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«Il sogno di Fausto e Iaio» tra dietrologia e rimozione della violenza neofascista

Mentre ogni anno l’estrema destra commemora tutti i suoi quattro o cinque morti con saluti romani e trafiletti sui giornali, le decine e decine di attivisti di sinistra assassinati dai neofascisti risultano oggi quasi rimossi dalla memoria collettiva.

Ma a volte è davvero meglio che li culli l’oblio, sperando che le loro giovani vite siano state piene e felici. Meglio il silenzio, piuttosto che arrivi il sinistro di turno a infangare la memoria della loro lotta e a sviare il ricordo della violenza neofascista.

È il caso del video di Daniele Biacchessi intitolato Il sogno di Fausto e Iaio. Per saperne di più leggi Caro Fausto, caro Iaio di Alexik e «Il sogno di Fausto e Iaio». Un film noioso e poco altro di Sergio Cararo.

Per noi la verità resta quella che è scritta in via Mancinelli: «Ai compagni Iaio Iannucci e Fausto Tinelli qui uccisi dai fascisti il 18-3-1978».

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[RE] Una rivoluzione che non vi appartiene

Sabato 12 novembre a Reggio Emilia uno pseudocomitato di nerazzurri e neofascisti ha provato ad appropriarsi dell’anniversario della rivolta ungherese del 1956. Non avendo altro che una greve storia di violenze, razzismo e gerarchia, la destra cerca sempre di travestirsi con panni altrui. Reggio Emilia Antifa ha contestato l’iniziativa revisionista e ha voluto ricordare con un manifesto che cosa sia stata l’insurrezione ungherese.

UNA RIVOLUZIONE CHE NON VI APPARTIENE

Questo sabato i soliti vecchi rottami nostalgici e i volti noti del neofascismo cittadino reggiano, nascondendosi dietro un sedicente comitato, vogliono scendere in Piazza Prampolini per festeggiare l’anniversario della rivoluzione ungherese del 1956, un evento storico che tutto è tranne che assimilabile alla destra fascista e reazionaria, che ne fa strumento delle proprie tesi revisioniste.

La rivoluzione ungherese, repressa allora dai governi del Patto di Varsavia ancora legati all’eredità stalinista, fu un’insurrezione operaia, di lavoratori e lavoratrici. Essa voleva conquistare una democrazia diretta e realmente popolare attraverso i soviet e consigli di fabbrica, mediante il controllo sulla produzione e sulle condizioni di lavoro, garanti del potere operaio e della sovranità sulle proprie vite.

La rivoluzione ungherese, al contrario della ridicola mitologia fascista e delle retoriche liberali, vide come protagonisti la classe operaia ungherese e i reduci dell’armata rossa, libertarie e anarchici, vecchi bolscevichi e sindacalisti, comunisti e militanti di sinistra. In una sola parola: antifascisti e antifasciste.

La rivoluzione ungherese non è cosa di cui la destra fascista si può appropriare per spargere la propria propaganda – non sorprende coincidente con quella dell’imperialismo NATO – al servizio dei padroni e dei guerrafondai di oggi, stravolgendo la storia e macchiando il sacrificio di tanti insorti. È invece esempio pratico e patrimonio storico di tutti e tutte coloro che lottano contro l’oppressione e il fascismo, per la vera libertà.

«Noi non vogliamo il ritorno del fascismo dell’Ammiraglio Horty. Non renderemo le terre ai grandi proprietari fondiari, né le fabbriche ai capitalisti» – Gli insorti ungheresi

EMILIA ANTIFASCISTA

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Che cos’è l’Alt-Right?

Negli ultimi due anni l’ascesa di Donald Trump è stata favorita da un nuovo blob politico-sociale-culturale chiamato Alt-Right, la destra alternativa sviluppatosi online su Twitter, Reddit, 4chan, basata sulla lotta al politicamente corretto. Al suo interno convivono suprematisti bianchi, tecnolibertari cospirazionisti, ultraconservatori razzisti, nostalgici della monarchia, e chiunque ritenga che l’uomo bianco ed eterosessuale sia la vera minoranza del nuovo millennio. Leggi tutto su Prismo.

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Da Roma a Pavia e a Kavala solidarietà antifascista!

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Non solo in Italia neofascisti e polizia vanno spesso e volentieri d’accordo.

A Kavala, in Grecia, alcuni neonazisti ruppero nel 2014 la vetrina di un negozio gestito da un attivista antifascista e cercarono di dare fuoco al suo interno mettendo in pericolo anche la vita degli inquilini dell’edificio.

Ma per la polizia, quando si tratta di antifascisti, gli aggrediti sono sempre aggressori e viceversa. Una ricostruzione della montatura giudiziaria della polizia greca si può leggere qui: Solidarietà ai compagni di Kavala sotto processo.

Solidarietà con chi resiste!

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Ora e sempre solidarietà con chi resiste!

Oggi il pericolo di una stretta autoritaria si deve anzitutto alla fascistizzazione degli apparati dello Stato, a una propaganda nazionalista e razzista sempre più aggressiva e manipolatoria, alle controriforme politiche e legislative del Governo Renzi. E non è certo un caso che fascisti, istituzioni e polizia si trovino spesso e volentieri a convergere e a collaborare.

A Roma vi sono stati violenti scontri tra polizia & fascisti, da un lato, e compagne/i antifasciste/i durante una mobilitazione antifascista organizzata sabato 5 novembre alla Magliana. La polizia ha prima gasato la contromanifestazione e poi ha condotto una vera e propria caccia all’uomo contro compagne e compagni anche nei bar e nei negozi. Più dettagli su Radio Onda d’Urto.

Attualmente dei 44 fermati 8 sono stati posti in arresto e trasferiti in carcere. Gli altri sono stati denunciati a piede libero per concorso in devastazione, resistenza, lesioni e adunata sediziosa. Vi sono stati inoltre pesanti pestaggi da parte degli agenti verso i fermati. Il centro sociale Macchia Rossa è stato devastato da un attacco combinato di fasci e polizia.

A Pavia la polizia ha caricato il presidio antifascista convocato da ANPI ed esponenti delle istituzioni. Più dettagli su Radio Popolare.

A Massa Carrara uno sportello contro la violenza sulle donne è gestito dall’ex forzanovista e antiabortista Daniele Pepe

Ora e sempre solidarietà con chi resiste!

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[BO] dom 6 nov h.11.30: Vieni a cantare «Bella ciao» a Porta Lame

Domani 6 novembre alle ore 11.30, per ricordare il 72° anniversario della battaglia di Porta Lame combattuta il 7 novembre 1944, il Coro r’esistente del Pratello e chi ha voglia canteranno «Bella ciao». Vedi qui.

Ora e sempre resistenza!

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Halloween nero

Cresce l’attivismo di Forza Nuova in regione. Venerdì 28 ottobre i neonazisti hanno inaugurato una nuova sede a Rimini. A Cesena cercano legittimità e consenso agitando il problema del «degrado». A Bologna c’è chi si diverte a imbrattare con le svastiche i luoghi della memoria partigiana…

Intanto il 31 ottobre all’interno dell’ex Consorzio di Via Mattei pare che sia stato organizzato addirittura un rave per Halloween. A gestire l’ex Consorzio, ripulito anche da militanti di Forza Nuova e ora ribattezzato «Consorzio Club», è un neofascista vicino a Galeazzo Bignami:

«… solo pochi giorni fa i vertici di Forza Italia avevano già minacciato di escludere dalla lista per il Comune un altro candidato, Alessandro Lucia di 36 anni, colpevole di avere inneggiato su Facebook al Duce, scrivendo: “Sia sempre lodato Benito Mussolini”» («Repubblica», 2/05/2016).

Si tratta di un ex pugile che ha sgomberato con violenza gli abusivi che abitavano nell’ex Consorzio col proposito di farci una palestra per sport da combattimento. E ha rivendicato, in quando custode giudiziario, il proprio diritto di legittima offesa:

«… “Se qualcuno di loro si presenterà di nuovo qui, armato anche solo di un bastone, non ci penserò due volte ad aggredirlo. Ho il diritto di difendermi e proteggere i miei beni”. Sei pronto anche ad uccidere? “Assolutamente sì. Senza esitazioni. Meglio affrontare un processo che essere seppellito da mia madre» («Il Giornale», 5/12/2015).

Il fascismo è sempre una farsa finché non diventa violenza e tragedia.

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Pablo Echaurren, un sinistro di estrema destra

La resistenza di una catena è pari alla resistenza del suo anello più debole. Allo stesso modo, la comprensione di un artista è data dalla comprensione del suo gesto più estremo e inspiegabile.

Ora è uscito un saggio di Raffaella Perna intitolato Pablo Echaurren. Il movimento del ’77 e gli indiani metropolitani (Milano, Postmedia Books, 2016, qui una recensione) che interroga il rapporto fra arte e politica ricostruendo la partecipazione dell’artista Pablo Echaurren ai movimenti rivoluzionari degli anni Settanta, da Lotta Continua fino agli Indiani metropolitani. Fu infatti illustratore del giornale «Lotta Continua» e realizzò numerose copertine come, ad esempio, quelle – celebri – di Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti e La violenza illustrata di Nanni Balestrini…

Ma alla svolta degli anni Ottanta Pablo Echaurren fece volantini e manifesti per i neofascisti di «Fare Fronte», l’organizzazione giovanile dell’MSI. Poi continuò su quella strada. Per editori di estrema destra, fece ad esempio un libro su Marinetti (Caffeina d’Europa, Edizioni del Grifo, 1988), uno su Ezra Pound (Vita di Pound, Guaraldi, 1993) e uno sul barone nero Julius Evola (Evola in Dada, Ed. Settimo Sigillo, 1994).

Negli anni Novanta, continuò a sdoganare le ideologie nere, a partecipare ad iniziative culturali di estrema destra, al fianco di neofascisti pluriomicidi o stragisti come Valerio Fioravanti, assieme a cui scrisse Rebibbia rhapsody (Stampa alternativa, 1996), o come Francesca Mambro, di cui illustrò il volume autobiografico Il bacio sul muro e altre storie (Fabbri, 2004)…

La resistenza di una catena è pari alla resistenza del suo anello più debole. Per quale ragione un artista che ha vissuto l’antifascismo rivoluzionario e antiautoritario degli anni Settanta ha sentito a un tratto il bisogno – e proprio in un momento epocale di svolta e di riflusso come i primi anni Ottanta – di tenere i piedi in due staffe? Un po’ di qua e un po’ di là. Dichiarandosi «di sinistra», ma promuovendo la cultura neofascista…

E non si tratta solo di una questione moralistica o politica. Capire quelle motivazioni è anche una questione artistica. Infatti, se quello che Echaurren cercava – e ha poi avuto – era solo lo scalpore e la promozione individuale di sé una volta concluso un grande ciclo di lotte collettive, anche la sua «arte» appare di ben scarso valore. Potrà avere al limite quotazioni di mercato, ma non certo essere l’esempio di un rapporto autentico – e cioè non opportunistico e simulato – fra arte e politica, fra produzione artistica ed impegno civile.

Sicché a noi pare fuorviante e superficiale il presupposto del saggio di Raffaella Perna, proprio perché il suo taglio cronologico (1970-1977) non permette di porre quella che per noi resta una domanda fondamentale.

«La sperimentazione artistica fuoriesce dal laboratorio ristretto dell’avanguardia per divenire patrimonio condiviso dalla massa di studenti, giovani lavoratori precari e proletari scolarizzati che compone il movimento. Questo libro intende riflettere su tale fenomeno, concentrandosi in particolare sulla vicenda artistica di Pablo Echaurren colta negli anni tra il 1970 e il 1977: verranno presi in esame i legami dell’artista con la sinistra antagonista e la sua attività militante, che si traducono in centinaia di immagini e illustrazioni – spesso presentati in forma anonima e collettiva – su quotidiani, riviste e volantini legati al movimento del ’77» (p. 10).

Di lì a pochi anni qualcosa si sarebbe spezzato. E forse Echaurren ha preso dai movimenti sociali assai più di quanto abbia mai dato.

La resistenza è un’arte difficile! Ora e sempre resistenza!

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[BO] Nuovi vandalismi neofascisti in via Broccaindosso

Tempo fa gli studenti del liceo Laura Bassi avevano cacciato i neofascisti di Lotta Studentesca che distribuivano volantini definendo i partigiani «traditori e infami».

Adesso, in via Broccaindosso è stata nuovamente bruciata la corona apposta a memoria del partigiano pianorese Giancarlo Romagnoli, fucilato dai fascisti all’età di 19 anni.

L’ultima volta qualcun* aveva apposto un cartello: «C’è ancora bisogno dei partigiani dato che ci sono ancora i fascisti».

Vedi Zic 1 e Zic 2.

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[BO] Legionari neri all’ex Consorzio agrario

A Bologna i giovani criptofascisti in carriera non godono di grande popolarità: basti dire che alle recenti elezioni comunali Alessandro Lucia, candidato di Forza Italia in quota Galeazzo «Svastica» Bignami, ha preso 24 voti; Elia Pirone invece meno di 20…

bignami

Galeazzo «Svastica» Bignami

Ma alla «destra moderata» i gggiovani neofascisti sono sempre graditissimi purché non ostentino in giro le loro svastiche e bandiere di Salò.

Così gli hanno pure trovato casa grazie all’operazione dell’ex Consorzio agrario (1, 2, 3) che, dopo l’estate, è ormai entrata nel vivo con feste, rave, aperitivi e gli addestramenti paramilitari della «Legione Leoni Neri» di Castel San Pietro.

Un anno fa, in una videointervista al «Giornale», Alessandro Lucia dichiarava di essere pronto a «uccidere gli zingari». Ora pare che, passando in via Mattei, si debba stare attenti ai «pallini vaganti» . Sul cancello hanno messo questo simpatico avvertimento:

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Non c’è che dire. Il fascismo è sempre una farsa finché non diventa violenza e tragedia.

E già nel 2015 i «Leoni neri» di Civitanova Marche avevano cercato di trasformare una palestra comunale in centro sociale di estrema destra

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