Skip to content


Spunti di organizzazione: Manchester Antifa

Pubblichiamo la traduzione di un breve documento redatto da Manchester Antifa su punti organizzativi e pratici relativi all’antifascismo militante. L’idea è quella di condividerlo non solo per documentare forme e linee di organizzazione dell’antifascismo in altre regioni del mondo, ma perché valga da spunto di riflessione per interrogarsi sui modi e le pratiche della militanza antifascista.

Una breve panoramica di punti da considerare prima di organizzare e partecipare ad attività antifasciste che ci è stata presentata:

– Prima di tutto, decidete cos’è realmente la vostra organizzazione, in modo esplicito. Cosa cercate di raggiungere esattamente? Cos’è possibile fare nella vostra area, utilizzando le persone disponibili e le loro abilità? Termini vaghi come “contestare” e “opporsi” devono essere scartati: la vostra discussione interna dev’essere esplicita – che cosa puntate di fare esattamente? Ed è questo il miglior uso delle persone e delle loro capacità disponibili?

– Se volete impegnarvi nelle azioni militanti, oltre ad avere bisogno di persone capaci, avrete bisogno di operare discretamente e in modo anonimo – niente mail, niente indirizzi, niente prendersi il merito, niente che attiri l’attenzione su di sé, preferibilmente nemmeno un nome – in breve, non in un gruppo con un profilo pubblico. Questo approccio di per sé, va sottolineato, porterà a una mancanza nella capacità di reclutamento, di raccogliere fondi e avere una voce nella sfera politica più ampia.

– I gruppi pubblici possono servire ad aggregare o radunare grandi numeri che possono essere utili per bloccare e occupare, mostrare un’opposizione collettiva, lavorare nelle comunità sociali, raccogliere e condividere informazioni, organizzare viaggi, per collegarsi con altri gruppi e per reclutare.

– Le popolazione – cioè le persone qualunque – non dovrebbero essere portate in situazioni di confronto fisico, poiché ciò porterebbe ad arresti e ferimenti inutili ed è spesso controproducente. Una seconda Battaglia di Cable Street non è dietro l’angolo.

– Gli antifascisti dovrebbero ingaggiare la controparte fascista solo quando è opportuno – quando il momento, la situazione e le capacità personali sono adeguate. Numerosi gruppi disorganizzati e dispersi che gironzolano offrono opportunità alle controparti. Togliersi dalle strade e raggrupparsi è parte integrante dell’azione. Non ci sono medaglie per chi crede a chance irrealistiche e regala alle controparti una facile vittoria, con tutta la propaganda e l’incoraggiamento per loro che si accompagnano a quei casi.

– Un gruppo pubblico deve organizzare solo eventi e chiamate che è sicuro di poter difendere. Eventi comunitari/d’unità/antirazzisti adatti a tutti e tutte sono assolutamente validi, ma non sono e non dovrebbero essere etichettati come “antifascisti”. Gli organizzatori di ogni evento politico sono in ultimo responsabili della sicurezza delle persone partecipanti ad esso.

– Un gruppo antifascista è uno strumento da usare quando è appropriato. Non può essere il sostituto per attività politico-organizzative propositive. Non dev’essere limitato da agende politiche restrittive o settarie.

– Non c’è un approccio organizzativo buono per tutte le occasioni. Ogni situazione, a seconda di dove essa sia, quanto preavviso si ha, le informazioni a disposizione, la quantità e il tipo di persone disponibili e la natura delle controparti deve essere presa in considerazione.

– La tendenza generale corrente di operare in un’area grigia fra l’azione diretta militante e la protesta di massa non è replicabile in molti altri luoghi, specialmente dove la popolazione non scende in strada. È controproducente e non tiene conto della varietà di situazioni con cui ci confrontiamo.

– Le interminabili mischie con la polizia e i tentativi di rompere le sue linee sono una perdita di tempo e portano ad arresti e ferite inutili. Se un presidio fisso fascista è già in corso, circondato dalla polizia, non lo si fermerà. Bloccare una strada per fermare una marcia è un’altra questione.

– Definire ogni cosa vagamente di destra o anche solo semplicemente patriottica come fascista è estremamente controproducente e facilita i fascisti nel metterci in cattiva luce e fare reclutamento. A chiunque sia così fuori contatto con la classe lavoratrice all’infuori delle proprie cerchie di ultra-sinistra non dovrebbe essere consentito di influenzare l’antifascismo.

– Quando i fascisti dirottano valide preoccupazioni pubbliche in merito ad attacchi terroristici e pedofilia non possiamo permetterci di venir dipinti come “coloro che difendono i terroristi/pedofili/etc.”. Né possiamo permettergli di autodefinirsi come la sola voce della classe lavoratrice. Se i fascisti sono costretti a nascondersi dietro tali problemi devono essere contrastati in merito ad essi e gli antifascisti devono agire intelligentemente piuttosto che cadere nelle trappole propagandistiche. Come minimo, in queste situazioni, dovrebbero essere dispiegati striscioni e volantini appropriati.

– Tutte le critiche devono essere mantenute interne e non diffuse sui social per non fornire informazioni e propaganda incoraggiante alle controparti.

– Vestitevi adeguatamente – essere in grado di mischiarsi in modo anonimo con la popolazione locale è imperativo.

Traduzione e adattamento a cura della frazione banane antifasciste

 

Posted in General.

Tagged with , .


[BO] Ronde e altarini dei fascisti bolognesi

Ci giunge notizia che l’ennesima ronda degli insonni Bignami (nella foto) & Lisei in Bolognina il 29 giugno li ha visti dileguarsi dopo 9 minuti perché erano stati subito riconosciuti da abitanti del quartiere. Così martedì 4 luglio si sono dovuti accontentare di un giro notturno in Montagnola con barbe finte…

La modalità della ronda è quella di camminare di notte per Bologna cercando di filmare i «simboli del degrado», ma pare che in realtà Galeazzo vada ancora in cerca degli scontrini da esibire per il legittimo «rimborso chilometrico» da consigliere, canticchiando non faccio opraio, c’ho lo scontrino, c’ho il vitalizio, me ne frego del rinvio a giudizio

E la prossima tappa delle «ronde» sarà la Cirenaica che, di notte, farà da sfondo ignara ai soliti sproloqui razzisti e lamentazioni securitarie di Galeazzo.

Invece CasaPound Bologna ha manifestato la sua esistenza a Bologna comparendo al di sopra di un altarino ai Giardini Margherita. Dopo i manichini impiccati, ecco gli altarini di CasaPound. A loro certo piacerebbe fare un po’ di «spese pazze» come quelle di Galeazzo, ma non tutti possono ereditare la poltrona dal papà

Il fascismo è sempre una comica finché non diventa violenza e tragedia!

Posted in General.

Tagged with , , , , .


[MO] dom 16 lug h. 16: Festa di quartiere con i ragazzi dell’ex asilo!

Quando diciamo «non passeranno», non vogliamo dire solo che non passeranno per una strada o per una piazza, ma che la solidarietà degli sfruttati e degli oppressi è più forte delle loro menzogne e del loro razzismo. Riceviamo e condividiamo da Modena Antifascista.

Un salto oltre il muro: festa di quartiere con i ragazzi dell’ex asilo!

Siamo alcuni tra gli operai, studenti, impiegati, disoccupati e precari modenesi che la sera dell’8 giugno si sono trovati in via Milano, insieme ad altri abitanti del quartiere, per opporsi al raid dei fascisti di Forza Nuova contro la struttura dell’ex asilo e i ragazzi che qui sono ospitati.

Noi viviamo Modena quotidianamente e viviamo i problemi che sono sotto gli occhi di tutti: lavoro ce n’è sempre meno e sempre di peggiore, disoccupazione giovanile dilagante, le periferie e i quartieri lasciati a se stessi, i tagli alla spesa pubblica nei settori più importanti per la gente come la sanità, la scuola, i trasporti, i servizi sociali, il welfare, l’erosione dei diritti dei lavoratori che consideravamo come acquisiti ma che ci hanno tolto.

A questa situazione si aggiunge la questione epocale delle migrazioni, di tante persone, famiglie e giovani costretti a scappare da guerre, persecuzioni, miserie o solamente per migliorare la propria vita, e che arrivano sulle nostre coste dopo viaggi terrificanti e disperati.

I fascisti e i razzisti vogliono farci credere che siano loro i responsabili di tutti i nostri problemi, spingendoci ad odiarli, a chiamarli «invasori», a costruire muri e fili spinati, a deviare la nostra rabbia per questo presente inaccettabile verso chi ha un altro colore della pelle, chi ha radici in un altro paese, chi non ha niente, chi è già emarginato o escluso nella società, scatenando una guerra tra poveri.

Noi invece crediamo che per superare questo senso di frustrazione e di paura che vogliono diffondere sia necessario riscoprire e rinsaldare i legami umani di solidarietà, quelli che si creano tra chi sta in basso, tra la gente comune.

Per questo vogliamo infrangere le barriere del pregiudizio che ci separano e conoscere di persona i ragazzi ospitati all’ex asilo attraverso una festa di quartiere con cibo, musica e socialità, per poter sentire le loro storie, raccontargli le nostre, scoprire le cose che ci accomunano e passare un pomeriggio diverso dal solito.

Quindi invitiamo tutte le famiglie, gli abitanti del quartiere e i solidali alla festa che si terrà dentro l’ex asilo di via Milano n. 115, dalle ore 16 alle 21.30.

Ci saranno giochi per bambini, bevande, cibo e musica per tutti i gusti!

Uniche cose richieste: voglia di stare insieme e tanta socialità!

Posted in General.

Tagged with , , .


[BO] Laganà non merita di essere presidente del Centro sociale del Baraccano!

Secondo un tal assessore Malagoli i saluti romani in strada e negli spazi del Quartiere S. Stefano che hanno accompagnato la recente presentazione di un fumetto di estrema destra «fanno sorgere il sospetto che l’obiettivo non fosse la presentazione di un fumetto. Bologna non si merita tutto questo».

Già, non lo meriterebbe proprio. Ma non è certo la prima volta. Basti dire che l’8 novembre 2015 i neofascisti venuti ad ascoltare Salvini in Piazza Maggiore hanno fatto per sfregio il saluto romano davanti al Sacrario partigiano e la Lega Nord non ha presentato nemmeno le sue scuse alla città, né il Comune le ha richieste…

Ma se il Comune volesse fare qualcosa, lo potrebbe fare di certo.

Due anni fa, Michele Laganà ha ottenuto il Centro sociale Baraccano in concessione dal Quartiere S. Stefano diventandone presidente e facendovi entrare neofascisti e affini. Un fatto clientelare come tanti…

Ma si tratta di quello stesso Michele Laganà che qualche anno fa, come consigliere del PdL, ha cercato di intitolare la sala del Quartiere S. Stefano alla moglie di Mussolini, perché «Donna Rachele come riconosciuto da tutti è stata una grandissima figura di donna italiana…».

È quello stesso Michele Laganà che su facebook dichiara che la sua citazione preferita è il motto delle SS.

Infatti Michele Laganà ha una lunga militanza neofascista. Da giovane è stato un dirigente della federazione bolognese dell’MSI e un noto squadrista. Si capisce bene che gli piacciano i saluti romani…

Michele Laganà ha di fatto organizzato un insulto alla città ed è manifestamente indegno di presiedere un Centro sociale di quartiere. Se ne traggano le conseguenze.

Vedi anche:
Comunicato sui fatti del 28 giugno
F.ascisti D.ell’ O.rdine

Posted in General.

Tagged with , .


[BO] gio 29 giu h.18.30: Stop agli integralisti cattolici e ai neofascisti

Più cresce la corruzione, più cresce l’autoritarismo. Dopo che ieri una Questura sempre più violenta ha fatto manganellare gli attivisti di Labàs e ha spalleggiato una sfilata di trenta neofascisti con la mano tesa, è importante ribadire quello che per noi è irrinunciabile: una società egualitaria, aperta, inclusiva, plurale.

Difendiamo una società aperta, laica e plurale.

Difendiamo la scuola pubblica statale dalle minacce dei neofascisti e dalle ingerenze delle associazioni di integralisti-cattolici che vogliono paralizzarla con lo spauracchio del «Gender».

La scuola pubblica statale ha tra i suoi doveri quello di educare al rispetto delle differenze per costruire una società laica e plurale, dove ogni cittadina e cittadino abbia il diritto di vivere la propria vita nel rispetto di quella altrui. Tra gli aspetti di questa educazione c’è anche quello dell’educazione all’affettività e alla parità di genere.

Alcune di queste normali attività didattiche sono state accusate da associazioni di integralisti cattolici di voler indurre i bambini a diventare omosessuali (come se ciò fosse possibile). I giornali di destra, a cui spesso queste associazioni sono legate tramite alleanze politiche, hanno rilanciato le notizie-bufala fingendo di crederci. Infine, i fascisti di Forza Nuova hanno pensato bene di minacciare le/gli insegnanti.

Episodi del genere, purtroppo, avvengono nella nostra provincia come nel resto d’Italia e le istituzioni troppo spesso stanno a guardare, per questo pensiamo sia necessario far crescere la solidarietà verso chi subisce tali pressioni, smascherare le menzogne di integralisti cattolici e fascisti e ribadire il nostro impegno per una scuola e una società laiche e plurali.

Appuntamento in Piazza Nettuno
giovedì 29 giugno ore 18.30

Per una scuola e una società aperta, laica e plurale
Stop agli integralisti cattolici e ai neofascisti

Posted in General.

Tagged with , , , .


[BO] Una polizia davvero preziosa…

È alle prime battute il processo all’ex vicequestore Giovanni Preziosa alla sbarra perché aveva in casa una serie di armi e munizioni non denunciate e prive di matricola fra cui anche armi da guerra…

Sull’ex vicequestore in odore di neofascismo «Umanità Nova» ebbe a scrivere nel 1999, senza tema di smentite o di querele, «Giovanni Preziosa, ex picchiatore di compagni e manifestanti, ex amico di Roberto Savi [il capo della Uno Bianca]».

Ai tempi in cui Preziosa ricopriva il ruolo di dirigente della sezione rapine e omicidi della squadra mobile (1988-1995), la Questura di Bologna poteva vantare personale di eccezione: Roberto Savi era assistente capo alle volanti e alla centrale operativa/ufficio controllo del territorio assieme a Pietro Gugliotta, mentre Marino Occhipinti era in servizio alla sezione narcotici della mobile. Più della metà degli assassini della Uno Bianca era agli ordini di Preziosa che avrebbe dovuto trovarli…

Al riguardo vedi anche:
È ora di riaprire l’inchiesta sulla Uno Bianca!
Ritratto di un ex vicequestore. Parte prima
Ritratto di un ex vicequestore. Parte seconda

Anche negli anni Novanta i poliziotti della Uno Bianca avevano armi non dichiarate, con la matricola abrasa, armi da guerra…

Del resto, perché sorprendersi? Adesso la D.I.A., che sarebbe la Direzione Investigativa Antimafia, anziché occuparsi della ’ndrangheta che espande il proprio potere e i propri traffici a Bologna e in Emilia-Romagna, si preoccupa… dell’«area anarchica»…

«Il ricorso alle intercettazioni preventive si è rivelato particolarmente proficuo consentendo, unitamente ad elementi di prova raccolti in procedimenti penali, di procedere al sequestro penale della sede, occupata da decenni, dal collettivo denominato Aula C, all’interno dello stabile della locale Facoltà di Scienze Politiche».

La cattura di Riina e Provenzano è stata nulla in confronto alla mirabile operazione di chiusura dell’Aula C! Anzi, secondo la D.I.A. vi sarebbero attivisti anarchici per il cui costante controllo è giusto trascurare le antipatiche indagini su mafia e neofascisti. Si tratta di persone che contestano e fanno persino frequente ricorso a volantini

«soggetti e gruppi […] impegnati, prevalentemente, in azioni di contestazione contro la Tav, la repressione, i Cie, e altro ancora, con continui collegamenti con diverse realtà nazionali (quali Torino, Roma, Milano, Trento ecc.) e frequente ricorso a volantini e manifesti divulgati, anche, sulla rete internet ed oggetto di incontri ristretti, manifestazioni e presidi».

Lasciamo perdere che la persecuzione antianarchica abbia prodotto una mole enorme di intercettazioni preventive senza alcuna rilevanza penale e sia costata centinaia e centinaia e centinaia di migliaia di euro…

Il fatto è che, mentre ogni pretesto o montatura era buono per perseguire l’antagonismo sociale, Bologna e l’Emilia-Romagna sono diventate nel frattempo «terra di ’ndrangheta»: un’ampia area di riciclaggio di fiumi di denaro sporco e anche di spaccio mafioso di droghe nocive e pericolose per controllare una società impoverita, inquieta e senza prospettive.

Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

A Torino la celere ha caricato la gente che si faceva l’aperitivo per far rispettare l’ordinanza antialcool. A Roma invece i partecipanti a un presidio di Amnesty International sono stati identificati e minacciati per aver espresso contrarietà al decreto Minniti. E anche a Bologna i giornali di regime mettono le mani avanti

Posted in General.

Tagged with , , , .


[Savignano] Presidio antifascista contro Forza Nuova

Venerdì alle 20:00 nel centro storico di Savignano si terrà l’inaugurazione della sede di Forza Nuova con la presenza di Roberto Fiore da Roma.

PRESIDIO ANTIFASCISTA VENERDÌ 23 GIUGNO ORE 19:00 NELLA PIAZZA DEL COMUNE (Piazza Borghesi).

Un’iniziativa spontanea per alzare la voce contro l’apertura permanente di un covo di nazifascisti nel quartiere San Rocco di Savignano che è da anni un esempio di convivenza e integrazione pacifica fra diverse culture.

FORZA NUOVA FUORI DALLE NOSTRE CITTÀ

Antifascisti di Romagna

Posted in General.

Tagged with , .


[S. Pietro in Casale] Poggetto: fuori i fascisti dalle scuole elementari!

Domani, martedì 20 giugno, si terrà un presidio lanciato dai Cobas alle h. 11 davanti all’Ufficio Scolastico Regionale (via de’ Castagnoli, 1), per chiedere alla Direzione di prendere una posizione netta «in favore della libertà d’insegnamento e la solidarietà concreta verso le maestre di San Pietro in Casale e le/i docenti che in Emilia Romagna sono oggetto di continue intimidazioni a causa della loro didattica aperta e inclusiva».

Nelle ultime settimane, infatti, si sono svolti gli atti di un incredibile quanto squallido teatrino; il luogo è Poggetto, una frazione di S. Pietro in Casale (Bologna, Unione dei Comuni Reno-Galliera), e precisamente la scuola elementare «G. Rodari».

Il 26 maggio IlGiornale.it pubblica una notizia di un presunto «matrimonio gay» fatto «celebrare» dalle maestre di una classe elementare fra due bimbi, notizia ripresa da diversi organi di stampa cattolica ma subito smentita ufficialmente; l’articolo è a tratti delirante, non a caso riporta perfino le parole di Galeazzo Bignami, accorso per approfittare del momento di visibilità. Le maestre e la Dirigente dell’Istituto Comprensivo rispondono con due note al giornale riferendo la vergognosa falsità dell’accusa, mossa da alcuni genitori e strumentalizzata per veicolare il pensiero omofobo.

Nonostante le smentite della notizia, però, Forza Nuova non perde l’occasione e sfrutta il caso per fare propaganda «contro l’ideologia gender» – che come si sa non esiste. Alla mattina i bambini e le maestre della scuola si trovano uno striscione appeso al cancello con scritto «La vostra cultura è contro natura».

La violenza del gesto di affiggere uno striscione fascista in una scuola elementare è pari all’ignoranza delle parole utilizzate. Violenza perché i bambini vengono direttamente coinvolti, sia perché non avrebbero potuto non vedere l’enorme striscione sia perché quel «vostra» rivolge il messaggio anche a loro; ignoranza perché chiunque abbia due dita di cervello saprà che parlare di «natura» nell’epoca contemporanea è quantomeno impreciso e anacronistico.

Ma non solo: sostenere che i comportamenti non eterosessuati siano «contro natura» è anche un errore clamoroso: centinaia di specie animali condividono pratiche omoerotiche e perfino omogenitoriali, soprattutto fra le scimmie antropomorfe, ma solo la specie umana conosce l’omofobia e il patriarcato, manifestazioni decisamente culturali e poco naturali.

Quindi, a rigor di logica, se proprio volessimo utilizzare quegli stessi concetti – ridotti dai fascisti a mezzi per naturalizzare l’ideologia del dominio e dell’oppressione – è la cultura fascista e omo-trans-fobica ad essere contro natura poiché non riconosce la legittimità di ogni forma di desiderio, valorizzando esclusivamente la «famiglia tradizionale» e demonizzando le scelte libere. All’interno delle realtà fasciste come Forza Nuova o CasaPound – è sempre bene ricordarlo – la stragrande maggioranza dei componenti sono maschi bianchi eterosessuali cattolici e piccolo-borghesi, per i quali il genere femminile va protetto in quanto debole e ricopre il ruolo – come in epoca fascista – di «angelo del focolare»: le donne sono per essi «naturalmente» portate alla cura degli spazi, della prole e dei propri compagni maschi, come fedeli servitrici della famiglia e della patria.

Basta vedere il programma «Tempo di essere madri» di CasaPound, o il ridicolo programma anti-femminista dell’associazione Evita Peron (le donne di Forza Nuova): una falsa retorica sociale che con una sorta di pink washing vuole cooptare il discorso «anti-gender» per allargare la propria platea di ascoltatori e dare una facciata più «gradevole» alle proprie idee di dominio e prevaricazione dei forti sui deboli e di discriminazione delle diversità.

Questi fatti avvengono in seguito a un’altra incursione catto-fascista, avvenuta a Castello d’Argile il 31 gennaio, quando la «santa alleanza» fra Ass. Evita Peron, curia, genitori cattolici, associazioni e giornali di destra operò una criminalizzazione dello spettacolo teatrale per scolaresche «Fa’afafine», dedicato all’inclusione delle differenze, generando al culmine la grottesca scena di una rappresentazione andata in scena con i Carabinieri dentro e fuori il teatro, e i bambini accerchiati. E di un’altra intimidazione riferisce l’Associazione Primo Moroni: «poco più di un mese fa su via Castello, la strada che porta al Casone Partigiano di Rubizzano, sono comparse delle schifose scritte fasciste inneggianti al duce e contro la resistenza», e di cui Staffetta aveva dato notizia ricordando come «già in passato l’area del Casone era stata danneggiata da un incendio doloso per mano fascista, al seguito del quale i comuni del territorio hanno costruito all’interno del Parco un edificio per accogliere scuole e realizzare percorsi didattici sulla Resistenza».

La bassa bolognese è un territorio che fa gola a fascisti e omofobi, che sfruttano il vuoto politico lasciato anche dagli strascichi del terremoto e della deindustrializzazione. A Pieve di Cento si è costituito da poco un gruppo di Forza Nuova, ma i problemi non vengono solo dai fascisti vecchio stampo: un anno fa era stato invitato in una scuola Mario Adinolfi a parlare di famiglia e «gender», in seguito al quale è stato organizzato da COBAS e CESP (Centro Studi Scuola Pubblica) un convegno sul tema dell’educazione alle differenze, pesantemente ostacolato nell’organizzazione.

Ogni nuovo atto di stampo o matrice fascista in cui incappiamo è qualcosa che ci deve far sussultare, ma quando l’azione fascista è condotta in una scuola elementare ed è volta a strumentalizzare l’infanzia per diffondere un pensiero ignorante e autoritario, lo sdegno aumenta. Ma è da sottolineare come l’invenzione della fantomatica «ideologia gender» sia diventata il grimaldello di cui i fascisti si dotano per ripulirsi l’immagine e per stringere collaborazioni con il panorama fondamentalista ultra-cattolico.

L’omo-lesbo-trans-fobia è parte integrante di ogni discorso fascista; è quindi importante tenere alta la guardia e sottolineare che l’eterosessismo del carrozzone «anti-gender» è veicolo di violenza fascista, e insieme agire per diffondere la cultura dell’antifascismo e dell’antisessismo soprattutto in quei territori non metropolitani in cui l’oscurantismo è la prassi.

Ricordando il presidio di domani 20 giugno, condividiamo l’appello pubblico e firmato da varie realtà antifasciste sotto al titolo «STOP AGLI INTEGRALISTI CATTOLICI E AI NEOFASCISTI!», che ha rilanciato una manifestazione per il 29 giugno alle h. 18 in Piazza Nettuno per la difesa della scuola pubblica antifascista, laica e contraria all’omo-trans-fobia.

Invitiamo tutt* gli/le antifascist* a partecipare e a diffondere azioni e cultura antifasciste in tutti i territori.

Posted in General.

Tagged with , , .


[Fermo] mer 5 lug: «Fermi contro il razzismo!», per non dimenticare Emmanuel

A Fermo, il 5 luglio si terrà la manifestazione «Fermi contro il razzismo!», per non dimenticare Emmanuel a un anno dal suo omicidio per mano di un neofascista vicino a CasaPound. Non si è trattato solo di un episodio isolato di violenza, ma vi è stato poi un tessuto istituzionale e paraistituzionale che ha sminuito e coperto la responsabilità dell’omicida e dell’ideologia che professa. A forza di dire che i neofascisti sono «bravi ragazzi» e di passare sopra alle loro provocazioni e violenze, un giovane uomo è stato ucciso e la sua morte svenduta… Ecco parte della convocazione dell’iniziativa.

Il 5 Luglio vogliamo essere di nuovo in tanti, come un anno fa, nelle strade di Fermo, a rendere omaggio ad una giovane vita prima stroncata da una aggressione razzista, e poi vilipesa da una ignobile campagna xenofoba tesa ad accreditare una sorta di legittima difesa o a derubricare l’omicidio a rissa.

Vogliamo essere in tanti a gridare ad alta voce no al razzismo, per contrastare il clima di indifferenza e di giustificazionismo che ha pervaso ampi strati della comunità fermana e che oggi tenta di affermarsi in Italia e in Europa nel senso comune e nella quotidianità e spesso indulge o si compiace nella guerra agli ultimi, ai «diversi», ai poveri, ai migranti.

In nome della difesa della reputazione e dell’immagine della città – che nessuno ha mai definito «città razzista» – abbiamo assistito ad una inaccettabile operazione di rimozione dalla memoria collettiva, il cui esito processuale, pur accertando e sanzionando l’aggravante razziale, è stato di fatto l’espressione di quello spirito di «riconciliazione» la cui oggettiva ambiguità non ha aiutato a fare i conti con la gravità di quanto successo e con le sue cause profonde.

La prepotente diffusione di politiche reazionarie e di ossessioni identitarie, l’imbarbarimento etico che alimenta la «zona grigia» di una società sempre più indifferente alla sorte di milioni di persone – la cui unica colpa è quella di fuggire da guerre, persecuzioni e povertà prodotte ed alimentate anche con la complicità dell’Occidente – ci deve chiamare ad una mobilitazione di solidarietà e ad una controffensiva culturale, tesa a riaffermare i diritti universali e a innalzare il livello di consapevolezza contro stereotipi e pregiudizi.

Posted in General.

Tagged with , , .


[BO] Forza Italia contro Bello Figo

Come è noto a Bologna i vertici neroazzurri di Forza Italia sono alquanto neri. Da giovani erano a capo degli squadristi del FUAN e oggi recitano il ruolo di cittadini benpensanti ma fanno da mentori e protettori a giovinastri identitari e razzisti…

Non avendo nulla di meglio da fare, ora se la prendono con tal Bello Figo che, secondo il parere dell’ex neofascista Marco Lisei, sarebbe un personaggio «volgare e blasfemo»…

Seguendo l’indicazione di Lisei, questa sera 17 giugno un manipolo di neofascisti rosiconi e malgodenti si è dato appuntamento alle 20.30 al Parco commerciale Meraville con l’intento di impedire l’esibizione artistica.

Vedi Corriere e Next

Eia eia alla larga!

Posted in General.

Tagged with , .