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Ilaria, Galeazzo e la «legalità»

Si apprende da «La Repubblica» che, fra una telefonata al prefetto e un’intervista al «Carlino», la presidente del Quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti e il suo vice Mario de Dominicis hanno trovato pure il tempo di sporgere denuncia contro «siti web presenti in rete» e «volantini distribuiti durante la manifestazione del 24 maggio», perché in essi venivano dipinti come «squallidi quanto improbabili figuri» e «additati di copertura e favoreggiamento di movimenti neonazisti e neofascisti».

È un fatto che, negli ultimi anni, il Quartiere Santo Stefano sia stato il solo quartiere che ha concesso sale pubbliche e patrocini a gruppi di estrema destra. E ha cercato persino di intitolare una sala pubblica a Rachele Mussolini, la moglie del Duce. Tranne poi fare marcia indietro di fronte alle proteste.

Ma si potrebbe dire che «Progettiamo Bologna», il gruppo consiliare a cui aderiscono la presidente Ilaria Giorgetti e sette consiglieri del Nuovo centrodestra, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e della Lega Nord, sia un esperimento ambiguo che vuol tenere insieme moderati e camerati in una sorta di oscura solidarietà trasversale. Ed è in fondo il vecchio progetto dell’«Associazione Edera»

Intanto a Bologna appaiono svastiche sui manifesti di una festa multietnica e si verificano altre minime provocazioni di persone imbaldanzite dalla campagna della presidente Giorgetti e del «Carlino» che, da settimane, non perde occasione di invocare la «guerra» e il «pugno di ferro» contro i movimenti sociali.

Nella serata di lunedì 2 giugno, verso mezzanotte, un’automobile è passata davanti al Circolo anarchico Berneri gettando in terra un sacco pieno d’immondizia e urlando «merde».

Certo la presidente Giorgetti non scriverà un comunicato di solidarietà al Circolo Berneri. Anche se ormai, per decreto del «Carlino», il «silenzio è reato»

Per questo ora tutti strepitano, esternano, telefonano. Ecco il figlio d’arte Galeazzo Bignami, anche lui in affanno per il pessimo risultato del centrodestra alle europee, che cerca un po’ di visibilità progettando a gran voce blitz segreti contro gli spazi autogestiti e facendo otto chiacchiere con prefetti e giornalisti.

«Siamo consapevoli che quelli dell’Xm24 non sono proprio socievoli, ma neanche noi lo siamo troppo quando ci fanno saltare la mosca al naso. Se le amministrazioni che sono preposte a tutelare l’ordine pubblico non lo fanno ci pensiamo noi».

E si vede bene che Galeazzo è in fondo ancora lo squadrista del FUAN di trent’anni fa. Ed è questa la loro «legalità», la loro miserabile povertà morale e politica che sa solo invocare «ordine» e «legnate», la loro vocazione inconsistente di camerati in doppio petto, che in strada non ci sono stati mai.

Lo diceva già Anatole France che «la legalità è quella cosa che in modo imparziale proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane».

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