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Basta intimidazioni neofasciste a San Pietro in Casale!

Continuano le intimidazioni e le minacce di Forza Nuova contro le scuole elementari e le maestre di San Pietro in Casale. D’altronde è evidente che nella zona opera un gruppo di neofascisti dedito ai vandalismi e alla propaganda omofoba.

E i Cobas Scuola di Bologna denunciano più ampie pressioni della destra contro la libertà d’insegnamento:

È ora che il Direttore dell’Ufficio scolastico faccia sentire chiaramente la sua voce in sostegno a queste maestre e a tutte quelle e quegli insegnanti che in questi mesi, anche in altre scuole, stanno subendo pressioni da parte di Dirigenti, associazioni e partiti di destra. Vogliamo che il Direttore dica chiaramente che questi reazionari si mettano il cuore in pace, perché la scuola continuerà ad insegnare il rispetto per tutti e tutte.

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti e tutte coloro che si trovano a subire le intimidazioni dei gruppi neofascisti mentre cercano di educare alla libertà individuale e al rispetto della molteplicità. È ora di dire basta!

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[BO] mer 7 giu h.11: inaugurazione di una targa per Romagnoli al Laura Bassi

In una città metodicamente imbratta da scritte e sfregi neofascisti, ecco una bella notizia. Riceviamo e condividiamo l’invito del Collettivo Laura Bassi.

Con la presente invitiamo all’inaugurazione di una targa progettata e realizzata dagli studenti del Laura Bassi e del Liceo Artistico, in risposta ai ripetuti attacchi fascisti dell’autunno 2016 contro la lapide dedicata al partigiano Giancarlo Romagnoli, che si trova davanti all’istituto.

L’inaugurazione sarà il 7 giugno a partire dalle ore 11:00 presso la succursale del Liceo Laura Bassi in via Broccaindosso 48 e vedrà alternarsi musiche a cura del Liceo Lucio Dalla a letture a tema e interventi del Collettivo studentesco: una mattinata dedicata alla Resistenza e contro i numerosi sfregi ai monumenti all’Antifascismo.

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[BO] lun 5 giu h.18: incontro cittadino su «Securitarismo e gentrificazione a Bologna»

Lunedì 5 giugno alle ore 18 presso i Giardini San Leonardo si terrà un incontro cittadino sul tema «Securitarismo e gentrificazione a Bologna».

Anche a Bologna l’ultima trovata della lotta di classe a rovescio – quella dei ricchi contro i poveri e dei privilegiati contro gli spossessati – si chiama «gentrificazione» e «decoro urbano», cioè un rimodellamento autoritario della città che deve escludere, discriminare, controllare coloro a cui questa società non offre alcun futuro decente e vorrebbero invece un mondo diverso, più libero, più aperto, solidale, autogestito.

Alla base vi è il potere disciplinare dei soldi. In Piazza Carducci il Comune ha sostituito il mercatino a chilometro zero della domenica mattina con un ben più costoso mercatino di prodotti «biologici»…

In Montagnola, il Comune vuole abolire il mercatino multietnico che dal 2003 ha coinvolto per tanti anni persone di ogni età, estrazione sociale, nazionalità…

Per Piazza San Francesco il Comune pensa invece a «un provvedimento preventivo che non consenta fisicamente alle persone di collocarsi in piazza e iniziare a suonare»… E intanto si scopre che le costosissime panchine della piazza – il restyling, come si dice adesso, è costato in tutto oltre due milioni di euro! – sono fatte di polistirolo: hanno una copertura di materiale duro, ma all’interno sono di polistirolo e vuote al centro… Una bella metafora di quest’epoca, insomma.

In Piazza Verdi scatterà l’operazione antidegrado «Guasto Village» con luminarie, architetture temporanee e vigilantes contro gli «abusivi». Questa è l’idea secondo la «cooperativa» Peacock:

«La zona verrà delimitata durante le ore della manifestazione e poi chiusa. Utilizzeremo cancelli temporanei, ma non invasivi. Ci sarà un servizio di guardia e controllo costante. L’obbiettivo del progetto è mandare un messaggio di riqualificazione tramite un mix di attività, con cultura e cibo e bevande di qualità. Vogliamo alzare il livello della frequentazione della zona».

In parole povere, vogliono solo alzare il livello dei prezzi e tener fuori chi non ha soldi da spendere…

In Bolognina prospera il business comunale delle telecamere… In via Libia fanno un centro commerciale al posto di un parco pubblico… In Piazza Cavour ci sarà una dependance delle boutique del Pavaglione…

Insomma, business & vigilantes, normalizzazione autoritaria e socialdemocrazia repressiva, questa la politica del sindaco Mer…

Un sindaco che, se i notabili della Lega Nord o del centrodestra lo richiedono, ha sempre sgomberato a ripetizione gli insediamenti di migranti invocando continuamente strette autoritarie sulla «sicurezza»… E ora discutono se «annaffiare i fuorisede».

Un sindaco che aspira a cancellare ogni segno di appropriazione collettiva della città da parte di chi la abita. Uno che ha sponsorizzato le squadrette o ronde di pattuglianti cittadini e ha promosso l’impiego estensivo di telecamere e polizia. Uno che ha pensato a un’ordinanza anti-kebab come «misura di salvaguardia per il commercio nazionale». Uno che ha speso una fortuna per rifare la pavimentazione di Piazza Verdi perché non restasse nemmeno una pietra di quelle su cui era passata la rivolta del 12 marzo 1977…

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Cartografare il collaborazionismo e il mimetismo politico!

Pensare la rivoluzione sociale vuol dire anche evitare equivoci, storture, trappole e inganni. E sarebbe ora di fare un lavoro di cartografia sociale intorno al panorama variegato e confuso del rossobrunismo e dei contatti fra pseudo-marxisti e nuove destre, fra antimperialisti e sovranisti xenofobi, fra antisionisti e integralisti antisemiti. Forse nell’Emilia ex-rossa un fenomeno del genere potrebbe rivelarsi pericoloso quanto i fascismi ultra-identitari.

Intanto, vi è il documento Di come la sinistra italiana ha abbracciato rossobruni e xenofobi, che già offre qualche indicazione intorno a un fenomeno che va compreso e osteggiato.

Anche a Bologna vi sono dirigenti pseudo-comunisti che sono membri del gruppo facebook di supporto alla pagina di «Fronte del Popolo», un gruppo terzaposizionista di stampo rossobruno e Yes Borders

In Italia vi sono parecchi siti e testate con l’effigie di Giano bifronte che guarda sia all’estrema destra che all’estrema sinistra, ad esempio «Il Mondo Nuovo», «La Via Culturale», «Giano Bifronte», «Oltre la Linea» e la filiale madre «Azione Culturale», dedita alla commistione «delle grandi ideologie del Novecento» e fondata dal filosalvinista Alessandro Catto che scrive per «Il Giornale»…

Ma la confusione è tale che a volte, senza nemmeno accorgersene, si possono ritrovare assieme idee e persone che dovrebbero essere su fronti diversi e opposti. Basti l’esempio del film recente PIIGS con interviste a Noam Chomsky, Yanis Varoufakis, Erri De Luca… ma c’è anche un personaggio trasversale e ambiguo come Paolo Barnard… poi c’è l’economista Warren Mosler, post-keynesiano sostenitore della MMT – versione colta delle tesi sul signoraggio – i cui libri, tra cui una intervista curata proprio da Barnard, sono pubblicati dalle Edizioni SI, casa editrice di proprietà del neofascista Fabrizio Zani, promotore nel 1974 dei «Gruppi per l’Ordine Nero» e attivo poi in formazioni come «Terza Posizione» e NAR…

Può sorprendere che militanti pseudo-comunisti e fascisti riescano a trovare in qualche caso linee comuni d’intesa, ma ciò si deve al teorema delirante secondo cui «il nemico del mio nemico è mio amico».

Basta essere tutti antistatunitensi o antimperialisti per accettare una bella ibridazione di socialismo e nazionalismo, di lotta di classe e razzismo, di terzomondismo e antisemitismo, di sol dell’avvenire e fantasie complottiste.

È un gioco delle tre carte fondato sul fatto che non si dice mai nulla di concreto sulla propria idea di società, ma solo sul Nemico da combattere, identificato sempre e solo con le banche, l’usura, il capitale finanziario, l’imperialismo sionista-statunitense, ecc., che «strangolano le nazioni».

Avvelenare i pozzi della rivoluzione sociale è sempre stata una tecnica del potere borghese.

Storicamente, l’ideologia del Fascismo è nata proprio da una rete di scambi e ibridazioni fra «destra» e «sinistra», combinando lotta di classe e nazionalismo, dittatura del proletariato e stirpe eletta, socialismo e razzismo. L’ideologia fascista da sempre si è alimentata di discorsi rivoluzionari per virarli verso l’autoritarismo.

Per questo i neofascisti sono tanto interessati a fare discorsi «di sinistra», «anticapitalisti», «rivoluzionari», «antimperialisti». Non da oggi è la loro strategia, tanto più in tempi di crisi economica e crescente disagio sociale.

Non facciamoci confondere da quelle ideologie e da quei discorsi che fanno solo finta di essere rivoluzionari! Contro collaborazionismi e mimetismi politici, ora e sempre resistenza!

Vedi anche:
I fascisti noglobal
I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia
Il tarlo euroasiatico. Comunitaristi, rosso-bruni, nazionalcomunisti, nazionalbolscevichi: tra vecchie e nuove maschere del neofascismo
Antisemiti a Bologna ieri e oggi

Per segnalazioni di gruppi, iniziative e attività rossobrune in Emilia-Romagna, utilizzate la nostra mail o lo spazio dei commenti.

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[BO] dom 28 mag h.16.30: pomeriggio antifascista promosso dall’ANPI Savena

Sabato 27 maggio si svolgerà in tutt’Italia la Giornata antifascista organizzata dall’ANPI con l’intento di promuovere una coscienza diffusa riguardo al problema dell’intensificarsi della minaccia neofascista in Italia e nel mondo, dei razzismi, della xenofobia. Vedi, città per città, gli eventi ANPI.

A Bologna particolarmente significativo sarà l’evento di domenica 28 maggio che si terrà nel luogo di un recente vandalismo neofascista.

Domenica 28 maggio 2017

Giardino Brigata Partigiana Maiella – via Marx angolo via Barbacci e Centro sociale La Dacia via Lincoln 22/3

a partire dalle 16.30: la sezione ANPI Savena organizza un pomeriggio al parco, presso il monumento dedicato alla Brigata Maiella recentemente oltraggiato con scritte fasciste. Deposizione di una corona, canti partigiani, distribuzione di materiali informativi, rinfresco, incontro con l’esperto di neofascismo Jacopo Frey e presentazione a cura di Dawit Solomon Tezare de La galassia nera su Facebook realizzata da ANPI e Patria Indipendente.

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La CasaPound degli ipocriti

Il leader calabrese di CasaPound e consigliere comunale di Lamezia Terme, Domenico Gianturco, è stato condannato a un anno e 4 mesi per maltrattamenti, a seguito delle ripetute denunce da parte della ex moglie. Insomma, per difendere i Valori della Patria e della Famiglia, botte, umiliazioni, denigrazioni… Del resto, «Nel dubbio mena» è uno degli slogan preferiti da CasaPound.

Fin qui nulla di speciale perché è quel che accade purtroppo in tantissime famiglie italiane o meno.

Ma prontamente CasaPound ha espulso Domenico Gianturco dal movimento neofascista. Per le violenze sulla moglie? No, nient’affatto.

Anziché cogliere l’occasione per denunciare la violenza italica sulle donne, i neofascisti se la sono presa con una cooperativa cattolica contro l’emarginazione sociale. Ecco le motivazioni dell’espulsione di Gianturco:

«Il sostegno espresso da Gianturco, in occasione dell’aggiudicazione di un bando per la manutenzione del verde, alla cooperativa “Malgrado Tutto” non può assolutamente essere tollerato. È intollerabile il suo sostegno ad una cooperativa che lucra sui clandestini».

La xenofobia, si sa, copre sempre qualcos’altro. E in questo caso è evidente.

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Contro il razzismo di Stato e di strada, sabato 27 maggio marcia della Bologna accogliente e solidale

Spunta fuori un secondo militare tedesco accusato di pianificare attentati da attribuire ai rifugiati. Anche lui si faceva passare per profugo siriano pare con l’intenzione di uccidere politici favorevoli all’accoglienza e poi dare la colpa agli immigrati…

Invece il «Resto del Carlino» pubblica un’altra delle sue velenose veline di Questura contro chi ha chiesto verità e giustizia per Emmanuel, ucciso a Fermo da un neofascista vicino a CasaPound che ora è libero dopo 3 mesi di carcere e 6 di arresti domiciliari, anche grazie a protezioni trasversali e testimonianze inattendibili

E intanto si scopre che lo Stato italiano lascia affogare la gente in mare quando potrebbe salvarla. Una storiaccia che viene fuori a distanza di tre anni e porta a credere che non sia affatto l’unica…

Le chiamano «stragi del mare», ma in realtà si tratta della più grande strage di Stato italiana che va avanti da quasi vent’anni, cioè da quando, con voti anche di PD, Verdi e Rifondazione comunista, fu approvata la legge Turco-Napolitano.

D’altro canto Stato, Magistratura e Politica oggi diffondono xenofobia a piene mani fiancheggiando di fatto le ideologie razziste e lo squadrismo neofascista.

Per tutto questo riteniamo importante partecipare alla marcia della Bologna accogliente e solidale contro muri e razzismo del prossimo sabato 27 maggio dalle ore 14.30 in Piazza XX Settembre come risposta alle politiche discriminatorie e securitarie che in tutta Europa cancellano la dignità e le legittime aspirazioni di milioni di persone in fuga da fame, guerre, povertà, persecuzioni.

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[Imola] 27 e 28 maggio: secondo Festival di Imola Antifascista

Sabato 27 e domenica 28 maggio, dalle 14 fino a tarda serata
al Centro Sociale La Stalla (via Serraglio 20, Imola)

2° FESTIVAL di IMOLA ANTIFASCISTA

Due giorni di concerti, dibattiti, banchetti, bar, gastronomia con piadine e panini, spazio bimbi, sport popolari e free volley, mostre fotografiche e artistiche, palco e zona all’aperto!

Qui tutto il programma.

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[MO] Basta concerti d’istigazione alla violenza neonazista!

Sabato 20 maggio si terrà a Modena un concerto nazirock d’istigazione all’odio e alla violenza presso il circolo neofascista Terra dei Padri. Riceviamo e volentieri condividiamo questa riflessione di Modena antifascista.

«Chiedo alle autorità che devono vigilare sull’ordine pubblico e sul rispetto delle leggi, di essere rigorosi e controllare che il nuovo circolo Terra dei Padri rispetti come ogni altro le norme vigenti e non sia veicolo di idee di odio e di apologia del fascismo, che sono contrarie ai principi costituzionali su cui è fondata la nostra Repubblica», erano le dichiarazioni del sindaco Muzzarelli in prossimità dell’apertura della sede nazifascista di via Nicolo Biondo 297, mascherata dietro l’etichetta di “circolo culturale”.

«Come Partito democratico chiediamo a istituzioni e autorità competenti di vigilare» erano le parole del coordinatore della Segreteria cittadina Antonio Carpentieri e della capogruppo in Consiglio comunale a Modena Grazia Baracchi.

Non ci stupisce che queste parole siano state proferite al vento, cadute palesemente nel vuoto.

Per sabato 20 maggio all’interno del circolo neofascista Terra dei Padri è stato organizzato un concerto nazirock che vedrà suonare il gruppo mantovano Acciaio Vincente. Il gruppo, di ispirazione apertamente neonazista, appartiene al circuito di musica RAC, un genere che vede come temi principali delle proprie canzoni la superiorità della razza bianca e ariana, uno spinto antisemitismo, l’esaltazione della violenza squadrista, l’odio razziale e la discriminazione del più debole, la celebrazione della storia e dei valori del Terzo Reich e del ventennio fascista, l’apologia di figure come Hitler, le SS, Mussolini e le camicie nere. Componenti del gruppo Acciaio Vincente, infatti – che espongono apertamente nei propri testi tutto ciò, basti ascoltare canzoni come Fede nera, Fenice tricolore, Spranga, Mantova male, Festa dei traditori, oltre che esporre ai propri concerti la classica simbologia nazifascista – appartengono al Veneto Fronte Skinhead, organizzazione di naziskin resasi protagonista di intimidazioni e aggressioni (sia a sfondo razziale che politico) ovunque sia presente, gli stessi naziskin che a Modena nel novembre 2016 hanno interrotto con la forza un convegno pubblico in università minacciando gli spettatori, gli stessi che sono presenti a Sassuolo, già da tempo presa di mira da “ignoti” con scritte razziste e fasciste, svastiche e croci celtiche.

Da Mantova, sui canali del Fronte Veneto Skinhead, è partita la chiamata per raggiungere Modena il 20 maggio, che vedrà quindi la presenza di numerosi neofascisti e naziskin nella serata organizzata da Terra dei Padri, e dopo, imbottiti di alcol e fomentati a dovere, per le strade della città in concomitanza con la Notte bianca. Avevamo avvisato quale sarebbe stata l’offerta “culturale” del sedicente circolo, che funge da casa comune di tutta l’estrema destra non solo modenese, ma regionale. Questa è l’ennesima iniziativa documentata di evidente stampo nazifascista che viene organizzata in quel luogo. È sotto gli occhi di tutti.

Dove sono le istituzioni e le autorità modenesi, che si definiscono democratiche e antifasciste, che promettevano avrebbero vigilato? Dove sono le autorità che, assicuravano, sarebbero state rigorose nel controllo delle attività di Terra dei Padri? Dove sono tutti coloro che, a partire dal sindaco, dall’amministrazione cittadina, dai rappresentanti politici, dai partiti che si definiscono di sinistra, dalle associazioni e dai sindacati antifascisti, dichiaravano si sarebbero opposti a iniziative che avrebbero veicolato apologia di fascismo, riproposto le sue pratiche e i suoi contenuti ideologici? Dove saranno e cosa avranno da dire tutti questi signori il 20 maggio quando Modena, affollata per la Notte bianca, vedrà l’arrivo in città di numerosi naziskin e militanti neofascisti da dentro e fuori tutta la regione?

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Neoliberismo e nazismo

Nell’«Internazionale» n. 24 dei primi di febbraio 2017 è uscito un interessante articolo leggibile qui alle pagine 88-95: Il reich dei supermanager di Raphaële Chappe e Ajay Singh Chaudhary. Vi si dimostra l’affinità storica fra neoliberismo e nazismo, che si va riproponendo oggi nel nostro presente in cui il neoliberismo è solo la premessa sfascista di regimi sempre più autoritari. Ecco un ritaglio dell’articolo:

Non bisogna essere particolarmente radicali per riconoscere la contraddizione fondamentale tra democrazia e capitalismo, o più precisamente tra democrazia e liberismo economico. Fin dai tempi di Aristotele si presumeva che gli stati democratici fossero quelli più inclini a ridistribuire i beni. È logico: se il potere è distribuito su una base ampia avvicinandosi grossomodo all’uguaglianza, allora lo Stato deciderà di esercitare almeno un controllo democratico sulla proprietà, se non di democratizzarla del tutto. Il fascismo e il neoliberismo – entrambi frutto di una crisi del capitale che chiede una risposta politica – danno due risposte diverse alla versione moderna di questo classico dilemma.

Nel 1933, in un incontro con gli imprenditori tedeschi, Hitler dichiarava che la democrazia (cioè il controllo parlamentare) era fondamentalmente incompatibile con un’economia capitalista di libero mercato: una verità che all’epoca era molto più comunemente accettata. Dopo il discorso di Hitler, Hermann Göring esponeva la tesi nazista in termini più espliciti: sostenete il partito nazista e la democrazia parlamentare morirà. E sparirà la minaccia alla libera impresa rappresentata da comunismo, socialismo, manodopera organizzata e princìpi fondamentali della democrazia stessa.

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