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A Bolzano il PD sdogana CasaPound…

In nome del «fare», il nuovo sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi del PD, eletto alle recenti amministrative grazie anche al sostegno di SVP e Verdi, ha subito sdoganato CasaPound che in consiglio comunale è riuscita a piazzare tre consiglieri. «Nessuna preclusione a priori, sono stati eletti», ha dichiarato Caramaschi.

Durante la seduta, a riprova del «disgelo» tra la guida dem di Bolzano e i «fascisti del terzo millennio» è emerso un dato significativo: anziché votare contro la maggioranza che sostiene il sindaco, i tre consiglieri neri hanno silenziosamente ringraziato del riconoscimento astenendosi. Un voto insomma non sfavorevole…

Oggi non v’è dubbio che il PD sia la colonna portante di un rinnovato autoritarismo: governo dell’austerity, impoverimento, precarizzazione, potere delle banche, devastazione ambientale, sgomberi arresti manganellate.

D’altra parte, in tutt’Europa neofascisti e neonazisti servono ai ceti dirigenti di ogni colore per ridefinire lo spazio pubblico in chiave di maggior autoritarismo e sfruttamento.

Basti dire che solo poco tempo fa CasaPound ci aveva provato col PD: incontri pubblici nei circoli dei giovani democratici, indicazioni di voto a favore del PD, foto ricordo tutti insieme, partecipazione di esponenti PD e SEL a dibattiti in sedi neofasciste…

Senza contare il fenomeno dei fasciodem: 1, 2, 3

Ed è certo una sconfitta dei movimenti antiautoritari che il renziano «Partito della Nazione» venga oggi messo in discussione dal voto anziché dalle lotte sociali.

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Stato, propaganda & terrore

Secondo una schema propagandistico dominante, il «terrorista» viene sempre da fuori, è scuro di pelle, di «fede islamica», appena sceso da un «barcone» e con una cintura esplosiva nascosta.

Sicché non sorprende che abbia avuta ben poca risonanza la notizia che un militante della destra identitaria francese è stato arrestato il 21 maggio scorso con 125 chili di tritolo, 5 kalashnikov, 5.000 proiettili, due lanciagranate anticarro, 100 detonatori e 20 passamontagna. Preparava azioni «contro la politica europea su immigrati, Islam e globalizzazione». Pare volesse effettuare una quindicina di attentati in Francia, attaccando fra l’altro una moschea e una sinagoga. E subito il governo francese ha invitato a prendere la notizia «con estrema cautela». Forse, per loro, non era il terrorista giusto.

Allo stesso modo i media hanno durato un giorno intero prima di ammettere che l’assassino della deputata inglese Jo Cox militava nella destra identitaria e neonazista, e che lo slogan «Britain first!» corrisponde a una precisa ideologia politica. Nel tentativo di spoliticizzare l’omicidio, si è parlato invece del gesto di un «folle», di un «squilibrato»…

Del resto, un’accurata inchiesta del Royal United Services Institute for Defence and Security e dell’Università di Leiden ha dimostrato che lo stragismo neonazista e neofascista in Europa è altrettanto pericoloso e persino più letale del terrorismo fascioislamista.

Delle 72 stragi effettuate di recente in 31 paesi europei, quelle di ispirazione religiosa hanno provocato solo l’8% dei decessi, mentre gli attacchi terroristici della destra razzista e identitaria sono in minor numero, ma hanno causato poco meno del 50% dei decessi.

Ovviamente non se ne parla e anzi, in gran parte dei paesi europei, gli apparati di Stato sono stati più volte trovati con le mani in pasta. Né fa gioco parlarne visto che, per garantire i profitti e i privilegi di pochi, oggi la politica, i panebianchi e i media cercano solo di propagandare guerra, discriminazioni e razzismo…

A riprova, basta spulciare il «Bilancio di un anno di attività della Polizia di Stato di Bologna» e ci si rende subito conto che lo Stato è interessato principalmente a reprimere chi protesta e chi lotta per una vita più giusta.

A Bologna, a fronte di poche operazioni – qualche decina in un anno – per reati contro il patrimonio e di rare operazioni antidroga – qualche decina, prevalentemente a carico di piccoli spacciatori immigrati, – si può vedere come il grosso dell’attività di polizia sia dedicato all’antagonismo. Infatti ci sono molte più denunce e forze impegnate contro i movimenti sociali di quante non ve ne siano per la tanto dibattuta questione della «sicurezza»…

A volte i numeri sono più eloquenti di tanti discorsi.

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Giudici e poliziotti a difesa di CasaPound

È di pochi giorni fa la sentenza del Tribunale di Roma relativa al processo intentato contro CasaPound dalla figlia di Ezra Pound, Mary De Rachewiltz, per appropriazione indebita del nome del padre e poeta. Il giudice, tal dott.ssa Daniela Bianchini, ha dichiarato infatti che «il nome di “CasaPound” è diverso e autonomo rispetto al nome “Ezra Pound”», e che «l’associazione in quanto tale opera in modo del tutto legittimo», «né ha in alcun modo legittimato l’uso della violenza sotto il nome del poeta Pound».

Il giudice dichiara ciò citando la nota informativa fornita in allegato dall’avvocato difensore di CasaPound, Domenico Di Tullio, e firmata dal Prefetto della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione Mario Papa in data 11 aprile 2015, nella quale i militanti di CasaPound sono descritti come bravi ragazzi desiderosi di promuovere «una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del Ventennio», grazie ad «un impegno a tutela delle fasce deboli», e dove le violenze di cui si sono negli anni resi protagonisti, sembrano dovute al «cosiddetto antifascismo militante» che «non riconosce il diritto all’agibilità politica a CasaPound».

Probabilmente non solo il Prefetto Mario Papa, ma anche il Giudice Bianchini erano già in settimana bianca quando il 13 dicembre 2011 il militante di CasaPound Gianluca Casseri uccise due lavoratori senegalesi a Firenze e ne ferì altri tre; oppure erano già in spiaggia quando, a luglio 2014, i militanti di CasaPound accolsero i richiedenti asilo a Roma a suon di pietre contro il bus; o non sappiamo immaginare dove fossero, quando a Cremona altri militanti di CasaPound mandarono in coma il compagno Emilio, in prognosi in ospedale per 50 giorni, e poi potremmo continuare, da Piazza Navona nel 2008 fino a Tor Sapienza nel 2014. Ma probabilmente non importa dove erano né dove stanno tutti i giorni, quando i fascisti di CasaPound diventano «bravi ragazzi», invece che semplici «squadristi», come loro stessi si sono definiti più volte, inneggiando al mito dello «squadrismo mediatico» ogni volta che una delle loro incursioni violente doveva essere trasformata e attualizzata per questa società spettacolarizzata.

Quello che ci importa però è che, come fu un tempo, ancora oggi i fascisti non sono da soli, bensì accompagnati e custoditi da istituzioni di tutti i livelli. Era Renzi sindaco di Firenze all’epoca di Casseri e ricordiamo bene la sua presa di posizione al riguardo. E oggi giudici e polizia ci dicono che sono «bravi ragazzi», mentre sull’agenzia di stampa Adnkronos vengono direttamente riportate solo le parole di Iannone e Di Tullio, senza dare voce alcuna a chi si è imbattuto nella violenza squadrista di CasaPound.

Nulla di nuovo. Luigi Fabbri nel 1922 scriveva le stesse cose: «i fascisti veri e propri, col distintivo all’occhiello, sono relativamente pochi; ma è la solidarietà, l’aiuto diretto e indiretto, la complicità mal dissimulata di tutte le varie forze di conservazione sociale che li rende forti».

La battaglia continua.

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Il revisionismo per Δt tendente a zero

Negli ultimi trent’anni il revisionismo dell’estrema destra europea è sempre stato anzitutto un «revisionismo storico», animato dalla nostalgia del passato nazifascista e applicato perciò a un ampio intervallo di tempo (Δt, leggi «delta ti») tra i fatti e la loro mistificante «revisione».

Ma ogni aspirazione totalitaria ambisce a una manipolazione per Δt tendente a zero.

Mentre, dopo il delitto Matteotti, i Fascisti invitavano alla «pacificazione nazionale», stavano preparando un regime violento, oppressivo e guerrafondaio.

Mentre i Nazisti attuavano lo sterminio di massa degli ebrei europei, pubblicamente negavano di aver mai avuto idee simili e giunsero persino a fare un film di propaganda sul campo di Theresienstadt in cui i prigionieri assistono a concerti, giocano a calcio, lavorano nei giardini delle proprie case e si rilassano al sole.

Mentre si consumava il terribile eccidio di Marzabotto, sul «Resto del Carlino» venivano ufficialmente smentite le voci di un massacro come menzogne prive di ogni fondamento.

Ecco che ora, nel suo tentativo di imitare in piccolo il Fascismo, anche CasaPound si produce in un revisionismo per Δt tendente a zero manipolando in modo sistematico le informazioni di Wikipedia su episodi recenti di squadrismo.

Sono decine gli episodi di violenza neofascista smorzati e poi rimossi in modo minuzioso, attento e preciso per non destare alcun sospetto. Le operazioni vengono effettuate da quella che Gianluca Iannone, presidente di CasaPound, definisce come una «task force di pronto intervento nel mondo di internet». Leggi l’intervento di Dario Lapenta su ECN antifa o su La Meteora.

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Breviario dell’antifascista 8

La Germania pare che non abbia scrittori comici nel periodo nazista. Questo è un segno grave. La sciagura peggiore che possa capitare a un popolo, che il regime totalitario ha trasformato in marionette, è quella di non accorgersi del suo stato, in una parola di non ridere. Non scoprire il comico negli automatismi della dittatura significa appartenere alla massa degli automi perfetti. La prova del comico a quei tempi era definitiva come quella di stare ritti su un piede per chi ha bevuto troppo vino. Ricordo un mio amico nel quale la sensibilità si era acuita a tal punto da fargli correre seri rischi. Le fotografie di certi grandi personaggi, atteggiati visibilmente a una tronfiezza, a un velleismo, a una romanità di terz’ordine suscitavano in lui un bisogno di ridere profondo e penoso come certi attacchi di tosse o conati di vomito.

Vitaliano Brancati, Il comico nei regimi totalitari (1954)

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Stimati professionisti…

Ha pestato a sangue il fidanzato del figlio mettendo in piedi una vera e propria spedizione punitiva per interrompere la loro relazione. Lui è uno stimato professionista di Alba, nel Cuneese. Il figlio ha da poco compiuto 18 anni e da qualche mese ha una relazione con un giovane marocchino di qualche anno più grande di lui. Vedi «Repubblica».

A Parma, nella notte fra il 9 e il 10 maggio, una sorta di squadrone della morte capeggiato da due stimati professionisti di mezz’età ha fatto irruzione nel modesto appartamento di un tunisino trentenne. Indossavano guanti di lattice ed erano armati di una mazza da baseball, una spranga di ferro, un martello, un tirapugni, una pinza a pappagallo, persino un guanto in maglia d’acciaio. Immobilizzano Mohamed Habassi, gli recidono un orecchio, gli strappano parte del naso e con la pinza gli tranciano di netto un mignolo e un alluce, che poi gettano nel lavandino. Mohamed muore dopo una lunga agonia. Vedi «il manifesto».

Oggi le Questure autorizzano, presidiano, difendono tutte le manifestazioni delle destre anche quando incitano all’odio razzista o quando sono palesemente omofobe o diffamatorie.

Ma nelle istigazioni all’odio di integralisti cattolici, neofascisti, leghisti o criptofascisti non vi è una precisa responsabilità morale e civile proprio in quanto sollecitano l’azione di «anonimi» esecutori e magari anche di stimati professionisti?

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A Bologna arriva il procuratore Giuseppe «Ixodidae» Amato

Ormai è sempre più chiaro perché la Procura, la Questura e in parte anche il Comune di Bologna nell’ultimo decennio abbiano considerato l’antagonismo sociale come il nemico pubblico numero uno, inventandosi sempre nuove montature fantasiose e provvedimenti vendicativi e persecutori contro le proteste sociali e studentesche.

Già l’11 luglio scorso il capo uscente della Procura denunciava il fatto che a Bologna politica e magistratura vivono all’ombra di un «sistema corruttivo» coperto da omertà e affari, per cui Bologna e l’Emilia-Romagna sono diventate «terra di ’ndrangheta»…

Adesso, per sostituirlo, a Bologna arriva Giuseppe Amato, noto persecutore di anarchici e antagonisti e alquanto disattento o poco reattivo contro mafie, affarismo e inquinamento ambientale. Oltre ad essere un magistrato in odore di estrema destra.

Non siamo noi ad avanzare questo irriverente sospetto, ma a suo tempo «Trento Today» allorché scoprì che il nome dell’operazione contro gli anarchici trentini era il nome latino delle «zecche»:

C’è poi la questione legata a «Ixodidae», il nome con cui è stata chiamata l’operazione che ha portato all’arresto degli anarchici Massimo Passamani e Daniela Battisti. Il questore Iacobone e il procuratore Amato, durante la conferenza stampa in cui si annunciava l’arresto dei due, hanno ribadito più volte il fatto che l’operazione non fosse stata svolta al fine di perseguire un’ideologia, senza che nessuno dei colleghi delle testate giornalistiche presenti avesse mosso qualche dubbio in tal senso. Dubbi che però – almeno a noi di Trento Today che certo non siamo pericolosi sovversivi – sorgono ora, scoprendo il significato della parola «ixodidae», nome dell’operazione. Un termine che vuol dire «zecche», ovvero l’appellativo dispregiativo usato negli ambienti di estrema destra per indicare le persone di sinistra o i progressisti in generale. Viene da chiedersi come mai sia stato scelto un nome del genere.

Non c’è che dire. A poco a poco le istituzioni bolognesi diventano sempre più nere…

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[BO] mer 1 giu h.19: presidio xenofobo di Forza Nuova alla Barca

Aggiornamento. Grandissime le Arrotine Esaurite in azione durante il presidio organizzato da Forza Nuova alla Barca!!! Qui il video.

Mercoledì 1 giugno, con lo slogan «Giù le mani dalle nostre donne! Basta immigrazione!», i neonazisti di Forza Nuova hanno in programma un presidio xenofobo alla Barca, in Piazza Giovanni XXIII alle ore 19, perché vorrebbero prendere parola dopo una tentata violenza su una ragazza ventenne per mano di due immigrati. Ma che cosa abbiano mai da insegnare sulla violenza alle donne questi tetri signori non si sa bene. Basta ricordare qualche episodio per rendersene conto.

A Bologna, il 15 dicembre 2008, alcuni militanti e un dirigente provinciale di Forza Nuova hanno aggredito e picchiato un gruppo di studenti che tornava da una festa, a causa del loro abbigliamento da alternativi. Fra questi studenti c’era una ragazza che è stata spinta violentemente contro un muro e minacciata di violenza sessuale, mentre i suoi amici venivano selvaggiamente picchiati.

A Milano, nel gennaio del 2008, una donna è stata segregata e stuprata per ore e ore. Non fosse stato per i vicini che hanno fatto la segnalazione l’uomo avrebbe continuato per chissà quanto tempo. Lo stupratore, Giuseppe Bua, era un noto militante di destra, vicino agli ambienti di AN e FN.

Sempre nel gennaio del 2008 una studentessa di Treviso è stata aggredita da un gruppo di Forza Nuova.

A Lucca, qualche anno fa, una ragazza lesbica è stata picchiata e violentata «per punizione», in quanto lesbica, da un gruppo di neofascisti di Forza Nuova. Lividi, trauma cranico, un dente in meno.

Aggressioni, minacce, pestaggi… Si potrebbe continuare a lungo servendosi di un archivio costantemente aggiornato come www.ecn.org/antifa. Perché tanti sono i casi che mostrano quale titolo abbiano neofascisti e neonazisti per parlare di stupri e violenze.

Quello che interessa ai neofascisti è strumentalizzare questi terribili episodi per legittimarsi e rilegittimare la loro nefasta ideologia razzista xenofoba e nazionalista. Secondo Forza Nuova vi sarebbe un collegamento tra immigrazione e incremento degli stupri, quando invece secondo i dati Istat gli stupratori sono in massima parte cittadini italiani.

Oltre a invocare leggi ancor più discriminatorie e razziste contro i migranti, i neofascisti chiedono anche più polizia. Ma moltiplicare i controlli non servirà a nulla se la gente non sente davvero che la violenza – qualsiasi violenza contro le persone e la loro libertà – non può e non deve essere accettata. Spesso gli stupri all’aperto avvengono nell’indifferenza dei passanti, di chi potrebbe impedirli.

La xenofobia di Forza Nuova fa anche questo danno. Indicando impropriamente e strumentalmente un colpevole astratto (l’immigrazione), facendo dello stupro un problema di ordine pubblico e non di violenza sessista, Forza Nuova ostacola un’autentica presa di coscienza sociale del problema e favorisce invece la deresponsabilizzazione e l’indifferenza.

Altrettanto inaccettabili sono i proclami xenofobi e razzisti dell’estrema destra, le ronde per la «sicurezza» e le spedizioni punitive che non fanno altro che diffondere odio e risentimento.

Basta provocazioni! Basta fascisti in città!

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[BO] La Lega Nord avrà il suo spot!

Secondo il leghista Gianluca Buonanno rom e sinti sarebbero «la feccia della società». Per la leghista Rossella Ceriali migranti e profughi sarebbero «escrementi», «feccia» e «merde» da prendere a «bastonate» e bruciare nei «forni». Per la leghista Mirka Cocconcelli bisogna «usare un disinfestante chimico» contro gli abusivi. Alcuni mesi fa i giovani leghisti sono andati a fare saluti romani sotto il Sacrario partigiano di Piazza Nettuno…

È ormai evidente che le continue istigazioni all’odio della Lega Nord hanno passato il segno e che la ricerca della provocazione ad ogni costo non può più restare senza risposta.

Da anni è chiaro cosa sia realmente la Lega Nord.

È un partito di estremisti di destra che, anni fa, distribuiva i libri razzisti di Julius Evola in omaggio con la «Padania» e adesso dà copertura allo squadrismo neofascista e neonazista.

È un partito razzista, xenofobo, che si compiace di una continua, aggressiva istigazione all’odio razziale per convogliare su migranti e minoranze la rabbia generata dall’ingiustizia sociale.

È un partito corrotto, colluso, bugiardo, dedito alla truffa e all’affarismo. Vi sono amministratori leghisti che intrattengono rapporti con boss della ’Ndrangheta, o che sono stati sorpresi con le mazzette in mano, o che fanno cospicui favori a parenti e amici. Vi sono comuni leghisti così ben amministrati da dichiarare bancarotta.

È un partito funzionale all’autoritarismo del centrosinistra perché la propaganda d’odio della Lega Nord non fa che ampliare e consolidare il consenso dei ceti medi alle controriforme del governo Renzi. Non è un caso che in molte amministrazioni locali la Lega Nord e il PD si trovino spesso sulle stesse posizioni. Fin da quando, nel 2011, Pier Luigi Bersani dichiarava: «So che la Lega non è razzista».

Oggi, secondo noi, il voto non esprime nulla. Le campagne elettorali sono ormai solo un’occasione in più per le provocazioni della Politica contro la società.

Per questo il 2 giugno saremo in Piazza Verdi contro l’ennesima provocazione di Matteo Salvini.

Saremo in Piazza Verdi in solidarietà con gli studenti sospesi per aver contestato il fascisteggiante Panebianco, con gli antifascisti di Rimini prima accoltellati dai fascisti e poi perseguiti dalle autorità, contro le politiche padronali di privatizzazione e di precarizzazione che per noi sono la sola radice del crescente «degrado» sociale in cui viviamo.

Saremo in Piazza Verdi in memoria delle decine di migliaia di persone annegate nel Mediterraneo a causa delle politiche dell’Europa e al fianco dei migranti e dei profughi vessati dalle leggi razziste e dalle burocrazie italiane.

Ora e sempre resistenza!

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[Imola] dom 29 mag h.21: Anime ribelli e antifasciste dall’Italia al mondo intero

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Ieri si è tenuta a Imola la prima giornata del Festival Imola Antifascista. Una festa bella e partecipata in cui si è discusso di antifascismo, di liberazione, di femminismo, di lotte sociali, delle tante ombre e delle poche luci di un presente in cui cresce l’ingiustizia e l’oppressione, ma anche la volontà di un avvenire diverso.

Domenica 29 maggio dalle ore 21 si terrà un incontro con Adelmo Cervi e Alma Rebelde su ribelli e antifascisti dall’Italia al mondo intero.

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