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Sui sedicenti pedagoghi

Sui sedicenti pedagoghi dell’Università italiana Furio Jesi scriveva nel 1968 parole che non paiono affatto invecchiate se si guarda ai recenti episodi di squadrismo istituzionale:

Di là da ogni valutazione specifica delle capacità e dei meriti scientifici o letterari di coloro che oggi si sono appropriati del «potere della cultura», basterebbe per definirli «piccoli uomini» il fatto che essi, in quanto sedicenti pedagoghi e umanisti, abbiano accettato l’obbrobrio morale di opporre ai loro discepoli le forze di polizia. Almeno da questo punto di vista […] non sapremmo in alcun modo forzare la nostra coscienza ad accettare il rispetto verso un’autorità che, appunto, fonda la sua realtà soltanto sul Testo Unico della pubblica sicurezza, legiferato negli anni in cui i delinquenti e i loro complici erano padroni dello Stato. Proprio se si configura l’atteggiamento delle attuali «autorità della cultura» in rapporto con il fascismo, si è costretti a constatare che esso – o, in generale, la forza reazionaria di cui esso è ottima etichetta, dal momento che designa nella sua accezione storica un’associazione a delinquere – permane vivo e operante […].

Furio Jesi, Autorità e cultura, in «Uomini e Idee», 15-17, maggio-ottobre 1968, pp. 11-22.

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[TN] Tentato omicidio per mano fascista

Venerdì notte a Trento, dopo una festa in piazza organizzata dalla Rete contro i fascismi, ha avuto luogo una aggressione di gravità inaudita. Un attivista della Rete e del centro sociale Bruno, allontanatosi dalla festa per ritornare a casa, è stato seguito dal responsabile locale di CasaPound che l’ha colpito prima con un martello e, successivamente, con un coltello.

Sono queste le «passeggiate notturne per la sicurezza» che i neofascisti cercano di effettuare un po’ ovunque con l’avvallo di questure e a volte persino di procure compiacenti? Ovviamente la «sicurezza» che piace agli squadristi è quella di padroni, sfruttatori, mafiosi rigorosamente italici…

Ora e sempre resistenza!

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[BO] mer 6 apr h.19: assemblea verso il corteo del 25 aprile

La Resistenza continua

Assemblea pubblica verso il corteo del 25 aprile a Bologna
Mercoledì 6 aprile ore 19 presso Senape Vivaio Urbano, via S. Croce 10

L’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo!

Oggi, anno 2016 di un mondo sotto lo scacco della devastazione capitalista e in preda alla spirale della guerra perpetua, una nuova Resistenza è necessaria, una nuova liberazione è possibile.

Liberazione dalle leggi razziste e dai confini statali fatti di muri e di filo spinato, dalle politiche guerrafondaie e neocoloniali dell’Europa, dalla violenza degli integralismi religiosi, dal familismo, dall’omofobia e dal sessismo, dallo sfruttamento e dalla precarietà del Jobs Act, dal saccheggio di ricchezza pubblica causato dalle «grandi opere», dallo smantellamento dei servizi pubblici essenziali: scuola, sanità, casa, trasporti. Continued…

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[BO] Altri forcaioli

È noto che i social network possono trasformarsi rapidamente in una latrina di deliri razzisti, forcaioli, omofobi o sessisti. Nel carcere della Dozza muore un tossicodipendente appena arrestato e subito si accende il risentimento sul web: «Uno in meno!», «Giustizia è fatta!», e così via.

Nulla di nuovo, se non fosse che, invece di stigmatizzare l’elogio social della forca, il procuratore Valter Giovannini aggiunge al coro anche la sua voce, ben educata solo in apparenza:

«Sono sentimenti che molte persone provano e quindi devono fare riflettere. Mostrano il forte disagio e il senso di abbandono che le vittime di reati violenti, purtroppo, troppo spesso percepiscono».

In questi anni, mentre la Procura architettava continue montature contro l’antagonismo sociale considerato il nemico pubblico numero uno (1, 2, 3, 4…), Bologna e l’Emilia-Romagna sono diventate «terra di ’ndrangheta»: un’ampia area di riciclaggio di fiumi di denaro sporco e anche di spaccio mafioso di droghe nocive e pericolose per controllare una società impoverita, inquieta e senza prospettive.

È un vecchio gioco. Con una mano devastano la società e con l’altra riaffermano la «legge».

Non sorprende che la Procura di Bologna sia giunta a sponsorizzare il neofascismo

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Associated Press & Co.

Uno dei tratti più ovvi dei totalitarismi è il controllo capillare e la manipolazione costante delle informazioni.

Si scopre ora che negli anni Trenta l’«Associated Press» avviò una collaborazione formale con la Germania hitleriana per fornire ai giornali statunitensi materiali prodotti e selezionati direttamente dal ministero della propaganda nazista.

Quando il partito nazista prese il potere in Germania nel 1933, uno dei suoi primi obiettivi fu quello di controllare non solo la stampa tedesca, ma anche quella internazionale: «The Guardian» fu subito vietato, e nel 1935 le più grandi agenzie di stampa angloamericane come Keystone e Wide furono costrette a chiudere per il fatto di impiegare giornalisti ebrei.

Anche senza fare paragoni impropri, non vi è dubbio che in Italia e in Europa il livello di controllo e di manipolazione dei media attuali sia cresciuto in questi ultimi anni, in difesa di Stati sempre più autoritari e fascistoidi che non preparano nulla di buono.

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L’ultima trovata razzista dell’estrema destra

Dopo la «Befana tricolore», la più recente trovata dell’estrema destra è quella di andare davanti ai supermercati con il pretesto di contrastare un presunto «racket dell’elemosina» o di promuovere la «solidarietà nazionale» al grido di «prima gli italiani».

Sfoggiano una pettorina gialla e il simbolo del partitino neofascista o neonazista e poi cominciano con atteggiamenti razzisti e discorsi d’odio.

A Ferrara, per umiliare un giovane nigeriano che chiedeva qualche spicciolo, alcuni militanti di CasaPound lo hanno costretto a spazzare e pulire lo spazio circostante l’entrata di un supermercato Conad.

A Rimini, invece, un’analoga provocazione razzista di Forza Nuova davanti a un altro supermercato Conad è stata respinta dagli antirazzisti di Casa Madiba.

Nessuno spazio ai fascisti!

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[BO] Squadrismo istituzionale a Scienze Politiche

Mentre in Inghilterra oltre 8.000 studenti e docenti firmano la petizione online per chiedere che il governo inglese garantisca un’indagine completa e credibile sulla morte di Giulio Regeni dottorando all’Università di Cambridge, all’Università di Bologna una dozzina di agenti della DIGOS fa irruzione nella «Scuola di Scienze Politiche» per staccare dal muro di un’aula studio un’immagine di Regeni con cui si voleva intitolargli l’aula (qui il video) e di lì a poco seguono manganellate sugli studenti per mano di un folto gruppo di poliziotti entrati nell’edificio universitario (qui e qui alcuni racconti).

Qui il racconto dell’Assemblea Scienze Politiche – Unibo.

Una mattinata in stile fascistoide che tuttavia non sorprende dopo che 1.400 «docenti» dell’Università di Bologna hanno firmato per difendere il privilegio, per un cattedratico, di citare in positivo Mussolini senza che voli neanche una mosca…

Sono episodi che mostrano la progressiva militarizzazione di una città sempre più triste, chiusa e aggressiva. Ma l’ingiustizia non potrà mai sconfiggere il terrore e un’ipocrita retorica «democratica» (!?) non potrà mai far dimenticare le violenze che l’Europa e l’Italia esercitano per difendere affari, profitti e privilegi.

Resistere è possibile, necessario e opportuno!

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In Croazia c’è poco da ridere

Come è accaduto in altri paesi quali l’Ungheria e la Serbia, anche in Croazia la destra nazionalista al potere non ha tardato a procedere con le solite epurazioni e, per cominciare, ha chiuso un celebre programma televisivo di satira politica e culturale («Montirani proces», cioè «Processo a cavallo») perché, a suo dire, «incita all’intolleranza religiosa, nazionale o altre forme di intolleranza».

Al posto di quel programma satirico, il nuovo governo croato ha deciso invece di trasmettere il 17 marzo scorso un bel documentario sulla Guardia svizzera del Papa…

Vedi qui e qui.

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Contro-calendario civile o contro il calendario civile?

Qualche giorno fa cadeva l’anniversario della morte di Dax, Davide Cesare, ucciso a Milano per mano fascista il 16 marzo 2003. L’Associazione Dax 16 marzo 2003, al grido «Chi lotta non muore mai», ha dedicato le iniziative di ricordo di quest’anno a Renato Biagetti, anche lui ucciso per mano fascista (Focene, 27 agosto del 2006). L’attività dell’Associazione Dax 16 marzo 2003 è uno dei tanti esempi di contro-calendario civile, quegli eventi/processi storici che vengono ricordati e celebrati senza che una legge li abbia riconosciuti come parte della memoria italiana. Leggi tutto su Zapruder.

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Niente fiori, solo urina ed eroina…

Per l’8 marzo a Bologna la Polizia municipale ha sequestrato 1250 mazzi di pericolosissime mimose e sono state elevate multe per 93.000 euro ai «venditori abusivi».

Nonostante ciò, pare che il «commercio abusivo» stia diventando a Bologna il nemico pubblico numero uno, anzitutto per l’equivoca destra locale. Solo un anno fa la leghista Mirka Cocconcelli si rammaricava di non poter gasare i «parcheggiatori abusivi» con «un disinfestante chimico». Poi l’ex squadrista Galeazzo Bignami se l’è presa con gli «abusivi» in Stazione. E poco dopo militanti di Forza Nuova e della Lega Nord hanno fatto le loro ronde qua e . Infine è arrivata l’Associazione Commercianti di Bologna che ha finanziato e promosso, a difesa dello shopping legittimo, un servizio di ronde in Via Indipendenza contro la concorrenza dei «commercianti abusivi».

Sono tempi difficili e ognuno sopravvive come può, ma a quanto pare, secondo la Questura, le destre e l’Associazione Commercianti, gli «abusivi» dovrebbero dedicarsi soltanto a spacciare droghe nocive e pericolose per far prosperare gli affari delle mafie italiche sempre ben viste da fascisti e polizia…

E non è un caso che a far la loro ronda contro gli «abusivi» in Via Indipendenza siano sbarcati in città anche una ventina di neofascisti di CasaPound, senza però metterci la faccia, ma camuffati sotto maschere tricolori per denunciare, si legge nel loro volantino, «chi vende borse e vestiario o le birre in orario non consentito»… Forse si trattava di figuranti pagati, o di una parodia dadaista…

Intanto, a Mirandola i neonazisti hanno cercato di incendiare nella notte una macelleria gestita da marocchini tracciando sull’asfalto la scritta «Andate via» e una svastica… Chi sarà mai stato? Proprio il giorno prima, sempre a Mirandola, il responsabile locale di Forza Nuova aveva dichiarato: «Forza Nuova non si fa mettere i piedi in testa da nessuno…».

E proprio negli stessi giorni, venti km più in là, a Carpi, sono comparse scritte violentemente razziste sui muri della stazione delle autocorriere. Ma per il prefetto di Modena, per quello di Parma, non c’è problema.

A Roma intanto un ultras urina su una mendicante…

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