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[Francia] Le aggressioni dell’estrema destra si moltiplicano

Oggi vediamo bene come il suicidio di Dominique Venner non era altro che un estremo, odioso appello alla violenza identitaria.

Così in Francia le aggressioni dell’estrema destra si moltiplicano: aggressioni omofobiche, islamofobe, razziste, sessiste e a chi contrasta il neofascismo.

Sabato 29 giugno un attivista del NPA è stato aggredito da un militante di estrema destra presso la stazione di Parigi Saint-Lazare.

Nella notte tra il 28 e il 29 giugno dei giovani antifascisti di Besançon sono stati aggrediti da un gruppo di militanti neonazisti.

Come accade in Italia, anche in Francia i media e gli apparati statali spoliticizzano e minimizzano le violenze dell’estrema destra.

Vi è stata la farsa vergognosa del video dell’omicidio di Clémente Méric con cui i media di regime hanno cercato di fare il solito polverone e uccidere Clémente una seconda volta, facendolo passare per aggressore.

Venerdì 12 luglio si è svolto il secondo processo ai naziskin responsabili dell’assalto razzista durante il «Festival de la Prairie» ad Agen, avvenuto il 22 giugno scorso.

Gli imputati hanno scelto di mantenere un profilo basso e, nonostante i 35 gradi, si sono presentati al processo in maniche lunghe per nascondere i loro tatuaggi con svastiche e simboli delle SS. Il risultato era scontato: clemenza dei giudici e nessuna conseguenza per gli aggressori.

Mentre il governo Hollande «scioglie» pubblicamente tre gruppi neonazisti, in realtà anche le istituzioni francesi contribuiscono alla cultura dell’odio sociale incrementando le pratiche del razzismo di Stato: rastrellamenti di «sans papier», smantellamento di campi rom, politiche «securitarie»…

Una cultura che legittima e favorisce l’aggressività neofascista.

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