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Ed ecco la Polonia identitaria…

Nelle istigazioni all’odio sociale di neofascisti, integralisti, razzisti, leghisti, omofobi e destre identitarie non vi è una precisa responsabilità morale e civile come mandanti che sollecitano l’azione di esecutori più o meno anonimi? alla Luca Traini…?

Noi pensiamo di sì.

Il 13 gennaio Paweł Bogdan Adamowicz, sindaco di Danzica, è stato pugnalato al cuore mentre stava partecipando a un evento di beneficenza ed è morto qualche ora dopo. Era un antirazzista convinto e aveva da poco dichiarato «Siamo un porto aperto al mondo». Nel 2018 aveva offerto il patrocinio onorario per il Gay Pride a cui aveva partecipato personalmente.

Per limitarci ai sindaci, nel 2017 era stato accoltellato alla gola Andreas Hollstein, sindaco di Altena in Germania, per il fatto di aver accolto un centinaio di profughi in più rispetto a quanti gliene aveva assegnati il governo e per aver scritto un libro il cui titolo rovesciava quello di un famoso libro di Hitler, «Mein Kampf gegen Rechts» («La mia guerra contro le destre»). Era stato difeso da alcuni cittadini turchi ed era sopravissuto.

Nel 2015 era stata accoltellata da un estremista di destra Henriette Reker, candidata indipendente poi eletta sindaco di Colonia.

In questi ultimi anni, svariati sindaci tedeschi nei Land dell’Est sono stati costretti a dimettersi o a spostarsi altrove, per sfuggire alle rappresaglie di estremisti di destra dopo essere stati ripetutamente colpiti o intimiditi. C’è chi ha subito minacce di morte, chi ha avuto l’auto bruciata, chi è finito bastonato in ospedale…

Quella neofascista, identitaria, xenofoba e omofoba è una cultura implicitamente omicida. Anche quando si limita alle parole.

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[BO] sab 9 feb h.16: Foibe e confine orientale: analisi di una strumentalizzazione politica

In occasione della Giornata del Ricordo assistiamo ogni anno a squallide iniziative e a interventi sulla “questione delle foibe” che manifestano posizioni strumentali e prive di ogni fondamento storico su quella che fu l’occupazione nazifascista della Jugoslavia.

Crediamo che solo una verità integrale permetta di dare una risposta culturale e politica determinata, basata sui fatti della storia e sulla realtà, contro le menzogne e le falsità di forze reazionarie funzionali allo sdoganamento politico e ideologico delle attuali organizzazioni fasciste e dell’estrema destra.

FOIBE E CONFINE ORIENTALE
ANALISI DI UNA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA

SABATO 9 FEBBRAIO 2019 – ore 16.00

Circolo Anarchico Berneri
Piazza di Porta Santo Stefano, 1 – Bologna

Proiezione del documentario
FASCIST LEGACY

e dibattito con
VIOLA SANTI, ricercatrice storica

COORDINAMENTO ANTIFASCISTA MURRI
murri at inventati punto org

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Battisti libero. Liberiamo gli anni Settanta

Mentre in tutto il paese sono stati proclamati i Due Minuti d’Odio contro «l’assassino comunista» giova ricordare che quell’odio di Stato non è mai stato riservato né agli stragisti neri, quasi tutti impuniti, né alle mafie neofasciste, né ai responsabili di crolli catastrofi e stragi sul lavoro. Sull’anomalo caso giuridico di Cesare Battisti, vedi l’ottima sintesi pubblicata su Carmilla. Sulla tortura in Italia per estorcere confessioni, vedi qui. E segnaliamo questo calzante intervento di Militant:

Battisti libero. Liberiamo gli anni Settanta

Da ieri notte, purtroppo, Cesare Battisti è di nuovo prigioniero. C’è qualcosa di estremamente significativo nell’accanimento con cui lo Stato italiano gli ha dato la caccia in questi anni, qualcosa che travalica la sua figura, il suo caso specifico, e affonda le proprie radici nella paura che quel ciclo di lotte di classe, quello degli anni Settanta, seppe infliggere alle classi dominanti di questo Paese. Leggi tutto su Militant.

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[BO] lun 14 gen h.17.45: Abusi di memoria: razzismo tra passato e presente

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[BO] Svastiche al Liceo Minghetti

Per scaldare adeguatamente la sua sedia di onorevole, un mese fa Galeazzo Bignami (nella foto) aveva fatto una compita e democratica «interrogazione parlamentare» al Ministro dell’Istruzione contro il Liceo Minghetti di Bologna reo di diffondere un antirazzismo «unico e unilaterale» con una «totale mancanza di contraddittorio»

Pare che qualcuno ora lo abbia accontentato. Sono infatti comparse delle svastiche disegnate sul portone interno del Liceo Minghetti che era rimasto aperto per la “Notte del classico” con lezioni e performance di professori e studenti sugli autori greci e latini. E così al mattino l’entrata era coperto di svastiche…

Gli studenti hanno subito cancellato le svastiche e hanno pubblicamente invitato i nostalgici del nazifascismo alla Giornata della Memoria organizzata nel liceo perché abbiano l’occasione di imparare qualcosa e vergognarsi di quanto hanno fatto. Ma forse anche a Galeazzo farebbe bene tornarsene a scuola…

Eia eia alla larga!

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[BO] ven 18 gen h.17: presidio ANPI al Baraccano contro le menzogne dell’estrema destra

Cambiano le Presidenti di quartiere, ma la politica culturale del Quartiere Santo Stefano resta sempre piuttosto nera e non seconda a nessuno nel concedere sale pubbliche a gruppi razzisti e fascisti perché possano spacciare democraticamente le loro ideologie tossiche e il loro odio… Tanto democraticamente che, in nome di un presunto “ordine pubblico”, la Digos ha sempre impedito a chiunque abbia idee diverse di accedere a quelle sale che in realtà sono “pubbliche” solo di nome.

Ora al governo del quartiere non c’è più il centrodestra nostalgico di Ilaria Giorgetti, ma il PD securitario di Rosa Amorevole (ben poco “amorevole”, vedi 1, 2, 3…), e tuttavia la musica è sempre la stessa…

Così, dopo il flop della Pizzeria Tommi di San Lazzaro, adesso anche la Sala del Baraccano ospiterà la presentazione dell’ennesimo libro su presunti «crimini partigiani» del nostalgico cattolico Gianfranco Stella, autore già condannato e plurimultato per le bugie e le invenzioni che racconta.

Gianfranco Stella è stato condannato per diffamazione in via definitiva e obbligato a pagare un risarcimento danni al partigiano reggiano Nemesio Crotti “Iside”, comandante della 26a Brigata Garibaldi di Reggio Emilia.

Gianfranco Stella è stato condannato a pagare un risarcimento danni di 15.000 euro anche a Carlo Boldrini figlio di Arrigo Boldrini “Bulow” per aver diffamato il padre che fu tra i principali organizzatori della Resistenza in Romagna.

Siamo lieti che l’ANPI di Bologna abbia indetto un presidio per contestare l’ennesima provocazione dell’estrema destra bolognese perché il posto dell’antifascismo è nelle strade e in mezzo alla gente, sempre più manipolata dalla propaganda razzista, securitaria e revisionista dei recenti governi. Riceviamo e condividiamo il messaggio di Anna Cocchi:

Gentilissimi,
vi informiamo che venerdì 18 gennaio, dalle ore 17 alle ore 20, faremo un presidio con la distribuzione di volantini in via Santo Stefano N.119 presso l’edificio del Quartiere Santo Stefano di Bologna, in occasione della presentazione del libro di Gianfranco Stella “Compagno Mitra”.

Poiché riteniamo che il volume non sia né un saggio storico e né rispetti i crismi della ricerca scientifica, ma sia chiaramente un’operazione politica volta a gettare fango e offendere la storia e la memoria della Resistenza e dell’antifascismo bolognese e italiano, vi invitiamo calorosamente a partecipare al presidio per diffondere il nostro pensiero e sottolineare il nostro dissenso.
Cordialmente
Anna Cocchi

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Per Sakine, Fidan e Leyla

Anche a Bologna domani 12 gennaio saremo in piazza in solidarietà con la rivoluzione curda e per ricordare Sakine Cansiz, Fidan Dogan, Leyla Soylemez assassinate a Parigi sei anni fa. Riceviamo e condividiamo un intervento al riguardo di Gianni Sartori.

PARIGI, 12 GENNAIO: MANIFESTAZIONE PER SAKINE, FIDAN E LEYLA, compagne che hanno sputato in faccia ai macellai
di Gianni Sartori

Anche i militanti curdi in sciopero della fame a Strasburgo hanno aderito alla marcia parigina del 12 gennaio. Iniziativa con cui – nel sesto anniversario – si vuole ribadire che l’assassinio impunito delle tre femministe curde (Sakine Cansiz, Fidan Dogan, Leyla Soylemez) è un crimine di Stato, un’azione di terrorismo istituzionale perpetrato dal governo turco. Continued…

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Terrorismo di Stato contro i civili curdi

L’escalation del terrorismo di Stato continua un po’ ovunque, ma cresce anche la coscienza dell’orrore e la determinazione nel combatterlo. Oggi tutto è molto più chiaro ed evidente di qualche anno fa. Non c’è più alcun paravento d’ipocrisia che possa davvero nascondere i crimini che stiamo permettendo e fingiamo di non vedere. Riceviamo e condividiamo un intervento di Gianni Sartori. E saremo in piazza sabato 12 gennaio in solidarietà con la rivoluzione curda e con chi la sostiene.

TESTIMONIANZA: UN MEMBRO DEI CORPI SPECIALI RACCONTA COME LA TURCHIA HA TRATTATO I CURDI IN BAKUR TRA IL 2015 E IL 2017
di Gianni Sartori

Leggendo la testimonianza – l’originale era apparso su un sito turco, poi ripreso da Kurdistan au feminin – del poliziotto fuggito dalla Turchia, uno magari si chiede perché non ha reagito prima. Oppure se non stia recitando la parte del “buono” (o del pentito) per garantirsi l’asilo in Svizzera. Racconta in dettaglio le poco onorevoli gesta dei suoi commilitoni, ma appare un po’ reticente in merito alle sue. Quasi fosse stato uno spettatore capitato lì per caso.

Poi decidi che in fondo dovrà vedersela con la sua coscienza. Rimane la testimonianza, comunque cruda. E amara.

Il poliziotto turco Ahmet Gun – ex membro dei corpi speciali – ha deciso di svuotare il sacco. O almeno così dice.

Ha trascorso nove anni nei territori curdi sotto amministrazione turca (il Bakur). Tra il 2015 e il 2017 era impegnato a combattere la resistenza dei curdi a Cizre, Sur, Lice, Nusaybin e Derik.

Un passo indietro. Al momento Ahmet vive, da rifugiato, in Svizzera con la famiglia. Racconta di essere stato licenziato come sospetto seguace di Fettullah Gulen. Con l’aggravante – aggiunge – di essersi rifiutato di eseguire ordini da lui ritenuti troppo crudeli, disumani, durante gli scontri sanguinosi che si sono svolti nelle città curde assediate. Continued…

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[BO] sab 12 gen h.18: presidio in solidarietà con la rivoluzione in Siria del Nord e con Eddi, Davide, Jek, Paolo e Jacopo

Aderiamo e invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio in solidarietà con la rivoluzione in Siria del Nord e con Eddi, Davide, Jek, Paolo e Jacopo inquisiti dallo Stato per aver contrastato l’integralismo jihadista.

PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ PER CHI SOSTIENE LA RIVOLUZIONE IN SIRIA DEL NORD
Sabato 12 Gennaio ore 18 sotto le Due Torri (vedi qui)

Giovedì 3 gennaio la Digos di Torino ha notificato a Eddi, Davide, Jek, Paolo e Jacopo, i cinque italiani che sono stati in Siria per contrapporsi all’Isis e al jihadismo e difendere la rivoluzione confederale del Rojava, la convocazione per l’udienza del 23 gennaio in cui sarà proposta la loro espulsione da Torino e l’applicazione della “sorveglianza speciale”, a causa della loro presunta “pericolosità sociale”.

Se oggi schierarsi in prima persona nella lotta contro Daesh significa essere, in Italia, socialmente pericolosi allora dovremmo aspirare tutti ad esserlo.

Proprio per questo da Bologna raccogliamo l’invito delle realtà solidali di Torino, che hanno individuato nella giornata di SABATO 12 GENNAIO 2019, un momento di solidarietà sul territorio nazionale a chi combatte l’Isis, rischiando la propria vita, proprio come è accaduto al volontario italiano delle YPG Giovanni Francesco Asperti, originario di Bergamo e noto con il nome di battaglia “Hiwa Bosco”, caduto il 7 dicembre 2018, lasciando a tutti e tutte noi un esempio di vita rivoluzionaria, passata a lottare al fianco del popolo curdo!

Troviamoci tutti e tutte sotto le Due Torri per ribadire insieme e con forza che la lotta delle Ypj-Ypg, la lotta delle Forze siriane democratiche, la lotta degli internazionalisti di tutto il mondo non è socialmente pericolosa, ma giusta e necessaria.

Come lo sono tutte lotte per la giustizia e la libertà.

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[BO] ven 25 gen h.20.30: Ravensbruck, il lager delle donne

Fra il 1939 e il 1945 nel campo di concentramento femminile di Ravensbruck lo Stato nazista rinchiuse le donne giudicate «depravate e devianti»: lesbiche, prostitute, donne rom, ebree, testimoni di Geova, senza fissa dimora, malate di mente, disabili, oppositrici politiche, attiviste della resistenza, comuniste, vagabonde, mendicanti, ladre…

Vi passarono circa 130.000 donne provenienti da 20 paesi europei e molte vi morirono.

Venerdì 25 gennaio alle ore 20.30 il Coordinamento antifascista Murri ha organizzato la proiezione del docufilm «Le rose di Ravensbruck: storia delle deportate italiane» a cui seguirà un dibattito con Ambra Laurenzi e Marco Rossi.

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