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Giornalismo urinario

Quando il neofascista Luca Traini si mise a sparare per le strade di Macerata ai passanti di pelle scura, i media subito non cessarono di chiedersi se i migranti in Italia non fossero troppi…

È un esempio fra i tanti di come sia ridotto il giornalismo italiano, sempre pronto per alzare gli ascolti a promuovere stupidità, razzismo e intolleranza con l’aria di benpensanti democratici sinceramente preoccupati del degrado

Non fa meraviglia quindi che, dopo la festa del 25 aprile al Pratello, la sola e unica notizia che ha tenuto banco fra le tante cose belle che sono accadute in quella giornata sia il fatto che qualcuno ha fatto pipì per strada.

Senza dubbio è deprecabile che il buon Dio abbia creato la vescica e l’uretere costringendo le persone a quell’innominabile attività che si chiama fare pipì. Ed è assai più deprecabile che, per favorire bar e osterie, il Comune abbia chiuso quasi tutte le fontanelle pubbliche e abbia tolto quasi tutti i numerosi, comodi orinatoi pubblici di una volta. Uno solo è rimasto in Viale Oriani, usato soprattutto dai taxisti quando scappa

Pare che il Comune ora stia pensando a un coprifuoco dei liquidi o al pannolone obbligatorio nelle fasce orarie più a rischio. Anzi, la città sarebbe perfetta per i turisti e gli affari, se non vi abitassero anche le persone che a volte festeggiano insieme.

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Storia partigiana di Leone Sartori, “Marcello”

Prima che fosse tardivamente accolta e manipolata nelle commemorazioni ufficiali, la memoria della Resistenza è stata memoria sociale dal basso, fin dagli anni in cui, dopo il 1945, lo Stato italiano ripristinava la «legalità» liberando i torturatori fascisti con l’amnistia di Togliatti e processava i partigiani che avevano combattuto il nazifascismo. Ed è un tramando di libertà fra generazioni diverse che continua ancora, dentro il nostro presente. Riceviamo e condividiamo la storia di Leone Sartori, “Marcello”.

Mio padre partigiano
di Gianni Sartori

Una storia partigiana semplice, quella di Leone Sartori, “Marcello”

Mio padre se ne è andato tre anni fa. Quella che avete sotto gli occhi doveva essere la prima parte della sua storia durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare dal 1943 al 1945. Per la seconda non c’è stato il tempo. O forse negli ultimi mesi, lui stremato dalla malattia, io scoraggiato, non avevamo più tanta voglia di discuterne. Continued…

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[BO] La Resistenza continua!


Sul palco del Pratello R’esiste, un attivista del Nodo ha letto questo discorso per ribadire le ragioni espresse nel corteo del 25 aprile
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Anche quest’anno le realtà antifasciste bolognesi hanno attraversato le strade di Bologna, dal quartiere Barca fino alla festa del Pratello R’Esiste, per gridare che il 25 aprile non è soltanto una ricorrenza. Forse un giorno lo sarà, ma non lo è ancora. Per noi la Liberazione non è solo un evento del passato, ma un processo storico ancora incompiuto.

C’è una Liberazione dalla guerra, ancora tutta da compiere. Ufficialmente, «l’Italia ripudia la guerra», ma commercia e fornisce armi, bombe e proiettili a eserciti e polizie che devastano l’esistenza di milioni di persone. In Yemen, in Siria, in Afghanistan i raid aerei hanno sganciato decine di migliaia di bombe, anche fabbricate in Italia, anche sui civili. Ad esempio, solo nel 2016 il governo italiano ha autorizzato esportazioni di armamenti all’Arabia Saudita per 427 milioni di euro, di cui 411 milioni erano per bombe da lanciare nei raid aerei. E di anno in anno, i venti di guerra soffiano sempre più forte.

C’è una Liberazione dallo sfruttamento del lavoro, ancora tutta da compiere. Basti dire che ogni anno aumenta sempre più il numero dei morti sul lavoro. Nel 2017 il bollettino della violenza padronale si è chiuso con 900 morti e 600.000 infortuni sul lavoro. Ogni tanto si sente qualche parola di circostanza, i media parlano di «tragica fatalità» o di «imprevedibile disgrazia», ma in realtà è una guerra dei ricchi contro i poveri che devasta e uccide ogni giorno, sotto il velo dell’ipocrisia e del silenzio. Continued…

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[BO] Condannato Giovanni Preziosa, ex Assessore alla Sicurezza

Giovanni Preziosa, ex Vicequestore e primo Assessore alla Sicurezza di Bologna, è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi di carcere più il pagamento di 2.500 euro di multa e delle spese processuali. Era alla sbarra perché aveva in casa una serie di armi e munizioni non denunciate e prive di matricola fra cui anche armi da guerra…

Sull’ex Vicequestore in odore di neofascismo «Umanità Nova» ebbe a scrivere nel 1999, senza tema di smentite o di querele, «Giovanni Preziosa, ex picchiatore di compagni e manifestanti, ex amico di Roberto Savi [il capobanda della Uno Bianca]».

Ai tempi in cui Preziosa ricopriva il ruolo di dirigente della Sezione rapine e omicidi della Squadra mobile (1988-1995), la Questura di Bologna poteva vantare un personale d’eccezione: Roberto Savi era assistente capo alle volanti e alla Centrale operativa-Ufficio controllo del territorio assieme a Pietro Gugliotta, mentre Marino Occhipinti era in servizio alla Sezione narcotici della Squadra mobile. Più della metà degli assassini della Uno Bianca era agli ordini di Preziosa che era incaricato dell’indagine… sui crimini della Uno Bianca.  Non riuscì mai a scovarli, e così tra il 1988 e l’autunno del 1994 quella banda di poliziotti si rese responsabile di 103 delitti, soprattutto rapine a mano armata, provocando la morte di 24 persone e il ferimento di altre 102.

Al riguardo vedi anche:
È ora di riaprire l’inchiesta sulla Uno Bianca!
Ritratto di un ex vicequestore. Parte prima
Ritratto di un ex vicequestore. Parte seconda

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[MO] 25 aprile 2018… opporsi al nazismo è ancora reato: fogli di via agli antifascisti emiliani

Un po’ ovunque, questure e forze dell’ordine continuano a mostrarsi acquiescenti e talora conniventi con le azioni squadriste dei neofascisti.

Né diverso pare il comportamento dell’autorità giudiziaria, sempre pronta a imbastire teoremi accusatori e imputazioni pretestuose contro militanti antifascisti nel tentativo di sminuire e avallare la violenza neofascista. A Torino un magistrato è persino riuscito a scrivere che «le organizzazioni neofasciste sono l’espressione fisiologica di una democrazia matura». E la cosa è normale…

A queste e questi nostri compagni inquisiti o sottoposti a restrizioni va oggi tutta la nostra solidarietà!

Adesso, anche a Modena, alla vigilia del 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo, vengono distribuiti fogli di via ad antifascisti e antifasciste emiliani: l’accusa è di avere «osteggiato il regolare svolgimento» di una manifestazione neonazista. Leggi tutto su Emilia Antifa.

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[BO] Ancora fascismo abitativo

Nel centro di Bologna 2.000 appartamenti sono stati sottratti ai contratti d’affitto tradizionali e vengono affittati ai turisti per brevi periodi. Sono tassati il doppio, ma affittandoli a notte si guadagna almeno il triplo. È un giro d’affari che a Bologna, nel 2017, ha fruttato 27 milioni di euro, 3 milioni solo nel mese di settembre.

Ciò fa sì che gli affitti crescano e chi non ha abbastanza soldi – studenti, lavoratori, disoccupati, pensionati, famiglie – viene espulso dal salotto buono della città dove ogni centimetro dello spazio pubblico e privato deve essere messo a profitto. Entro pochi mesi i prezzi saliranno ancora e tante persone non potranno rinnovare il loro contratto d’affitto.

Non sorprende che, per garantire gli affari, anche a Bologna la «sicurezza» e il «decoro urbano» sostituiscano sempre più la civiltà, la solidarietà, il senso di condivisione di chi abita uno stesso luogo, devastando il tessuto sociale della città, e anzi trasformando l’idea stessa di città.

È una violenza senza nome, ma non per questo meno dannosa e dirompente. Ora e sempre resistenza!

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La posta di Staffetta: non voltiamo la testa dall’altra parte!

Anche per le strade di Bologna i comportamenti razzisti e discriminatori diventano un fatto sempre più visibile e ordinario, un «degrado» sociale crescente che bisogna essere pronti a contrastare con risolutezza. Per la nostra rubrica di Posta pubblichiamo una mail che abbiamo ricevuto invitando tutt* a segnalare ogni evento di qualche rilievo alla mail staffetta at riseup punto net.

Ciao, volevo condividere con voi una cosa che mi è successa sabato scorso. Nel pomeriggio sono andato a trovare la mia vecchia madre che abita in Bolognina e mi ha chiesto di andare a ritirare dei soldi al bancomat.

Sono andato in piazza dell’Unità e ho fatto il prelievo, poi sono naturalmente uscito e stavo slegando la bicicletta quando ho visto una ragazza cinese che stava per entrare per fare qualche operazione.

In una frazione di secondo è arrivato di corsa un ragazzo italiano di circa 25/30 anni che ha cominciato ad urlare alla ragazza di farlo passare e di togliersi dai coglioni (parole sue) perché aveva fretta.

La ragazza si è fermata evidentemente intimorita mentre io ho rivolto lo sguardo (senza dire niente) verso il ragazzo, il quale appena mi ha visto si è immediatamente bloccato e si è scusato (dandomi del lei) se mi era passato davanti.

Gli ho detto che io avevo già fatto e che comunque era il turno della ragazza e ho chiesto se con me era stato così gentile perché maschio e bianco, mentre con la ragazza si era comportato da merda in quanto donna e cinese.

Mentre parlavo tenevo platealmente in mano e ben visibile la grossa catena con cui chiudo la bicicletta e ho invitato la ragazza a fare quello che doveva.

Sono rimasto lì fino a che lei non è uscita e se ne è andata ringraziandomi, poi mi sono lentamente allontanato anche io beccandomi sicuramente qualche maledizione e cancri vari.

Non voltiamo più la testa dall’altra parte.

Un saluto a tutt@

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1998-2018: ancora BOYCOTT!

Riceviamo e condividiamo questo invito al boicottaggio del regime turco. Quando gli Stati e il grande capitale fanno della guerra la condizione permanente per milioni di persone, la sola speranza è la rivolta e l’insubordinazione di tutt*.

1998-2018: ancora BOYCOTT!
di Gianni Sartori

Come suggeriva Ozlem Tanrikulu (vedi l’Espresso del 15 aprile 2018) ognuno di noi può (deve o almeno: dovrebbe) fare, se non proprio la differenza, almeno qualcosina per contribuire alla difesa del popolo curdo.

Per esempio denunciando la vendita di armamenti italiani (vedi elicotteri da combattimento) poi impiegati contro i curdi. E soprattutto, tenendo conto di quante imprese italiane sono localizzate in Turchia, praticando e diffondendo il boicottaggio. Come si usava negli anni Ottanta nei confronti dell’apartheid sudafricano.

Del resto i precedenti di boicottaggio in difesa della popolazione curda, oltraggiata e massacrata dalle truppe di Ankara, non mancano anche da noi. Continued…

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[BO] dom 15 apr h.16: canzoni di liberazione a Xm24

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[BO] lun 16 apr h.20: assemblea pubblica verso il corteo del 25 aprile

Anche quest’anno le realtà antifasciste bolognesi lanciano un corteo antifascista in città scegliendo di partire dal quartiere Barca per arrivare alla festa organizzata dal comitato Pratello R’Esiste.

Lunedì 16 aprile, alle ore 20, si terrà un’assemblea pubblica nella Sala «Falcone e Borsellino» di via Battindarno 123 per presentare alla città l’iniziativa del 25 aprile e per riflettere insieme sulle forme attuali dell’oppressione e per quale Liberazione occorra ancora lottare.

Oggi è importante riprendersi spazi di dibattito, strade e quartieri, per sottrarli a quanti speculano sulla crisi economica e sociale. Crisi che è il frutto delle politiche di governo sia nazionali che internazionali. Crisi che permette ai fascisti di ogni risma di godere della benevolenza di una borghesia sempre più preoccupata di perdere i propri privilegi.

Oggi che soffiano nuovi venti di guerra e la società appare sempre più chiusa in un’oscura stretta autoritaria, tocca a ognun* di noi una parola, un gesto di resistenza e di liberazione!

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