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[BO] ven 18 mar h.21: cena di autofinanziamento dell’Associazione Mutuo soccorso

Oggi la borghesia italica in fallimento cerca solo di proteggere e perpetuare la propria condizione di privilegio e il proprio dominio economico predatorio sulla società. Per un ventennio è bastata una democrazia autoritaria supportata da leggi razziste, campagne xenofobe, paranoia, islamofobia, gerarchizzazione sociale, perbenismo. Ma negli ultimi anni anche quel sistema di potere ha mostrato la corda e, per controllare la rabbia diffusa dinanzi alla miseria crescente, si è tornati in grande stile alla politica fascistoide del manganello, del foglio di via e della criminalizzazione del dissenso sociale.

Venerdì 18 marzo ore 21.00 presso il Circolo Berneri – Cena di autofinanziamento Associazione Mutuo soccorso per le occupazioni di via Fioravanti e di via Alessandrini

Criminalizzare, preventivamente e a tutti i costi, ogni forma di dissenso sociale: questa è la risposta della governance cittadina all’incapacità della politica di rispondere ai più basilari bisogni delle persone. Dal 2008, anno ufficiale di inizio della crisi, ad oggi, la Procura di Bologna ha notificato oltre 5.000 denunce a chi ha manifestato il suo impegno nelle lotte sociali. Numeri sbalorditivi, che tuttavia spiegano solo una piccola parte della solerzia repressiva dimostrata nei confronti dei movimenti. Negli ultimi anni abbiamo visto piogge di misure cautelari inflitte agli attivist* senza alcun senso della proporzione, fogli di via distribuiti dalla questura come noccioline, strade e piazze ogni volta più militarizzate a difesa di un potere politico distante anni luce dai reali problemi dei territori. Leggi tutto sul sito del Circolo Berneri.

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18 marzo 1871: «Noi siamo fratelli…»

Il 18 marzo 1871 la città di Parigi insorgeva cacciando il governo Thiers e sopprimendo l’istituto parlamentare a favore di forme di democrazia diretta.

La Comune eliminò l’esercito, armò i cittadini, stabilì l’istruzione laica e gratuita, rese elettivi i magistrati, retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con lo stesso salario degli operai.

Questo è un manifesto commemorativo stampato a Bologna nel 1878 e conservato oggi nell’Archivio di Stato.

Ancora oggi è necessario raccogliere la bandiera di chi ha lottato e lotta contro l’oppressione, la gerarchia e l’ingiustizia!

Comune 1871

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[BS] Respinta aggressione fascista al circolo di Radio Onda d’Urto

Nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 marzo 2016, dopo le 01.00, un gruppo di circa 20 fascisti ha tentato di aggredire le frequentatrici e i frequentatori del Circolo di Radio Onda d’Urto in via Battaglie 29/a, nel quartiere del Carmine, a Brescia. Più dettagli su Zic.

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I cannoni seminuovi del professor Panebianco

«Non col burro ma con i cannoni». Questa massima politica recentemente rispolverata dal professor Panebianco ha una sua storia istruttiva, e anzi distruttiva, che merita una postilla a disdoro di tutti quei politicanti e cattedratici che in questi giorni hanno difeso la libertà, per un loro pari, di citare Mussolini senza che voli neanche una mosca. Altrimenti, al minimo ronzio, è «terrorismo» e anzi «dittatura fascista».

Mussolini gridò quella frase nel 1939 per sancire l’entrata in guerra dell’Italia al fianco di Hitler. Ma, si sa, Mussolini era un babbeo privo di un minimo di originalità e aveva copiato il bel motto da Hermann Göring, il numero 2 del Terzo Reich. Ma anche Göring non faceva che ripetere uno slogan coniato nell’ottobre 1936 da Rudolf Hess, il numero 3 del Terzo Reich («cannoni anziché burro!»), come risulta da qui e anche da qui nel passo relativo alla nota 25.

Insomma, la massima guerrafondaia passa dal nazista Hess al nazista Göring, poi dal nazista Göring al fascista Mussolini e infine giunge, ancora seminuova, sotto la sapiente penna del professor Panebianco.

Nel 1938 Bertolt Brecht scrisse una satira tagliente di quello slogan della propaganda nazista, dal titolo Kanonen nötiger als Butter (I cannoni sono più necessari del burro), una poesia che adesso finirebbe probabilmente all’Indice e anzi sul rogo, e l’autore ne ricaverebbe per lo meno un foglio di via, due manganellate e gli improperi dem(enti) di Andrea De Maria:

I cannoni sono più necessari del burro

1.

Il detto celebre del generale Göring
«I cannoni sono più importanti del burro»
è giusto nella misura in cui il governo
ha tanto più bisogno di cannoni quanto meno è il burro di cui dispone
perché ha tanto meno burro
quanto più nemici ha.

2.
Ma per il resto si dovrebbe dire che cannoni sullo stomaco vuoto
non sono cosa da qualsiasi popolo.
Inghiottire solo gas
non deve calmare la sete
e senza mutande di lana
forse il soldato è coraggioso soltanto d’estate.

3.
Quando alle artiglierie finiscono le munizioni agli ufficiali in prima linea è facile
che capitino fori nella nuca.

Forse il podestà Valter Giovannini dovrebbe aprire un fasci… colo su questo Bertolt Brecht per «lesa maestà» e «istigazione all’interruzione di pubblico servizio».

– Valter Giovannini!? Ma non è quel gran ciambellano che nel 2011 spendeva e spandeva per una maxi-inchiesta contro i crimini dei writer dichiarando che «le bombolette sono vere e proprie armi improprie che feriscono il corpo architettonico della città di Bologna»?…

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Ancora fasciodem

A Bologna, stando al «Corriere» locale, «il PD chiede il pugno di ferro contro i collettivi universitari» (quel chiede è davvero impagabile!) e l’azzeccagarbugli dem Andrea De Maria paragona la contestazione studentesca contro un docente guerrafondaio che cita Mussolini nientemeno che… alla «dittatura fascista»…

Sono quegli stessi che nel 1977 tacciavano di «fascismo» e «diciannovismo» le lotte operaie e studentesche e che non esitarono a schierarsi con la polizia assassina. E contro i quali migliaia di giovani sono insorti a Bologna il 12 marzo 1977 in una festa di rivolta e di libertà.

Ma sono anche quelli che nel 2016, a Roma, pensano di poter recuperare un ex militante neofascista come assessore alla cultura per il Comune…

Non a torto Umberto Croppi, ex FUAN, ex MSI, ex assessore alla cultura di Gianni Alemanno, si meraviglia che un postfascista dem possa fare notizia:

«Che poi no, scusi, abbia pazienza, ripensandoci: ma in un PD che imbarca chiunque, che tiene dentro tutti, da Verdini ad Alfano, il problema posso essere io?».

Insomma, il PD può tener dentro tutto e tutti, basta che siano piccoli o grandi centri di potere, affari e privilegi.

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Ancora una medaglia al nazifascismo

Ha destato sconcerto e scalpore la medaglia che la municipalità tedesca di Engelsbrand ha conferito al 94enne Wilhelm Kusterer, uno degli ufficiali delle SS responsabili della strage nazifascista di Marzabotto fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944.

Più di cento parlamentari italiani hanno firmato un’interrogazione per chiedere al governo tedesco di revocare l’onorificenza.

Ma le medaglie e gli onori a ufficiali nazifascisti non sono certo appannaggio solo della Germania. Di recente, in Italia è stato costruito addirittura un mausoleo per un criminale di guerra come Rodolfo Graziani e il «Giorno del ricordo» è diventato un medaglificio di Stato per onorare ufficiali nazifascisti come Paride Mori

È che lo Stato non processa mai sé stesso. E difende e onora sempre i propri esecutori.

Vedi:
Crimini di guerra
«Andonno e l’ammazzonno»: Padule di Fucecchio, 23 agosto 1944
Con Valerio Evangelisti, «nella notte ci guidano le stelle» (video)

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… e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra

Oggi il centro di Bologna assomiglia sempre più a una città sotto assedio. Ci sono camionette e uomini armati ad ogni angolo, con un piglio arrogante da invasori. Ci sono gli agenti di scorta al professor Panebianco che si lamentano di non poter girare fra gli studenti con il manganello. Ognuno fa la sua ronda più o meno armata: dapprima i neonazisti di Forza Nuova, poi i bottegai dell’ASCOM contro i «venditori abusivi», adesso i vertici dell’Università contro il «degrado»…

Intanto a Bologna, il 5 marzo scorso, lo squadrismo di Forza Nuova è giunto a coprire con uno striscione la vetrina della libreria IBS di Piazza dei Martiri per impedire «l’esposizione e la vendita di libri della casa editrice Lo Stampatello» i cui «titoli», secondo il fanatismo dei neonazisti, sarebbero volti a «minare la definizione di famiglia tradizionale costituita da un uomo e da una donna».

Certo è grave e preoccupante che un gruppo di neonazisti possa condurre un attacco simbolico contro una libreria, coprendone la vetrina. A Bologna è la prima volta che succede. Ma la cosa non ha destato alcuno scalpore presso quei sedicenti «democratici» figli-di-questo-e-di-quello che invece si stracciano le vesti ad ogni minimo segno di critica e contestazione dell’autorità costituita.

Intanto, propagandando l’odio verso «stranieri» e «diversi», in Slovacchia il partito neonazista è riuscito a raggiungere l’8% nelle ultime elezioni del 5 marzo.

Un successo per il Partito del Popolo – Slovacchia nostra (Ľudová strana – Naše Slovensko, LSNS) guidato da Marian Kotleba che si rifà esplicitamente alla tradizione cattolica e antisemita della Repubblica slovacca del presidente Jozef Tiso, alleato del Terzo Reich dopo l’invasione e lo smembramento della Cecoslovacchia. Insomma, una formazione molto simile a Forza Nuova, con una simil-svastica per simbolo.

A Bratislava e a Banská Bystrica si sono tenute manifestazioni antifasciste per ricordare chi siano i neonazisti dell’LSNS.

«Anche se Kotleba e i suoi servi sono arrivati in Parlamento formalmente in modo democratico, non si tratta di un partito democratico. Hanno ingannato i loro elettori. LSNS è seguace morale e idolatra dello Stato slovacco (1939-1945) che uccise 60.000 persone seguendo una ideologia perversa», ha dichiarato Matej Ivancik, tra gli organizzatori della protesta.

Až do konca života budem antifašista!

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Sciocchezzaio neofascista

Dopo l’apologia neofascista degli spaghetti e la campagna contro i risvoltini nei pantaloni, ecco che a Pavia i ggggiovani di estrema destra ora distribuiscono davanti alle scuole volantini sessisti contro le ragazze grasse in difesa della Tradizione…

Non c’è che dire. Il fascismo è sempre una farsa finché non diventa violenza e tragedia.

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[BO] Dietro il paravento spunta la ’ndrangheta

Adesso si comincia a capire perché la Procura, la Questura e in parte anche il Comune di Bologna abbiano considerato per anni l’antagonismo sociale come il nemico pubblico numero uno, inventandosi sempre nuove montature fantasiose e provvedimenti vendicativi e persecutori  contro le proteste sociali e studentesche.

Ora si comincia a capire perché un professore che cita Mussolini per sostenere le ragioni di un intervento militare italiano in Libia riesca ad ottenere una larga solidarietà istituzionale nel momento in cui viene giustamente contestato dagli studenti.

Già l’11 luglio scorso il capo uscente della Procura denunciava il fatto che a Bologna politica e magistratura vivono all’ombra di un «sistema corruttivo» coperto da omertà e affarismo.

Bologna e l’Emilia-Romagna sono diventate «terra di ’ndrangheta»: un’ampia area di riciclaggio di fiumi di denaro sporco e anche di spaccio mafioso di droghe nocive e pericolose per controllare una società impoverita, inquieta e senza prospettive.

Lo si legge nella Relazione della Direzione nazionale antimafia, ove si dice fra l’altro che ciò è avvenuto perché i manager mafiosi hanno potuto contare «sul sostegno di una parte della stampa locale, sul colpevole silenzio delle istituzioni»…

Si capisce perché la priorità per Questura e istituzioni cittadine sia quella dell’antagonismo sociale.  È quantomeno un modo per guardare da un’altra parte…

Più dettagli sull’ipocrita «Repubblica Bologna» e sull’ipocrita «Corriere di Bologna»

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In Europa è lo stragismo nazifascista a fare il maggior numero di vittime

Dopo il professor Panebianco, anche Donald Trump si compiace di citare Mussolini… e di spalleggiare il Ku Klux Klan…

Intanto un’accurata inchiesta del Royal United Services Institute for Defence and Security e dell’Università di Leiden ha dimostrato che lo stragismo neonazista e neofascista in Europa è altrettanto pericoloso e persino più letale del terrorismo islamista.

Delle 72 stragi effettuate di recente in 31 paesi europei, quelle di ispirazione religiosa hanno provocato solo l’8% dei decessi, mentre gli attacchi terroristici della destra razzista e identitaria sono in minor numero, ma hanno causato poco meno del 50% dei decessi.

Ovviamente non se ne parla e anzi gli apparati di Stato sono stati più volte trovati con le mani in pasta. Né fa gioco parlarne visto che, per garantire i profitti e i privilegi di pochi, oggi la politica, i professori e i media cercano solo di propagandare guerra e razzismo…

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