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Ri-solidarietà a XM24 e a tutte le occupazioni!

Era il 2002 quando, in alcuni spazi dismessi dell’ex mercato ortofrutticolo di via Fioravanti 24, nasceva il centro sociale XM24. Un luogo di autogestione e di sperimentazione dal basso attraversato da migliaia e migliaia di persone e da molteplici esperienze politiche, musicali, culturali, agricole e antropologiche che hanno contribuito alla storia di questa città.

Negli ultimi anni gli attacchi bipartisan contro XM24 sono diventati sempre più aggressivi con in testa il PD e la Lega, concordi e speculari nell’invocare «ordine» e «sicurezza». E adesso, dopo un’estate di proclami e di violenze, una circolare del Ministro dell’Inferno prospetta un’ulteriore stretta repressiva contro occupazioni abitative e centri sociali.

Prontamente, il PD bolognese applaude e l’assessore alla sicurezza Alberto Aitini declina localmente la politica del cambiamento: «Quello di XM24 è un problema che verrà risolto. Se ne devono andare da lì perché hanno già creato troppi problemi».

Questi sgomberi hanno sempre riconsegnato alla polvere spazi che prima erano inutilizzati e dopo restano quasi sempre vuoti e abbandonati. È accaduto con le tante occupazioni di Crash e di Social Log. È accaduto con le occupazioni froce di Atlantide e della Consultoria queer. È accaduto in decine e decine di sgomberi, come hanno documentato le inchieste di Zic  Chiedi alla polvere e Chiedi (ancora) alla polvere.

E da dopodomani 5 settembre in 12 città, tra cui Bologna, le forze dell’ordine potranno usare il taser. Infatti, secondo il Ministro dell’Inferno «la proprietà privata è sacra», mentre la vita delle persone lo è assai meno…

Oggi il problema dell’autodifesa sociale dalla violenza di Stato si potrebbe riassumere con una frase di Italo Calvino:

«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Diamo spazio a Xm24, a Crash e a tutte le occupazioni minacciate di sgombero! Difendiamo ogni spazio di libertà!

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[Rimini] sab 8 set h.17: mobilitazione antifascista contro Forza Nuova

Dopo la carnevalata estiva delle «spiagge sicure», l’8 settembre i neonazisti di Forza Nuova vorrebbero tornare a Rimini per una manifestazione d’odio identitario e razzista. Ma intanto si sta preparando un’ampia mobilitazione antifascista a cui seguirà un concerto. Riceviamo e condividiamo questa ottima notizia!

Sul perché spostare il Concerto Punk Hardcore Fc-Hc di sabato 8 settembre da Forlì a Rimini.

Da diverso tempo abbiamo pubblicizzato il programma della tre giorni che si terrà il 7, 8 e 9 settembre a Forlì.

Per la giornata dell’8 era in programma il consueto concertone punk hardcore all’anfiteatro dello skate park di Forlì.

A ferragosto veniamo a sapere che Forza Nuova ha organizzato un corteo a Rimini (dal titolo «custodi di un’idea») lo stesso giorno, alla stessa ora in cui avevamo fissato il concerto e, in aggiunta, un concerto nazipunk in un bagno al mare a Cesenatico per la sera. Una bella giornatina non c’è che dire! Non vogliamo lanciarci in oblique dietrologie nell’ipotizzare che, come è successo altre volte, i fasci abbiano scelto a posteriori data e ora, convinti che quel giorno noi adorabili zecche fossimo impegnate altrove… ma è una possibilità.

L’idea di cui vagheggia il titolo della loro manifestazione possiamo certo presumere che sia quella fascista che, all’oggi, nel territorio chiamato Italia sembra raccogliere sempre più fan, nelle strade come nei palazzi del potere, a partire dal ministro dell’interno, le cui mani grondano sangue, passando per il ministro della famiglia, fondamentalista cattolico, che propone da mesi l’illegalizzazione dell’aborto e leggi omofobe, sessiste e patriarcali come non si vedevano dai tempi della più ferrea DC.

Il fascismo è un’aberrazione più viva che mai, più legittimata che mai, più finanziata e sdoganata che mai e sta iniziando a premere il grilletto e sfoderare le lame sempre più di frequente: la libertà e la nostra autodeterminazione hanno bisogno di slanci, fantasia, rabbia per far colare a picco il mondo dell’ordine che democrazia, fascismo, divinità, famiglia e ogni altra forma di autorità impongono sulle nostre vite.

Ci siamo confrontate tra diverse realtà del territorio chiamato Romagna e ci siamo dette che non era proprio il caso di lasciar passare sotto silenzio questa giornata.

Non ci sentivamo di strimpellare e urlare e pogare con un’indisturbata manifestazione di nazi a 40km da noi!

Abbiamo scelto di rilanciare e di fare del punk hardcore quel collante di rabbia e lotta che ci ha appassionato anni or sono e ancora ci spinge a sventolare la nera bandiera del rifiuto e della lotta permanente a questa società.

SABATO 8 SETTEMBRE invitiamo tutte le individualità, collettivi, branchi, teppa alla mobilitazione antifascista in centro a RIMINI!

Alle 17.00 CONTROMANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA (info su internet per luogo preciso)

e a seguire, sempre a RIMINI,
dalle 21:00 concerto PUNK Hardcore con
CONTRASTO, AMIR, GLI STRONZI, MALLOY, SCHIFONOIA, JONESTOWN KIDS

(ATTENZIONE!! La TATOO CIRCUS e le iniziative delle giornate del 7 e del 9 settembre presso l’HANTA-YO AUTOGESTITO a Forlì rimangono invariate, come da programma precedente. Il concerto rimane malefit per la CassaAntirepressione Capitano ACAB)

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Hanno fatto strabene!

Oggi i media mainstream fanno da continua cassa di risonanza allo squadrismo razzista di leghisti e neofascisti, agli spari, alle aggressioni, ma molto raramente documentano le reazioni di dissenso, rigetto o protesta contro il razzismo istituzionale, sovranista o identitario. Quest’estate ci hanno fatto vedere le ronde nere in spiaggia, ma raramente le reazioni solidali dei villeggianti… E non sorprende che le contestazioni alla Lega non abbiano alcuna risonanza, se non a volte nelle cronache locali, manipolate e stravolte per utilità e conformismo.

Apprendiamo dai media che l’altra sera a Giulianova è stato attaccato un gazebo della Lega, che raccoglieva firme in difesa del proprio leader per la vicenda della nave Diciotti. A detta dei giornali un gruppo di persone sarebbe arrivato all’improvviso ed avrebbe ribaltato tutto, tavoli, gazebo e supporti dei manifesti, e mandato all’aria tutto il materiale utile per la propaganda leghista. Leggi tutto su Freccia.

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Resistenza elettrica! Stop Racism! Stop Business!

Cibo avariato o scaduto e comunque insufficiente per sfamare tutti. Bagni mai disinfettati, asciugamani cambiati ogni due mesi, camere sovraffollate con posti letto in eccesso rispetto a quelli che la struttura poteva ospitare, intimidazioni e ricatti… Pare che questi siano alcuni motivi della pacchia nei centri d’accoglienza in provincia di Firenze. Accanto al razzismo di chi spara, c’è sempre il razzismo economico di chi specula e sfrutta…

Frattanto cresce anche il business della «sicurezza». A Bologna e in altre dieci città il Ministro dell’Inferno sta per mandare un bel mucchio di pistole taser per polizia e carabinieri.

Il taser è una pistola gialla e blu che costa 1000 euro e spara fino a 7 metri una scarica da 50.000 volt.

Persino l’ONU e Amnesty International hanno criticato l’impiego del taser per i tanti danni irreversibili alla salute che ha provocato, e hanno raccomandato di non mirare mai su torace, testa, collo, genitali, e di allertare subito il 118 per soccorrere la persona colpita. È classificata come «arma non letale», il che permette di derubricare a «incidente» ogni eventuale omicidio…

Metterla in mano a forze di polizia in gran parte fascistizzate, che hanno già ucciso tante persone disarmate e indifese, provocherà altri drammi e altri morti. E basta considerare le reazioni stizzite e indignate dei sindacati di polizia al film su Stefano Cucchi per capire che il taser è una minaccia per tutte e tutti.

Resistenza elettrica! Stop Sicurezza Business!

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Il pesce razzista puzza dalla testa

Un mese fa tutti i media gridavano al pericolo emulazione: «non è razzismo, il vero problema è l’emulazione». Ma non c’è futile notiziola o insignificante battuta da bar che non venga subito illuminata dai riflettori. Ed è esattamente ciò che potrebbe produrre emulazione.

La consigliera della Lega genovese Monica Viani digita su Whatsapp «Li odio tutti, sono delle bestie (senza offese per gli animali che sono molto più civili e puliti). Poi dicono che sono razzista… però datemi un fucile e mi calmo». E la cosa diventa una notizia.

Una dottoressa dell’ospedale di Spoleto pare abbia scritto su Facebook «I negracci con le Nike andrebbero annegati al largo». E la cosa diventa una notizia. E così via.

Ma il nodo è un altro. Negli ultimi vent’anni gran parte della politica istituzionale ha cercato di ricostituire e fomentare le idee razziste nella società. Ci sono giornali, tivù, affari, stanziamenti orientati in tal senso, e ciò che accade adesso è l’esito di anni e anni di istigazione all’odio da parte di integralisti cattolici, conservatori, leghisti, sovranisti, fasciodem e neofascisti.

Da anni, in nome di una presunta «libertà d’espressione», le Questure autorizzano, presidiano, difendono tutte le manifestazioni che incitano alla violenza razzista e anche quando sono palesemente diffamatorie.

Da anni i media di regime conducono una campagna sistematica di spoliticizzazione degli atti di squadrismo e razzismo ridotti a «bravate» o a «risse».

Non è questione di emulazione, ma di razzismo promosso e organizzato dall’alto, e oggi diffuso a tutti i livelli della società. Tanto nella versione cattivista della Lega, quanto nella versione buonista del centrosinistra securitario e pietista. Il pesce puzza sempre dalla testa.

Adesso la Festa dell’Unità di Bologna ha dedicato la sala centrale dei dibattiti alle «Vittime del Mediterraneo» proprio mentre si progettano nuovi «centri di rimpatrio» in regione e a Bologna, e l’assessore alla sicurezza Alberto Aitini ha l’impudenza di farsi chiamare il Minniti di Bologna

Sarebbe stato meno ipocrita se in quella sala avessero scritto «Vittime della legge Turco-Napolitano», oppure «Vittime della legge Minniti-Oralndo»…

Contro il razzismo, con ogni mezzo necessario!

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Sarà una risata che li seppellirà!

Oggi sempre più l’apologia di fascismo viene tollerata e implicitamente incoraggiata dalle Procure e dai media.

Nessuna sanzione per il calciatore che a Marzabotto, cioè nel luogo di una delle più efferate stragi nazifasciste, ha fatto il saluto romano esibendo una maglia col simbolo nazifascista della R.S.I. Caso archiviato, il gesto non costituisce reato in quanto «nessun pericolo all’ordinamento democratico può esservi riscontrato»…

Nessuna sanzione nemmeno per le reiterate provocazioni nostalgiche di Forza Nuova.

Ad esempio qualche notte fa, proprio mentre Ravenna si apprestava a ricordare l’eccidio nazifascista di Ponte dei Martiri avvenuto il 25 agosto 1944, Forza Nuova ha «intitolato» una strada al gerarca fascista Ettore Muti, ironicamente detto ai suoi tempi, per la sua fama di soldato stupido e vanitoso, «Gim dagli occhi verdi». E una ventina di neofascisti ha provato a commemorare Ettore Muti al cimitero di Ravenna con sventolio di bandiere e gagliardetti neri. Salvo il fatto che la tomba è stata spostata dai discendenti in un luogo segreto proprio per evitare le carnevalate dei nostalgici…

Intanto comparivano per le strade di Ravenna manichini artistici appesi a testa in giù. E i giornali locali parlano di «atto vandalico», ma non a proposito della provocazione di Forza Nuova, bensì dell’arte antifascista…

Sarebbe sconcertante, se non fosse ormai la regola. Una regola da scardinare con intelligenza e determinazione. Sarà una risata che li seppellirà!

Eia eia alla larga!

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Per Abba, per Emmanuel e per tutte le vite spezzate dal razzismo


A Milano si stanno preparando due momenti importanti di memoria e di lotta anche con il coinvolgimento dello SCI: il Festival antirazzista per non dimenticare Abba dal 7 al 16 settembre in Piazza del Cannone e la Manifestazione antirazzista in ricordo di Abba il 22 settembre.

Quasi dieci anni fa, il 14 settembre 2008, per le strade di Milano veniva ucciso a sprangate il 19enne Abdul Salam Guibre, detto Abba. Quella notte due baristi, padre e figlio, inseguirono con spranghe e bastoni tre ragazzi che avevano rubato un pacco di biscotti urlandogli contro «negri di merda», «dove vai cioccolatino» e «sporco negro». Lasciarono Abba in una pozza di sangue dopo averlo colpito ripetutamente alla testa.

Subito, il vicesindaco De Corato dichiarò che l’episodio non aveva matrice razzista. E la tesi fu ribadita in diretta televisiva a «Porta a Porta» da Silvio Berlusconi: «la questione razziale e il colore della pelle non c’entrano nulla», ma il problema era invece la «politica delle porte aperte» che «ha portato a far sentire gli italiani meno sicuri».

Così, sul sangue fresco di Abba veniva collaudato un espediente del discorso istituzionale capace di coprire e giustificare il razzismo: «il razzismo non c’entra…». Nel processo per la morte di Abba venne subito scartata l’aggravante razzista. Ma quell’omicidio fece comunque impressione. La condanna fu di 15 anni per omicidio volontario.

Otto anni dopo il neofascista Amedeo Mancini uccide a pugni Emmanuel Chidi Nnamdi dopo averlo ripetutamente insultato come «negro» e «scimmia africana». Per il tribunale non c’è alcun razzismo e l’assassino viene liberato dopo pochi mesi di carcere, grazie al favore dei media, dei politici, del sindaco di Fermo, dei benpensanti locali… Al suo ritorno a casa la tifoseria fermana gli dedica l’ennesimo striscione di saluto e complicità: «E quindi uscimmo a riveder le stelle, bentornato fratello».

Poi arriva il leghista e neofascista Luca Traini

Oggi negare l’evidenza del razzismo è diventato un fatto abituale. Ormai da mesi sparano sulle persone di colore. A Latina quattro giovani sparano dalla loro auto a un 41enne indiano in bici, ma per le forze dell’ordine «il razzismo non c’entra». A Pistoia sparano su un migrante, ma «non è razzismo». E così via.

Ormai è come un mantra. «Quello di Salvini non è razzismo. È un atteggiamento di fermezza e io lo sottoscrivo», dichiara il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, a «In Onda» su La7 riguardo alla vicenda della nave Diciotti e dei migranti sequestrati a bordo. «Non bisogna confondere la determinazione con il razzismo», dichiara il premier Conte.

Vi è in ciò una negazione della violenza proprio mentre la si compie che è una strategia tipica del fascismo e dell’estremismo di destra.

Lo riconosceva il leghista Mario Borghezio anni fa:

«Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. È un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera… ma dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi».

Per Abba, per Emmanuel, per tutte le vite spezzate dal razzismo di Stato non bastano le parole di circostanza, gli esposti, i processi. Negli ultimi anni abbiamo solo visto crescere violenze, ingiustizie e razzismo. Ogni volta abbiamo creduto che si fosse toccato il fondo dell’infamia e del degrado civile. Ma violenze e ingiustizie continueranno a crescere finché non sapremo cambiare le cose e abbattere i muri della prigione sociale in cui vogliono farci vivere.

Ora e sempre resistenza quotidiana!

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[Verona] Volantini nazi-omofobi al Parco dell’Adige Sud

Dopo l’ultima aggressione omofoba a Verona l’11 agosto e la manifestazione del 18 agosto «Mano nella mano contro l’omofobia», ecco che ora compare una rivendicazione dell’odio eterosessista appesa agli alberi del Parco dell’Adige Sud nella zona del Lazzaretto.

Scrivono al riguardo i promotori della manifestazione «Mano nella mano contro l’omofobia»:

I volantini arrivano dopo la manifestazione dello scorso 18 agosto organizzata per rispondere all’ennesima violenza omofoba che si è consumata in città: centinaia di persone mano nella mano e con striscioni e bandiere arcobaleno hanno marciato, ballato e cantato affinché aggressioni come quella contro Andrea e Angelo avvenuta in Piazza Bra non si verifichino più. E forse non è un caso che i volantini compaiano proprio a ridosso del corteo, e che il consueto velenoso clima d’intolleranza che respiriamo a Verona torni a manifestarsi.

Da informazioni raccolte al Lazzaretto sembra che nei giorni scorsi si aggirassero nella zona alcune persone con la maglietta blu e il logo dell’Hellas Verona, che in città è sempre stato, attraverso lo stadio e la curva sud, un vivaio dell’estrema destra.

Oggi governo e neofascisti sono molto impegnati a far sì che l’odio diventi senso comune e per questo l’autodifesa e la solidarietà sono così importanti. Ora e sempre resistenza!

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«Traini sparò perché voleva farlo»

Non è bastato, nell’estate del 2016, l’omicidio di Emmanuel Chidi Nnamdi a Fermo per mano di un simpatizzante di CasaPound ad aprire una riflessione sull’odio razzista che la destra continua a spargere a piene mani.

Senza dubbio, era prevedibile che la rimozione pubblica e la sostanziale impunità per quel delitto avrebbe aperto la strada ad altre violenze xenofobe. Non solo il neofascista Amedeo Mancini si è fatto due o tre mesi di carcere e poi è stato liberato, ma ha beneficiato del favore dei media, dei politici, del sindaco di Fermo, dei benpensanti, dei tifosi della Fermana…

E lo aveva scritto subito Alessandro Leogrande su «Internazionale»:

«Il problema non è Amedeo, ma gli Amedeo di domani. Quelli che possono tranquillamente rifare una cosa del genere, magari anche con maggiore premeditazione, perché tanto è una ragazzata».

E gli Amedeo di domani sono stati svariati…

Ad esempio, già il 22 marzo 2017 accadeva di nuovo a Rimini con il tentato omicidio di un venticinquenne nigeriano. L’aggressore prima lo ha insultato urlando «Negro di merda», poi lo ha preso a pugni e calci, lo ha colpito con un coltello e, quando il ferito ha tentato di fuggire, è salito in auto, lo ha inseguito e poi investito lasciandolo a terra in fin di vita. Ovviamente è stata invocata la seminfermità mentale…

Ma il caso più noto – anche perché ha tirato la volata alla campagna elettorale della Lega – è quello del neofascista e militante leghista Luca Traini che il 3 febbraio 2018 a Macerata ha sparato contro chiunque avesse la pelle nera ferendo sei persone. Ora vorrebbe anche lui la seminfermità mentale evitando l’accusa di tentata strage con l’aggravante del movente razzista. «Sono stato bullizzato da ragazzino», ha dichiarato Traini usando il solito vittimismo dei neofascisti per giustificare la violenza razzista.

Ed è battaglia di perizie e controperizie da cui si evince però che «Traini era capace di intendere e di volere e sparò perché voleva farlo».

Non è la «ragazzata» di una «personalità disarmonica», ma la tentata strage di un neofascista. Né sono «ragazzate» quelle commesse da tutti coloro che quest’estate hanno sparato ai migranti nella sostanziale indifferenza del governo.

Forse le perizie psichiatriche andrebbero estese anche ai vertici del governo. Non vorremmo che poi invocassero la seminfermità mentale…

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Stop Sicurezza Business

Ogni governo ha le sue clientele e il suo sottobosco. Così, quest’estate i neofascisti hanno cercato di inserirsi nel promettente business delle «spiagge sicure», il cui giro d’affari, per ora, è di oltre 2 milioni e mezzo di euro destinati a 54 comuni costieri.

Forza Nuova ha cercato rinforzi addirittura fra i neonazisti dalla lontana Polonia…

CasaPound ha fatto qualche ronda balneare in pettorina rossa contro i venditori abusivi, per i quali il Ministro dell’Inferno ha riesumato il termine razzista di vu’ cumprà

Ovviamente i media mainstream hanno dato grande risalto alle povere comparsate dei neofascisti sulle spiagge. Anzi, qualsiasi futile episodio razzista fra gli ombrelloni ha avuto il suo minuto di celebrità, come il cane addestrato a «ringhiare ai neri» divenuto ad Alassio «l’idolo della spiaggia».

Poca o nessuna copertura informativa hanno avuto invece le reazioni di sdegno contro le ronde razziste di forze dell’ordine o neofascisti. E se non fosse per lo scandalismo perbenista del «Resto del Carlino», non sapremmo ad esempio che a Bellaria ci sono stati turisti che hanno gridato contro i Carabinieri all’inseguimento degli abusivi «Siete solo dei razzisti».

Ma sono diversi gli episodi di ostilità e di insofferenza raccontati sul web. Fra cui l’irrocu contro CasaPound che ora sta «valutando se ci sono gli estremi per una querela»…

D’altronde, molti comuni costieri hanno o rifiutato o non impiegato i consistenti fondi contro l’abusivismo in spiaggia. Ad esempio, il sindaco di Racale, in provincia di Lecce, ha contestato gli stanziamenti razzisti del Ministro dell’Inferno contro gli ambulanti, scrivendo direttamente a Salvini:

«Le scrivo per dirle che io i miei Vigili non li manderò a pattugliare le spiagge e a sanzionare i venditori ambulanti, i “vu cumprà” come li chiama qualche suo Senatore. I vigili hanno altro da fare, più importante, più giusto. Sono lì a prevenire i reati ambientali, grandi e piccoli, sono lì a fornire aiuto a cittadini e turisti, sono lì a mandare via i parcheggiatori abusivi (quasi sempre italiani ed affiliati alla malavita… però quelli per voi signor Ministro non sono un problema), sono lì a evitare incidenti. I miei Vigili molto spesso sono ragazzi che lavorano solo per 18/24 ore alla settimana, sono quelli che tra mille difficoltà portano avanti famiglie e hanno figli piccoli da crescere, sono uomini e donne che fanno sacrifici e capiscono il concetto di bisogno e difficoltà, non li manderò signor Ministro a fare la guerra ai poveri, la guerra fra poveri non ci appartiene, abbiamo sempre diviso il tozzo di pane e versato il vino, messo una sedia di più a tavola».

Ma persino a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, sono stati spesi soltanto 1.200 euro sui 47.000 a disposizione del Comune per combattere l’abusivismo in spiaggia. Qualche cartello, qualche annuncio dagli altoparlanti. E il «Resto del Carlino» denuncia stizzito: «I vu cumprà fanno affari d’oro»

Pare che i comuni stessi, al dunque, si vergognino della loro grettezza e si preoccupino del malcontento dei turisti che, in genere, non vogliono né le multe fino a 7.000 euro per chi compera, né sentirsi degli squallidi razzisti e vedere poveracci vessati e umiliati mentre prendono il sole.

L’operazione «spiagge sicure» ha prodotto soprusi, sofferenze e sequestri di merce, ma per certi versi, nonostante il clamore mediatico, è stato forse un primo flop della propaganda razzista gialloverde.

Intanto, per garantire più «sicurezza», in autunno il governo intende anche reintrodurre il reato di accattonaggio abolito nel 1995, in modo da estendere un po’ ovunque finanziamenti e ronde per vigilanti e squadristi, e soprusi, multe e carcere per chi non ha nulla. Si legge nella proposta di legge della Lega:

«Chi mendica in modo fraudolento e vessatorio deve essere arginato e punito perché così facendo provoca l’insicurezza dei cittadini».

Queste parole suonano oggi in tutta la loro spregevole falsità. Il crollo del ponte Morandi a Genova ha reso ormai evidente a tutti che «l’insicurezza dei cittadini» si deve allo Stato e agli enormi profitti dei potentati economici, e non certamente ai venditori ambulanti, ai mendicanti, ai profughi, alle ONG, ai writers… Con quel terribile crollo traballa anche il castello di carte della propaganda securitaria, xenofoba e sovranista. Non basterà la claque ai funerali di Stato. Il Re è nudo e ha un brutto colorito gialloverde…

Resistenza ambulante! Stop Sicurezza Business!

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