Skip to content


[MO] Aggressione neofascista a Modena

Riceviamo e condividiamo la notizia di un’aggressione avvenuta a Modena in via Gallucci dove ha sede un pub frequentato spesso da ultras di destra.

Aggressione fascista a Modena: ora basta!!

A nemmeno un mese dall’apertura in città del circolo Terra dei Padri, purtroppo dobbiamo constatare che le nostre preoccupazioni e previsioni si sono avverate.

Infatti ieri notte (10 febbraio) davanti ad un pub in pieno centro storico a Modena un ragazzo è stato aggredito e percosso da 4 persone che sfoggiavano simboli fascisti. Il motivo delle violenze, a detta degli aggressori, è a causa del look alternativo del ragazzo più volte apostrofato «zecca» e minacciato verbalmente.

Come già denunciamo da mesi, l’apertura del covo fascista Terra dei Padri, grazie alla propaganda «culturale» di estrema destra, ha sdoganato e incoraggiato atteggiamenti e scorribande di stampo neofascista, dando oltretutto un luogo fisico a questa teppaglia dove riunirsi e organizzarsi.

Se le istituzioni democratiche e il Primo cittadino Muzzarelli non prenderanno provvedimenti nei confronti di questo sedicente circolo sappiano che come antifascisti/e modenesi non siamo disposti a tollerare questi episodi nella nostra città e ci impegneremo affinché il covo fascista Terra dei Padri venga chiuso al più presto.

Posted in General.

Tagged with , , .


Bologna Irredenta: la propaganda sulle foibe approda nelle scuole dell’Emilia-Romagna

Ormai è scritto persino sui libri di storia che chi vuol governare ha tre validi strumenti per garantire il proprio potere: la repressione, la discriminazione di soggetti socialmente deboli contro cui indirizzare il malcontento e il nazionalismo.

Una trinità che a Bologna il Partito Democratico ha fatto ampiamente propria. Sgombera le occupazioni abitative e gli spazi sociali. Manda la celere contro chiunque, lavoratori o studenti, provi a protestare. Dedica il proprio tempo a scrivere ordinanze proibizioniste e a invocare telecamere, camionette e militari armati ad ogni angolo. Non contenti, per nascondere le politiche di tagli all’assistenza sociale, la precarizzazione del lavoro e l’aberrante speculazione edilizia – con annessi e connessi di inquinamento a livelli stratosferici – scatena campagne terroristiche contro venditori di birra, lavavetri e persone che chiedono l’elemosina.

Infine, per sancire il proprio ruolo di «Partito della Nazione», mancava solo una bella tinteggiata di nazionalismo e irredentismo.

Già dovrebbe dare da pensare la schizofrenia di presentarsi in pompa magna alle commemorazioni del 25 aprile e del 2 agosto mentre poi la giunta del PD ha sempre garantito piena agibilità ai gruppi neofascisti nella città che governa.

Senonché si tratta di una contraddizione apparente: l’antifascismo del PD è un antifascismo tricolore e apolitico, un antifascismo da commemorazione che non impegna a nulla, né a ricordare il colonialismo stragista del Fascismo in Africa e nei Balcani, né a condannare le odierne violenze e pestaggi neofascisti.

L’ingrediente base del nazionalismo è, si sa, il vittimismo che serve a deresponsabilizzarsi e a demonizzare l’altro per giustificare le proprie mire.

In questo senso, da qualche anno a questa parte, stiamo assistendo a un sempre maggiore impegno nella costruzione del mito delle «Foibe» come un immaginario «genocidio di italiani» e non come un evento minore della guerra che l’Italia fascista scatenò nei territori jugoslavi. Come un dogma e non come un fatto storico da indagare con i metodi della storiografia moderna.

Ora pare che il PD bolognese, dopo aver superato a destra Bignami & Lega Nord nel promuovere lo sgombero di XM24, voglia appropriarsi anche dei discorsi preferiti di Forza Nuova & CasaPound sulle «Foibe». Infatti, secondo il «Corriere di Bologna», l’Ufficio Scolastico dell’Emilia Romagna e l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia stanno «per chiudere un accordo con l’Ufficio scolastico per organizzare un corso di formazione per i docenti delle superiori». Un’Associazione così serena e obiettiva sull’argomento che, nel suo Statuto, auspica addirittura un’azione per «agevolare il ritorno delle Terre Italiane della Venezia Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno alla Madrepatria».

Insomma, mentre mancano i fondi per ristrutturare gli edifici scolastici o per assumere abbastanza personale scolastico anche solo per raggiungere il livello minimo e per non pigiare trenta studenti per volta in una classe, di certo non mancano i soldi per promuovere un bel Minculpop odierno al servizio della propaganda nazionalista, né la faccia tosta di stupirsi poi regolarmente che razzismo, bullismo e squadrismo prendano sempre più piede nelle scuole.

Non mancheranno «una ventina di iniziative, tra la città di Bologna e la provincia», fra cui «grazie al bando di concorso destinato alle scuole saranno premiate sei classi il 10 febbraio in Sala Rossa di Palazzo D’Accursio, prima della seduta solenne del Consiglio comunale, a cui parteciperà il professore emerito dell’Alma Mater, Giuseppe De Vergottini. Gli studenti riceveranno una borsa di studio e parteciperanno al viaggio a Trieste, Pola e Rovigno, incontrandosi con le comunità italiane del luogo. L’iniziativa ha ricevuto un contributo da parte del Consiglio comunale». Non a caso vi sarà Giuseppe De Vergottini, un emerito massone… un barone inquisito per concorsi truccati

Chissà, alla prossima «commemorazione partigiana» i rappresentanti delle istituzioni locali nate dalla Resistenza potrebbero andare in confusione, magari complice qualche spritz di troppo, e dichiarare che vent’anni di dittatura furono guidati dai lavavetri e che la strage di Sant’Anna di Stazzema fu compiuta da centri sociali e immigrati… Ma sicuramente, non si confonderanno nel prendere le distanze da chi combatte i fascisti culturalmente, politicamente e per strada, preparandosi magari a concedere una piazza a Roberto Fiore implicato a suo tempo nello stragismo nero o a Matteo Salvini con le sue continue istigazioni all’odio e alla discriminazione.

Ora e sempre resistenza!

Posted in General.

Tagged with , , , , , .


Resistenze. Verso il 25 aprile e oltre…

Resistenze

Un ciclo di incontri e riflessioni sulle resistenze passate, presenti e future nelle relazioni di potere

Verso il 25 aprile e oltre…

Il Nodo sociale antifascista propone un percorso cittadino e plurale per confrontarsi sui violenti effetti delle trasformazioni economiche e socio-politiche che subiamo ogni giorno e sulla necessità di mettere in rete soluzioni praticabili, in embrione o già in essere qui o altrove, per sottrarci al dominio del grande capitale e alle diverse forme di fascismo che produce e sostiene.

L’idea è di dare spazio alle «pratiche e alle rivendicazioni organizzate o meno, individuali o collettive, occulte o visibili, semi-legali o criminali, di natura economica o post-materialiste che si affacciano nello spazio delle relazioni sociali e della città, producendo conflitto, evitandolo o negoziando margini silenziosi di autonomia» (Pietro Saitta, Resistenze. Pratiche e margini del conflitto nel quotidiano).

In questo senso vogliamo chiederci: quali sono oggi le forme individuali e collettive con cui si esprimono le resistenze che attraversano lo spazio pubblico? Come si attualizza la resistenza e la lotta partigiana al nazifascismo senza farla diventare solo un momento di commemorazione? Come organizzarsi e connettere le diverse resistenze praticate per conquistare spazi di agibilità e di liberazione dallo sfruttamento e dal dominio del potere e del denaro?

Riteniamo sia innanzitutto necessario creare e rafforzare reti di solidarietà in modo che le diverse forme di autogestione praticabili oggi possano avere un maggiore impatto sulla vita quotidiana dei settori più impoveriti della società e aprire ulteriori orizzonti di contestazione e destituzione dello sfruttamento e dell’oppressione.

Venerdì 10 febbraio ore 20: «L’autogoverno zapatista». Orsetta Bellani presenta Indios senza re. Conversazioni con gli zapatisti su autonomia e resistenza (La Fiaccola). Al Circolo anarchico Berneri, Piazza di porta Santo Stefano, Bologna.

Venerdì 3 marzo ore 19: «Educare alla libertà». Si discute di pedagogia libertaria con Gianni Sarno (Atene Llibertari Alomà di Tarragona), autore de Introducciόn alla pedagogia libertaria, genitori e insegnanti del Progetto di educazione libertaria i Prataioli (Pavullo) e della Fucina Buenaventura di Modena. Introduce e coordina il Nodo sociale antifascista. A Senape vivaio urbano via Santa Croce 10, Bologna.

Venerdì 3 marzo: «Resistenze in Cirenaica: Colonialismo e razzismo ieri e oggi»: h. 20 cena di autofinanziamento; h. 21 presentazione del libro di Gianluca Gabrielli Educati alla guerra. Nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del Novecento (Ombre corte, 2016); h. 22:30 reading/concerto «Dai campi di concentramento fascisti ai CIE, racconti di internate e internati», con le voci di Resistenze in Cirenaica e le musiche del Bhutan Clan. A VAG 61, Via Paolo Fabbri 131.

Sabato 4 marzo: «Resistenze in Cirenaica: Colonialismo e razzismo ieri e oggi»: h. 18:30 incontro «Fumetto e colonialismo italiano: dal Ventennio a oggi passando per Hugo Pratt» con Boris Battaglia, Gianfranco Manfredi, l’associazione Re:Common e altri; h. 20 cena di autofinanziamento; h. 21 «Che cosa sta succedendo nella valle dell’Omo?» Presentazione dell’inchiesta di Re:Common sul neocolonialismo italiano in Etiopia. A VAG 61, via Paolo Fabbri 131.

Venerdì 31 marzo ore 19: «Pratiche di resistenza abitativa». Andrea Staid presenta Abitare illegale. Etnografia del vivere ai margini in occidente e dialoga con inquilini del Garibaldi 2 (Calderara di Reno). Introduce e coordina Domenico Sarno (Nodo sociale antifascista). A Senape vivaio urbano via Santa Croce 10, Bologna.

Venerdì 21 aprile ore 19: «Dalla Spagna ’36 all’odierno Kurdistan turco. Storie di volontariato internazionalista», incontro con Enrico Acciai, autore del libro Antifascismo, volontariato e guerra civile in Spagna. La Sezione Italiana della Colonna Ascaso e Claudia Albanesi (Servizio Civile Internazionale). Introduce e coordina Jacopo Frey (Il Caso S). A Senape vivaio urbano via Santa Croce 10, Bologna.

Venerdì 21 aprile e Sabato 22 aprile torna «Resistenze in Cirenaica». A VAG 61 e in quartiere.

Nodo sociale antifascista Bologna // staffetta.noblogs.org

Posted in General.

Tagged with , .


Razzismo & ruberie in Emilia-Romagna

A forza di promuovere la politica della paura e dell’odio, anche in Emilia-Romagna si direbbe che stiano crescendo gli episodi di razzismo.

Ce n’è per tutti i gusti. A Modena c’è l’apartheid in discoteca. A Bologna, l’annuncio «Non si affitta agli africani». A Rimini, gli atti di bullismo e razzismo fra ragazzini a scuola. Ancora a Bologna, svastiche e scritte «Neri al rogo».

Poi ci sono gli insulti razzisti e i saluti romani nel calcio. È accaduto anche in una partita regionale in cui un giocatore della Bazzanese se l’è presa col nero Daouda Cisse del La Miccia Formigine urlandogli insulti razzisti ed esibendo platealmente il saluto fascista.

E quest’ultima è una vicenda esemplare di un razzismo ormai normalizzato che non desta né sconcerto né riprovazioni adeguate, ma solo indulgenza e impunità.

Subito dopo i fatti, l’arbitro ha dichiarato di aver visto e sentito tutto e che avrebbe preso provvedimenti, ma a fine partita non è arrivato l’intervento promesso dal direttore di gara, che dopo lunga consultazione col commissario arbitrale ha deciso di non prendere alcun provvedimento nei confronti né del giocatore né della squadra.

Del resto, per ogni episodio di razzismo attestato da un qualche articoletto di cronaca locale, ve ne sono tanti, troppi che restano nell’ombra.

Anni fa, cose simili da queste parti sarebbero state davvero impensabili, ma ora tutti i benpensanti razzisti e fascisteggianti si sentono rassicurati dal clima di completa impunità e dall’acquiescenza di chi dovrebbe fare da arbitro…

Già, poi ci sono gli arbitraggi della Politica… Basta guardare alle «spese pazze» della Regione Emilia-Romagna. All’ex capogruppo del PD sono contestate ruberie per oltre 600.000 euro; a Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), per oltre 100.000 euro; a Roberto Sconciaforni (Federazione della Sinistra), per circa 90.000 euro; ad Andrea Defranceschi (M5S), per 67.000 euro…

E il magistrato ha persino concesso uno sconto del 15% tanto che, di riffe e di raffe, un gran lader come il neroazzurro Galeazzo Bignami dovrà rifondere all’erario solo 22.300 euro con il condono degli scontrini

Ora e sempre resistenza!

Posted in General.

Tagged with , .


[BO] mer 8 feb h.20.30 @Xm24: «per continuare a immaginare insieme una città diversa»

«Ci ricordava qualcuno, qualcosa. Non riuscivamo a rammentarci a chi somigliasse. Finalmente uno di noi lo identificò: somigliava a un refuso!» (E. Cecchi, Stampar bene e stampar male, 1929).

Negli ultimi tempi un refuso si aggira assiduamente per il web. Un refuso curioso, insistente, sintomatico.


Pare che il sindaco di Bologna voglia sostituire XM24 con un commissariato, fare di Bologna una caserma e forse anche ripristinare la Signoria.

È un sindaco che, se i notabili della Lega Nord o del PDL lo richiedono, sgombera a ripetizione gli insediamenti di migranti e invoca strette autoritarie sulla «sicurezza».

È quello che aspira a cancellare ogni segno di appropriazione collettiva della città da parte di chi la abita. Uno che sponsorizza le squadrette o ronde di pattuglianti cittadini e promuove l’impiego estensivo di telecamere e polizia. Uno che ha pensato a un’ordinanza anti-kebab come «misura di salvaguardia per il commercio nazionale». Uno che ha speso una fortuna per rifare la pavimentazione di Piazza Verdi perché non restasse nemmeno una pietra di quelle su cui era passata la rivolta del 12 marzo 1977…

È un sindaco che assomiglia davvero al grafema nero di un refuso. Per provare ad emendarlo, si terrà un’assemblea cittadina «contro la repressione, per l’autogestione» mercoledì 8 febbraio alle 20.30 in via Fioravanti 24, «per continuare insieme a immaginare un quartiere e una città diversi».

Posted in General.

Tagged with , , , .


[Parma] gio 9 feb h.21: «Foibe e fascismo»

Giovedì 9 febbraio dalle ore 21 si terrà al Cinema Astra di Parma la dodicesima edizione della manifestazione antifascista «Foibe e fascismo», alternativa alla celebrazione del «giorno del ricordo delle vittime delle foibe», organizzata da ANPI, ANPPIA, Comitato antifascista.

Istituito con la legge 92 del 2004 il «giorno del ricordo», il 10 febbraio di ogni anno, dal 2005 al 2015 sono state attribuite dalle massime autorità dello Stato italiano nato dalla Resistenza antifascista medaglie a 323 «infoibati», di cui 33 propriamente gettati in foibe. In piccola parte civili, in gran parte, 250 (77%), appartenenti alle forze armate dell’Italia fascista o a personale politico fascista. Alcuni veri e propri criminali di guerra.

Alle 21 la conferenza di Davide Conti, storico e consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, su «Crimni e criminali fascisti nei Balcani e in Jugoslavia», alle 22 proiezione di sequenze del film documentario della BBC «Fascist Legacy» («Il lascito fascista») sui crimini fascisti in Jugoslavia, mai trasmesso dalla RAI.

Posted in General.

Tagged with , .


L’Ass. Primo Moroni: «Sempre dalla parte di chi si oppone a omofobia e fascismo!»

Riceviamo e condividiamo questo comunicato che intende dare un contributo sui fatti avvenuti nelle scuole dell’Istituto comprensivo di San Pietro in Casale.

Martedì 31 gennaio diverse compagne e compagni dell’Ass. Primo Moroni si sono recat* presso il teatro comunale di Castello D’Argile per assistere alla rappresentazione di «Fa’afafine, Mi chiamo Alex e sono un dinosauro», uno spettacolo per ragazz* che tratta, tra i tanti, anche il tema del gender fluid (con fluidità di genere si intende l’alternanza di una persona nel sentirsi maschio e femmina). L’interesse verso lo spettacolo è nato a seguito della comparsa, davanti alle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio che ne avevano programmato la visione, di striscioni di protesta ad opera dell’associazione Evita Peron (gruppo femminile neofascista di Forza Nuova). Il tutto è avvenuto nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27. Tra le frasi «Il sesso non è un gioco: così aiuti solo il pedofilo» è un chiaro esempio di quanta tracotante ignoranza si celi nelle menti ideatrici. Il tutto accompagnato da un bieco volantinaggio in cui, non solo si allarmavano le famiglie in merito ai «pericolosi» contenuti della rappresentazione, ma venivano anche riportate le classi aderenti al progetto, sottoponendo così a pubblica condanna le insegnanti.

Bene! Avendo visto lo spettacolo, possiamo dire fermamente che le scuole dovrebbero essere piene di insegnanti così attent* a trasmettere non solo la didattica, ma anche valori di vita quali il rispetto dell’altro e l’uguaglianza nella diversità. Mentre è spietatamente inaccettabile che sia tollerata l’esistenza e soprattutto venga dato credito a Forza Nuova, un partito che promuovere e rivendica apertamente il suo carattere fascista, omofobo e razzista. Ma sappiamo ormai da tempo che questi gruppi neofascisti non operano da soli; spesso trovano l’appoggio di partiti altrettanto xenobi, come per esempio la Lega Nord, e di quelle frange catto-reazionarie intrise di sessismo e patriarcato.

Fa’afafine è uno spettacolo che parla di amore e per come lo intendiamo noi, l’amore non ha forma, non ha colore né età! Alex è un bimbo arcobaleno, che si confronta con la sua identità di genere attraverso la scoperta e la sperimentazione. Com’è normale che le/i bambin* facciano! Lo spettacolo parla anche di discriminazione e di bullismo, di sofferenza davanti a chi ci fa sentire «strani» o «diversi», attribuendo a questi termini un’accezione negativa. È uno spettacolo decisamente contro gli stereotipi di cui questa società è intrisa, è uno spettacolo che ci fa respirare finalmente una ventata d’aria e forse ci dà speranza per immaginare una società migliore di quella in cui viviamo.

Ci è sembrato che i lunghi applausi, le tante mani di bambin* alzate a fare domande (a onor del vero più sulle scenografie che sull’identità di genere di Alex!!!), e i commenti entusiasti ed emozionati dei genitori alla fine dello spettacolo siano stati la miglior risposta a chi voleva intimidire e sopraffare.

Certamente le 4 persone di Evita Peron presenti quella mattina nei pressi del teatro non hanno potuto vedere tutto questo, perché troppo impegnate nel sostenere un manifesto a testa (come al solito del resto) con riportate le solite frasi discriminatorie.

Noi saremo sempre dalla parte di chi si oppone a ogni forma di omofobia e si espone in prima persona per una società equa, nel rispetto di tutte le diversità e libera dai fascismi!

L’Ass. Primo Moroni – Nuova Casa del Popolo di Ponticelli

Posted in General.

Tagged with , , , .


[BO] Convegno di Alemanno, Storace & C. presso l’Hotel Europa

Ormai viviamo in una perenne campagna elettorale, e i più odiosi e intolleranti partiti e partitini di destra hanno sempre un buon pretesto per le loro sordide iniziative xenofobe e securitarie, fatte solo per prendere qualche voto in più e garantire sedie e carriere a figuri senza arte né parte.

A Bologna lunedì 6 febbraio, presso il solito Hotel Europa di via Boldrini, ci sarà il congresso fondativo di una nuova accozzaglia di neofascisti in crisi sotto il nome di «Azione nazionale-La Destra. Per il popolo sovranista». È annunciata la partecipazione di Gianni Alemanno, Francesco Storace e Roberto Menia, ma anche del neroazzurro bolognese Michele Facci, ex missino e picchiatore del FUAN, poi rispettabile consigliere comunale di Forza Italia e simpatizzante di CasaPound.

Sono solo mediocri opportunisti e arraffoni interessati al piccolo bacino elettorale del neofascismo italico e meriterebbero pece e piume se non venissero a Bologna proprio in cerca di pubblicità gratuita e di argomenti per il loro vittimismo d’accatto.

Eia eia alla larga!

Posted in General.

Tagged with , , , .


[Rimini] Contro muri e sigilli, non un passo indietro. Marsu libero! Tutt* liber*!

Riceviamo e condividiamo il comunicato di Rimini antifascista.

12 gennaio 2017, Rimini. Sono passati pochi giorni dall’inizio dell’anno e alle prime luci dell’alba bussano alla porta: non è più tempo di regali e quello che viene recapitato al nostro compagno Marsu è un’istanza di custodia cautelare con cui viene confinato – per la seconda volta – agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni. I motivi non sono nuovi, come non sono nuove le misure: chi firma questo provvedimento giudica ancora una volta Marsu un soggetto socialmente pericoloso.

Per capire questa storia dall’ennesimo risvolto surreale bisogna fare un salto indietro di tre anni.

Marsu infatti la notte dell’8 marzo 2014, insieme a un altro compagno, Bullo, all’uscita da un locale vicino Rimini riceve numerose coltellate per mano fascista, al punto tale da rischiare la vita. È solo per una questione di centimetri, e grazie a due delicati interventi chirurgici, che non gli viene strappata.

Da quel momento in poi per Marsu e Bullo, come per amici, amiche, compagni e solidali inizia un’odissea giudiziaria tutt’ora in pieno svolgimento, di cui quest’ultima assurda misura repressiva rappresenta solo l’ennesimo tassello: già lo scorso maggio, infatti, erano scattati gli arresti domiciliari con tutte le restrizioni nei confronti di sei persone, antifascisti e solidali, tra cui gli stessi Marsu e Bullo.

Per l’accoltellatore e i suoi complici fascisti, invece, il trattamento è ben diverso: dopo un processo fortemente parziale (la PM Bonetti è zia del fondatore di Forza Nuova Rimini e, strano ma vero, in una prima istanza del processo l’arma con cui sono stati colpiti non è stata messa agli atti, cosa che ha prodotto un forte sconto di pena) tutti ne escono puliti a parte l’accoltellatore stesso, e tutti, lui compreso, sono oggi liberi.

Tutto normale? Se fossimo nel ventennio fascista sicuramente sì. Ma anche ai giorni nostri certi meccanismi non sono tanto diversi. Con buona pace dei cittadini «sinceri democratici» che su questo hanno poco o nulla da dire ma che sanno riempirsi la bocca una volta all’anno con retoriche su antifascismo e resistenza.

A questo proposito ci viene in mente un episodio avvenuto lo scorso maggio, a pochi giorni dalla prima ondata di arresti contro gli antifascisti a Rimini, quando abbiamo cercato di raccontare questa storia a un evento del congresso nazionale dell’ANPI.

Difficile ottenere attenzione, figurarsi una parola di solidarietà e vicinanza. «Dobbiamo aspettare che la giustizia (?) faccia il suo corso» ci è stato risposto con evidente imbarazzo. Ma è proprio qui che abbiamo conosciuto il partigiano Eros, uno dei non pochi presenti che, messo a conoscenza dei fatti, ci ha incoraggiati con il suo ardore a lottare con ogni mezzo necessario per combattere questo silenzio e queste ingiustizie.

Questa è la differenza tra i vecchi partigiani rivoluzionari e i sinceri… burocratici di oggi, che di partigiano hanno solo la tessera. Questa è la differenza tra chi lotta per cambiare il corso della storia attraverso l’autorganizzazione dal basso e chi si rassegna o finge di non vedere le angherie di uno Stato che perpetua il dominio e l’ingiustizia di classe, oggi ancora più insopportabile in tempi di crisi economica, Fortezza Europa, sinistri governi tecnici.

È per colpire percorsi di autonomia e solidarietà che hanno bisogno di inventarsi che le persone che lottano sono socialmente pericolose. Per questo diventa scomodo e oggetto di accanimento giudiziario chiunque cerchi di costruire un mondo differente, senza sfruttamento, senza oppressioni, fatto di relazioni solidali non mercificate.

Questo caso di «giustizia alla rovescia» non è certo isolato, anzi. Chi come Marsu mette in gioco fino all’ultimo centimetro del proprio corpo, oltre che della propria intelligenza e del proprio cuore, per cambiare lo stato di cose presente, si vede togliere ogni giorno un pezzettino in più della propria libertà.

Che siano muri che si alzano intorno ai territori, carceri, CIE o persino le pareti della propria casa, che così diventa una prigione; che siano sigilli che chiudono spazi di autonomia e socialità come di recente a Pesaro; che siano sgomberi o sfratti che in piena emergenza freddo sbattono in mezzo alla strada famiglie intere, quello a cui assistiamo è una continua e metodica criminalizzazione di tutte le esperienze che non rispondono alle logiche del mercato della rendita.

Quello che vediamo è il risultato di una fase storica ben precisa dove la crisi è la condizione necessaria per garantire una ristrutturazione della società in chiave autoritaria e austera, dove la lotta di classe avviene dall’alto al basso per eliminare ogni tipo di opposizione e garantire la conservazione di privilegi e ricchezze in mano ai pochi soliti noti, dove chi è povero lo sarà sempre di più e dove la normalizzazione attraverso la repressione di tutte le pratiche di liberazione – personali o collettive – è lo strumento con cui rendere inoffensiva e obbediente quella plebaglia informe che una volta si chiamava proletariato.

Davanti a tutto questo ci scorre un brivido di fierezza sulla pelle ripensando alle parole del partigiano Eros, incontrato una sera di primavera mentre i nostri compagni erano agli arresti domiciliari. Con semplicità ci ha fatto capire di essere dalla parte giusta e con orgoglio ci dà la forza per non arrenderci.

Per questo noi non indietreggiamo e qualsiasi muro dove proveranno a rinchiuderci crollerà come i loro castelli di carta. MARSU LIBERO! TUTT* LIBER*!

«Ma l’uomo non sarà mai, veramente, né allegoria, né carne, né anni, né sogni, né niente, se prima l’uragano della rivoluzione non spazza via il fango putrido della miseria umana». [Manuel Scorza]

Rimini Antifascista

Posted in General.

Tagged with , , .


Non solo Fermo, e due…

Ormai dal Neoliberismo si sta passando alla fase del Neofascismo Conclamato in cui deportare, picchiare o uccidere uno «straniero» pare non sia un fatto così grave.

A Fermo, Amedeo Mancini dovrà scontare per l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi solamente quattro anni di domiciliari… con otto ore di libera uscita al giorno…

A Roma, dopo qualche mese di carcere e quattro anni di domiciliari, è libero anche Alessio Burtone, il giovane che nel 2010 uccise a pugni l’infermiera rumena Maricica Hahaianu. Dovrà solo rientrare a casa entro le otto di sera.

E intanto si scopre che non era la prima volta. Otto mesi prima dell’omicidio dell’infermiera, il 6 gennaio 2010, Alessio Burtone aveva aggredito la 55enne sudamericana Ester Ruth Hinojosa Sanchez.

Non è certo sorprendente che uno Stato che in vent’anni ha ridotto il Mediterraneo a una discarica di corpi «stranieri» sia così benevolo e clemente con la violenza razzista.

Posted in General.

Tagged with , , .