganellate all’interno della Biblioteca di Discipline Umanistiche in realtà hanno contribuito a coprire il crescente disservizio e disinvestimento rispetto a un istituto come quello della biblioteca pubblica e aperta che fin dalla tarda antichità è stato una conquista di civiltà del mondo mediterraneo.

E il silenzio accademico sul rinnovato autoritarismo universitario la dice lunga su come vada oggi Bologna e il mondo…

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[Parma] ven 9 feb h.21: manifestazione antifascista «Foibe e fascismo» alternativa al «Giorno del ricordo delle vittime delle foibe»

Manifestazione antifascista a Parma il 9 febbraio in alternativa alla celebrazione del “giorno del ricordo delle vittime delle foibe”, con, in particolare, la relazione di Andrea Giuseppini sulla vicenda degli oltre 800 jugoslavi antifascisti detenuti nel carcere di Parma negli anni 1942-43 in seguito all’occupazione fascista della Jugoslavia e la relazione di Davide Conti sul “riciclaggio” dei generali di Mussolini in questori, prefetti, golpisti, nell’Italia repubblicana nata dalla Resistenza. Riceviamo e condividiamo dal Comitato antifascista e per la memoria storica di Parma.

L’iniziativa si terrà il 9 febbraio alle ore 21 presso il Cinema Astra di Parma.

800 jugoslavi antifascisti detenuti a Parma nel carcere di S.Francesco negli anni 1942-43

Nell’aprile del 1941 l’Italia fascista di Mussolini e del re aggredisce anch’essa, dopo la Germania nazista pochi giorni prima, la Jugoslavia, paese che nulla aveva fatto contro l’Italia, e ne occupa o controlla diversi territori. Lubiana, capoluogo della Slovenia e dove nessuno parla italiano, viene fatta provincia d’Italia. L’occupazione fascista è particolarmente dura e feroce, arresti e incarcerazioni, distruzioni, fucilazioni, deportazioni in campi di concentramento, anche per civili, sia in Jugoslavia che in Italia, sono all’ordine del giorno.

Circa 800 sloveni e croati antifascisti vengono rinchiusi nel carcere di Parma di S. Francesco negli anni dal 1942 al 1944. Le condizioni di prigionia sono pessime; almeno dodici di loro muoiono in carcere. Circa la metà sono portati in Germania destinati al lavoro coatto per i tedeschi.

È una vicenda quasi sconosciuta portata alla luce di recente dal ricercatore storico Andrea Giuseppini curatore del sito www.campifascisti.it. Giuseppini ne parlerà a Parma al Cinema Astra la sera di venerdì 9 febbraio 2018 alla manifestazione antifascista “Foibe e fascismo” alternativa alla celebrazione del “Giorno del ricordo delle vittime delle foibe” del 10 febbraio. È una vicenda delle tante che spiegano l’opposizione, la grande avversione delle popolazioni jugoslave nei confronti del fascismo e di Mussolini che le riteneva una “razza inferiore e barbara” da sottomettere.

Parma e Lubiana dai primi anni ’60 sono città gemellate fra loro.

Riprendiamo il gemellaggio e facciamo del 10 febbraio giorno dell’amicizia fra il popolo italiano e i popoli dell’ex Jugoslavia!

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Ilaria Giorgetti contro la libertà di critica

Sul «Corriere di Bologna» del 26 gennaio viene annunciato che andrà presto a processo un attivista antifascista denunciato nel 2014 dall’ex presidente del Quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti e dal suo vice Mario De Dominicis per aver pubblicamente definito «fascisti» i due esponenti del centrodestra chiamandoli per giunta «squallidi quanto improbabili figuri» in quanto hanno «sempre favorito la propaganda di neofascisti e neonazisti»…

Dal canto suo, Ilaria Giorgetti si dichiara «di destra», ma non «fascista»…

Tanto per cominciare, va detto che persino la magistratura ha più e più volte riconosciuto che il termine «fascista» applicato a una personalità pubblica rientra nella libertà di critica e di espressione. Anzi, più volte è stato affermato il principio che chi riveste cariche pubbliche deve mettere in conto anche le critiche.

Forse tale principio non riguarda le persone agiate, viziate e prepotenti come Ilaria Giorgetti, cognata dell’ex ministro Maurizio Sacconi e posta a capo del Quartiere Santo Stefano nel 2011 con autorevole intervento direttamente da Roma?

Comunque sia, proviamo invece a vedere se è giusto e sensato dare della «fascista» a Ilaria Giorgetti per la sua condotta, le sue scelte politiche e il suo linguaggio sgarbato e triviale.

Nel 2014, Ilaria ha ripetutamente definito il circolo lgbt Atlantide, attivo e favoloso da 18 anni, «un letamaio».

Nel 2014, per capriccio ideologico e all’ultimo momento, Ilaria ha negato la disponibilità di una sala del Quartiere già prenotata per lo svolgimento di un’iniziativa pubblica su «Autogestione bene comune», mentre si era distinta per avere più volte concesso sale pubbliche a gruppi neofascisti o per raduni di estrema destra.

Così, durante il suo mandato la Sala del Baraccano e la Sala dell’Angelo hanno ospitato ad esempio la commemorazione pubblica dell’anniversario della nascita di Giorgio Almirante con il titolo di «Giorgio Almirante: storia di un italiano», le convention di «Fratelli d’Italia», i deliri di conferenzieri di Forza Nuova e CasaPound…

Sotto il mandato di Ilaria, il Circolo del Baraccano è finito in mano all’amico Michele Laganà la cui citazione preferita è il motto delle SS naziste. E Laganà ha organizzato in quegli spazi varie iniziative d’ispirazione neofascista.

Nel 2016, fra l’altro è venuto fuori che gli amministratori del sito facebook «Al diavolo i centri sociali!», pieno di insulti razzisti e omofobi, di minacce squadriste, di entusiasmi per i successi elettorali della destra neofascista, erano il consigliere azzurro Marco Lisei e l’ex presidente di quartiere Ilaria Giorgetti, che subito hanno negato di saperne nulla… (vedi Zic).

Forse Ilaria non è ideologicamente «fascista», ma è una politicante reazionaria, familista e incompetente che ha cercato di fare carriera a tutti i costi e, per i suoi fini elettorali, ha voluto tenere assieme i moderati e i camerati, concedendo qualche copertura o strizzatina d’occhio al neofascismo locale. Un patrocinio, una sala di quartiere intitolata a Rachele Mussolini

Quindi dire che è una fascista è una buona sintesi del suo operato come presidentessa del Quartiere Santo Stefano.

La nostra solidarietà va a tutt* coloro che lottano per la verità, la libertà e la giustizia sociale!

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Addestramento della Gendarmeria turca a Vicenza

Ormai la guerra arriva ovunque e lo Stato italiano è sempre più coinvolto nelle politiche guerrafondaie. Riceviamo e condividiamo una nota di Gianni Sartori.

GENDARMERIA TURCA A VICENZA? A FARE CHE?
di Gianni Sartori

Ormai da decenni il Veneto in generale e Vicenza in particolare forniscono lo scenario ottimale per esercitazioni militari e repressive: un grande laboratorio a cielo aperto.

Già in passato, anni novanta, si ipotizzava sulla presenza di soldati turchi (in particolare piloti), magari proprio in coincidenza con fasi di recrudescenza repressiva nei confronti dell’opposizione popolare e di quella curda in particolare.

Agli occhi attenti e vigili dei Centri Sociali del Nord Est non è passata, evidentemente, inosservata la presenza di militari turchi ai tre giorni di “addestramento sui flussi migratori” presso la sede della Gendarmeria europea. Ufficialmente in qualità di “osservatori”. Un segnale preoccupante, quantomeno, nei giorni in cui l’esercito e l’aviazione di Ankara stanno massacrando civili inermi nel cantone curdo di Afrin nel nord della Siria. Così come due anni fa avevano fatto terra bruciata delle città curde del Bakur (la regione curda sottoposta all’amministrazione turca) collezionando una lunga lista di violazioni dei Diritti umani nei confronti della popolazione.

Questo il comunicato diffuso in serata in merito all’iniziativa: Continued…

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[BO] Molestatori fascisti in Cirenaica

Vag61 denuncia un ulteriore episodio di intimidazione fascista in Cirenaica. Contro ogni sessismo, contro ogni fascismo!

Molestatori e violenti. Fascisti.

Sabato scorso è stata una serata come tante. Una serata in cui molti studenti e studentesse sono rimasti a casa per studiare per gli esami imminenti, mentre molti altri hanno deciso di trascorrere una serata a Vag61 al ritmo della Bologna Calibro 7 Pollici. Una serata come le altre, appunto. Una serata come quelle in cui la corona di fiori in onore dei partigiani in via Bentivogli veniva bruciata, o come quelle in cui scritte inneggianti all’odio per i migranti apparivano sui muri della Cirenaica con tanto di fasci littori a rimarcare ulteriormente l’appartenenza dell’autore. E purtroppo anche sabato sera la Cirenaica è stato teatro di un altro atto di intimidazione fascista: una ragazza che aveva trascorso la serata negli spazi di Vag61, infatti, lungo la strada di ritorno a casa è stata avvicinata da due individui che, dopo aver tentato inizialmente di avvicinarla con complimenti non richiesti, vistisi rifiutati l’hanno costretta con la forza a fermarsi, insultandola ripetutamente perché rea di aver trascorso la serata “in quel posto da comunisti”.

Fortunatamente un’esitazione dei due ha permesso alla ragazza di allontanarsi incolume, ma questo non sminuisce minimamente la gravità di quanto accaduto, soprattutto alla luce degli ormai numerosi episodi a cui purtroppo si è potuto assistere in quartiere, in città e non solo. Come centro sociale Vag61 ribadiamo senza esitazione che non sono tollerabili iniziative e provocazioni fasciste di nessun genere e che continueremo quotidianamente il nostro impegno antifascista e antisessista.

Vag61 – Spazio libero autogestito

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[BO] sab 27 gen h.11: presidio in Piazza Maggiore contro l’invasione turca del Rojava

Anche noi sabato 27 gennaio alle ore 11 saremo in Piazza Maggiore al presidio promosso da Ya Basta, Tpo e Làbas contro l’attacco militare di Erdogan al cantone curdo di Afrin.

Oggi, schierarsi al fianco della rivoluzione del Rojava non è solo un fatto di solidarietà, ma è anche un modo per ribadire che non si potrà sconfiggere il fascismo crescente in Europa e nel mondo senza costruire autorganizzazione e autonomia sociale. Che non ci si potrà liberare dalla gerarchizzazione della società e dal neocolonialismo finanziario senza sviluppare ovunque percorsi concreti di alternativa politica e di rivoluzione sociale.

Giù le mani da Afrin e dalla rivoluzione del Rojava!

le compagne e i compagni del Nodo

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Solidarietà con il cantone curdo di Afrin!

Da alcuni giorni il presidente turco Erdogan ha lanciato un’offensiva contro le milizie dell’Unità di Protezione Popolare (YPG) e contro la popolazione curda del cantone di Afrin. Sabato 11 febbraio si terrà a Milano una manifestazione nazionale per la libertà di Öcalan, di tutti i prigionieri curdi e per la pace in Kurdistan. Intanto a Bologna venerdì 26 gennaio vi sarà un dibattito sulla situazione curda con Paolo “Pachino” (di ritorno dal Rojava) e Daniele Barbieri. E sabato 27 gennaio alle ore 11 l’associazione Ya Basta promuove in Piazza Maggiore un presidio contro l’invasione turca del Rojava e i bombardamenti su Afrin. Ma in tutt’Italia si stanno organizzando manifestazioni di solidarietà. Riceviamo e condividiamo questa nota di Gianni Sartori.

INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ VERSO LA POPOLAZIONE DI AFRIM MASSACRATA DAL REGIME TURCO

(Gianni Sartori)

La brutale sequenza di attacchi dell’aviazione e dell’esercito turco contro il cantone di Afrim in Rojava, è stata definita (con macabro umorismo): “ramoscello d’ulivo”.

Forse, suggerisco, “piombo fuso” sarebbe apparso più consono, vista la preferenza per gli obiettivi civili. I tragici eventi non sembrano aver scosso più di tanto le coscienze dei responsabili politici occidentali, sia di quelli europei che degli ex alleati dei curdi, gli statunitensi. Per non parlare di Putin che li ha semplicemente “venduti” al suo nuovo alleato Erdogan. Evidentemente finché i curdi fornivano l’indispensabile carne da macello per combattere l’Isis sul terreno si potevano anche sostenere, magari elogiare. Ma ora, di fronte alla protervia del governo turco, tutti (chi più che meno) sembrano intenzionati ad assistere passivamente all’ennesimo sterminio di Stato. Dopo aver ordinato di radere al suolo intere città curde (in Bakur, nel sud-est dello Stato turco), dopo aver incarcerato migliaia e migliaia di giornalisti, avvocati, insegnanti, amministratori democraticamente eletti, Erdogan (consapevole di poter agire non solo impunemente, ma anche con un certo sostegno a livello internazionale, in particolare da parte di chi gli fornisce moderni armamenti) sembra voler ora applicare la soluzione finale contro l’autogoverno dei curdi nel nord della Siria. Continued…

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